Comincia a prendere forma la tappa di Cortina del prossimo Giro d’Italia. La frazione si svolgerà lunedì 24 maggio con la Sacile – Cortina, tappa che chiuderà l’intensissimo fine settimana a Nordest (al sabato ci sarà il traguardo dello Zoncolan) e che introdurrà all’ultima settimana della corsa. La frazione ampezzana si annuncia come durissima, una delle più dure della corsa organizzata da Rcs, se non la più dura.
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/la-tappa-di-cortina-1.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/la-tappa-di-cortina-1.jpg)
Tappa regina in montagna: 5.000 metri di dislivello
Tappa regina, dunque, quella dell’approdo nella regina delle Dolomiti. La Sacile – Cortina, infatti, potrebbe superare i 5 mila metri di dislivello. La corsa, dopo la partenza dal Friuli, dovrebbe dirigersi verso l’Agordino per affrontare una delle salite di maggiore suggestione, vale a dire il Passo Fedaia, ascesa che manca dal Giro dal 2011, quando si corse la Conegliano – rifugio Gardeccia, con ben cinque gran premi della montagna: Piancavallo, Forcella Cibiana, passo Giau, passo Fedaia e arrivo al Gardeccia. Dopo il Fedaia, discesa verso Canazei e salita al Pordoi (oppure Sella, Gardena e Campolongo?), rientro in provincia direzione Passo Giau.
La tappa del terribile passo Giau
Il Giau è stato affrontato, l’ultima volta, dal Giro del 2016, in occasione della Alpago – Corvara, tappa che prevedeva Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Valparola.
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/Passo-Fedaia-1.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/Passo-Fedaia-1.jpg)
Ultimo arrivo a Cortina nel 2012
L’ultima volta di un traguardo in Ampezzo, invece, fu nel 2012, quando si corse la Falzes- Cortina che prevedeva le ascese a Valparola, Duran, Staulanza e Giau. Quel giorno vinse lo spagnolo Joaquin Oliver Rodriguez (in maglia rosa) che allo sprint batte il ristretto gruppo dei migliori in volata, precedendo Ivan Basso e il canadese Ryder Hesjedal (poi vincitore dl Giro). Complessivamente sono stati sei i traguardi all’ombra delle Tofane: 1939 (vittoria di Secondo Magni), 1948 (Fausto Coppi), 1951 (Louison Bobet), 1955 (Angelo Conterno), 1977 (Giuseppe Perletto) e 2012. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Una tappa sulle montagne del Trentino
Sarà la temibile salita della Sega di Ala ad assegnare la vittoria nella tappa trentina dopo i passaggi da Trento, Predazzo con i suoi trampolini olimpici, Lago di Tesero e Baselga di Pinè. L’erta finale sale dai 148 metri di Sdruzzinà ai 1224 di Sega di Ala lungo 11,4 chilometri con un dislivello di 1.076 metri e una pendenza media del 9,4% con punte massime del 13,7 tra l’ottavo e il nono chilometro.
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/Passo-Fedaia-2-1024x576.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2021/01/Passo-Fedaia-2-1024x576.jpg)
Wiggins lanciò la bicicletta
È la stessa salita che venne proposta dagli organizzatori del Giro del Trentino nel 2013 con tappa e classifica finale dominate da Nibali, capace di anticipare Santambrogio di 8”, Aru di 44, Evans di 1’02” e Wiggins di 1’39”. Proprio Bradley Wiggins ebbe un problema al cambio che lo costrinse a cambiare la bicicletta e lo vide protagonista di un gesto incredibile quando scagliò la sua Pinarello a bordo strada con rabbia.