Comincia a prendere forma la tappa di Cortina del prossimo Giro d’Italia. La frazione si svolgerà lunedì 24 maggio con la Sacile – Cortina, tappa che chiuderà l’intensissimo fine settimana a Nordest (al sabato ci sarà il traguardo dello Zoncolan) e che introdurrà all’ultima settimana della corsa. La frazione ampezzana si annuncia come durissima, una delle più dure della corsa organizzata da Rcs, se non la più dura.

Tappa regina in montagna: 5.000 metri di dislivello
Tappa regina, dunque, quella dell’approdo nella regina delle Dolomiti. La Sacile – Cortina, infatti, potrebbe superare i 5 mila metri di dislivello. La corsa, dopo la partenza dal Friuli, dovrebbe dirigersi verso l’Agordino per affrontare una delle salite di maggiore suggestione, vale a dire il Passo Fedaia, ascesa che manca dal Giro dal 2011, quando si corse la Conegliano – rifugio Gardeccia, con ben cinque gran premi della montagna: Piancavallo, Forcella Cibiana, passo Giau, passo Fedaia e arrivo al Gardeccia. Dopo il Fedaia, discesa verso Canazei e salita al Pordoi (oppure Sella, Gardena e Campolongo?), rientro in provincia direzione Passo Giau.
La tappa del terribile passo Giau
Il Giau è stato affrontato, l’ultima volta, dal Giro del 2016, in occasione della Alpago – Corvara, tappa che prevedeva Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Valparola.

Ultimo arrivo a Cortina nel 2012
L’ultima volta di un traguardo in Ampezzo, invece, fu nel 2012, quando si corse la Falzes- Cortina che prevedeva le ascese a Valparola, Duran, Staulanza e Giau. Quel giorno vinse lo spagnolo Joaquin Oliver Rodriguez (in maglia rosa) che allo sprint batte il ristretto gruppo dei migliori in volata, precedendo Ivan Basso e il canadese Ryder Hesjedal (poi vincitore dl Giro). Complessivamente sono stati sei i traguardi all’ombra delle Tofane: 1939 (vittoria di Secondo Magni), 1948 (Fausto Coppi), 1951 (Louison Bobet), 1955 (Angelo Conterno), 1977 (Giuseppe Perletto) e 2012. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Una tappa sulle montagne del Trentino
Sarà la temibile salita della Sega di Ala ad assegnare la vittoria nella tappa trentina dopo i passaggi da Trento, Predazzo con i suoi trampolini olimpici, Lago di Tesero e Baselga di Pinè. L’erta finale sale dai 148 metri di Sdruzzinà ai 1224 di Sega di Ala lungo 11,4 chilometri con un dislivello di 1.076 metri e una pendenza media del 9,4% con punte massime del 13,7 tra l’ottavo e il nono chilometro.

Wiggins lanciò la bicicletta
È la stessa salita che venne proposta dagli organizzatori del Giro del Trentino nel 2013 con tappa e classifica finale dominate da Nibali, capace di anticipare Santambrogio di 8”, Aru di 44, Evans di 1’02” e Wiggins di 1’39”. Proprio Bradley Wiggins ebbe un problema al cambio che lo costrinse a cambiare la bicicletta e lo vide protagonista di un gesto incredibile quando scagliò la sua Pinarello a bordo strada con rabbia.