Come un’attività semplice può ridurre il livello di cortisolo nel sangue. Pronunciare la parola “procrastinare” per molti può risultare complicato. Sia per quella PRO-CRA messa lì in sequenza come fosse uno scioglilingua, sia per il significato che questa parola assume: scansafatiche! Secondo le ricerche – leggi qui (https://www.amazon.it/secondi-Pensa-poco-cambia-molto/dp/8862201648/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&keywords=59+secondi&qid=1571314973&s=books&sr=1-1) – il 24% delle persone è un procrastinatore cronico. E secondo gli stessi ricercatori, in realtà, la percentuale delle persone che hanno l’abitudine a rimandare continuamente certe attività è molto più alta. Perché? Per il fatto che nella ricerca si considera soltanto la popolazione che ha compilato il test e, spesso, tra chi non lo fa si nasconde il maggior numero di procrastinatori seriali.
Detto questo, c’è da capire perché secondo altre fonti procrastinare aumenta lo stress
Partiamo dalle principali cause che portano a questo comportamento:
- Paura del fallimento
- Convinzione che la vita sia troppo breve per dedicarsi a “certe” questioni
- Tendenza a cercare la perfezione
- Scarso autocontrollo
- Incapacità di suddividere i progetti in parti più gestibili/piccole
- Inclinazione alla noia
- Valutazione errata di quanto tempo occorra per svolgere l’attività
Basta procrastinare
Queste cause spesso nascondono il vero motivo del rinvio delle attività: un’autostima disequilibrata, un mindset, cioè la forma-mentis, statico (anziché dinamico) o una situazione di stress prolungata.
Ad ogni modo le attività che rimangono aperte da tempo sono una vera e propria zavorra invisibile che ti porti appresso. La cosa buffa è che comprendi l’importanza del liberartene soltanto quando… te ne sei liberato!
Un esempio
Un esempio ti aiuterà a capire meglio. Se sei una di quelle persone che lava poche volte l’anno l’auto, o sistema l’armadio con una frequenza quasi pari a quella dell’anno bisestile, o pur di non fare quella certa attività farebbe di tutto, allora sai già di cosa sto parlando. A questo punto però immagina che, dopo settimane se non addirittura mesi, vai al car-wash a pulire la tua auto. Sapevi di doverlo fare ma per qualche ragione – leggi sopra perché – non lo hai fatto prima. Ora la tua macchina è pulita, dentro e fuori, e profuma di buono. Cosa succede? Ti senti meglio, più positivo, più energico. Più “leggero”. E non solo perché è più piacevole salire su di un auto pulita ma perché hai concluso qualcosa che avevi rinviato troppo a lungo. Ed ecco che quella zavorra di cui ti parlavo che se ne va. Un pezzo di stress – cortisolo inutile – del quale ti sei liberato.
Fai una lista
Quindi, inizia a fare una lista delle cose rimaste in sospeso, delle cose che rimandi da tempo o delle cose che non vuoi fare. Dopodiché mettici a fianco una data e inizia a farle. Ti sentirai meglio!
A questo punto qualcuno potrebbe avere dei dubbi sul come iniziare visto che parliamo di persone che hanno proprio la tendenza a posticipare quasi in eterno. In effetti l’osservazione è lecita. E qui allora ci viene in aiuto l’effetto Zeigarnik: i camerieri ricordano le ordinazioni finché non si paga il conto, per poi cancellare tutte le informazioni dal loro cervello nel momento in cui il cliente salda il debito.
Camerieri e procrastinare
Mi rendo conto che il legame va chiarito. Cosa c’entrano i camerieri con la procrastinazione? La questione è molto semplice: le ricerche suggeriscono che le attività rimaste in sospeso restano impresse nella mente e sono più facili da ricordare.
Quindi per superare il “non inizio mai” ti chiedo solo un’azione che richiede pochissima energia e una minima forza di volontà: dedicati all’attività che rimandi da tempo “solo qualche minuto”. Tre minuti, non di più: questo è un modo molto efficace per superare la procrastinazione e incoraggiarti a portare a termine anche gli incarichi più ardui.
Il cervello
Il tuo cervello è programmato per chiudere obiettivi, e quando ne inizi uno, se lo metti per iscritto, sarà più facile portarlo a termine (ecco perché procrastinare aumenta lo stress mentre chiudere obiettivi lo riduce).
Il bispensiero, cioè l’avere in mente due convinzioni opposte e accettarle entrambe – concetto già evidenziato da Orwell in “1984” – gioca un ruolo fondamentale, in questo meccanismo. Infatti, secondo il Prof. Oettingen (Università della Pennsylvania) il mix tra ottimista e realista (di solito convinzioni in conflitto) crea la miglior formula per riuscire nell’impresa.
Riassumiamo. Non procrastinare ma organizzati
Quindi, per riassumere : ottimismo nella convinzione di farcela + realismo circa le reali difficoltà = aiuto concreto a riuscire!
A questo punto fai ciò che ritieni meglio per te. Sei libero di scegliere se continuare a portarti sulle spalle uno zaino pieno di pietre o se invece vuoi sentirti più leggero.
Scegli tu. E ricorda: H2H. Dai il tuo meglio.