Prendete un grande regista, Ridley Scott, l’ispirazione a un classico come Ben-Hur, un attore australiano dal phisique du role perfetto come Russel Crowe, un cast di tutto rispetto con Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Richard Harris, Oliver Reed e Tomas Arana e miscelate tutto nell’antica Roma. Nasce così la storia del generale che divenne schiavo, lo schiavo che divenne gladiatore e sfidò l’Impero. Così, 20 anni fa, prese forma la leggenda del Gladiatore.
Il ritorno di un genere

Con “Il Gladiatore”, il regista di Alien e Blade Runner, solo per citare alcuni dei suoi titoli capolavori, riporta in auge un vero e proprio genere. Quale? Il peplum. Se infatti Ben-Hur, Ercole e Spartacus, sono eroi mitologici ormai legati all’epoca dei Cinquanta, periodo di maggior successo per il filone sword and sandal e al quale l’Italia ha donato molto (basta pensare a Kirk Morris, veneziano, al secolo Adriano Bellini famoso per Maciste alla Corte dello Zar, tra i tanti), Massimo Decimo Meridio con il volto di Crowe è il Ben-Hur dei millennials.
La trama de Il Gladiatore

Il generale Massimo Decimo Meridio, comandante delle legioni Fenix, generale dell’esercito del Nord, ha condotto ancora una volta i suoi legionari alla vittoria sul campo di battaglia e ora spera di poter ritornare dalla sua famiglia. L’imperatore Marco Aurelio (Richard Harris), ormai morente, gli chiede però un’altra “impresa”: assumere il comando dell’impero al suo posto. Geloso di questo speciale trattamento, l’erede al trono ed eterno rivale Commodo (un fantastico quanto “bastard” Joaquin Phoenix) comanda l’uccisione del generale e della sua famiglia. Sfuggito alla morte, Maximus viene ridotto in schiavitù e allenato come gladiatore per i combattimenti nell’arena. La sua fama intanto cresce e con essa la vendetta. Divenuto un celebre gladiatore, il generale ha ormai imparato che il giudizio del popolo è sovrano rispetto a quello dell’imperatore, ambendo così alla conquista dei più per sconfiggere il suo rivale.
Nell’arena
Il film riporta sullo schermo l’antica Roma, che tanta fortuna, ha avuto nei tempi passati. E proprio la scenografia e le ricostruzioni di luoghi simbolo della sacralità imperiale quali l’Anfiteatro Flavio, l’Arco di Costantino o la basilica di Massenzio, sono uno dei punti di forza del film, calcolando che la produzione risale a ormai vent’anni fa. Non potendolo girare nel vero Colosseo, gli autori hanno pensato di ricostruirlo (almeno in parte, visto che i tempi di lavorazione cominciavano ad allungarsi troppo). Massimo ha pazientato. E’ arrivato il suo momento. Roma sarà il terreno di vendetta di padre con un figlio assassinato e marito di una moglie uccisa. Una vendetta da preparare passo per passo, sfida dopo sfida. Fino al sogno di realizzare quanto Marco Aurelio gli aveva chiesto. Restituire Roma al popolo.
Le incongruenze storiche de Il Gladiatore
Certamente non mancano le incongruenze storiche e le inesattezze (non si distribuivano certamente volantini all’epoca per pubblicizzare gli scontri nell’arena, ad esempio), comunque giustificate dal regista in quanto linguaggio volutamente adottato per agevolare il pubblico meno avvezzo alla storia. Inezie. Perchè il Gladiatore colpisce duro. Come un pugno nello stomaco. E diventa uno di quei film che riguarderesti mille volte. Perchè ogni volta l’adrenalina scorre nelle vene più forte che mai. Ah, dimenticavo. Nell’antica Roma non esistevano ancora le selle. Ma poco importa. Nella battaglia del Colosseo Massimo avrebbe cavalcato anche a pelo roteando il suo gladio.

Una lotta all’ultimo sangue tra critica e pubblico
Per diversi motivi il film ha spaccato alla sua uscita critica e pubblico. Se infatti le firme non hanno apprezzato molto la poca adesione alla realtà storica utilizzata nel film, il pubblico lo ha apprezzato creandone un vero e proprio cult. Ben 457 milioni di dollari globali quelli incassati tra il 2000 e il 2001. Senza contare i cinque Oscar e le 12 candidature. Solo Ben-Hur è ancora inarrivabile con le sue 11 statuette!

Un percorso di crescita
Il personaggio protagonista, Massimo Decimo Meridio, affronta un percorso di evoluzione e redenzione sino a giungere all’atto conclusivo, e con lui il pubblico pienamente coinvolto dal punto di vista emotivo grazie a una sceneggiatura capace di generare una forte suspence, per un kolossal da cardiopalma impreziosito dalle avvincenti musiche di Hans Zimmer accompagnate dalla voce di Lisa Gerrard.
Le battute memorabili de Il Gladiatore
Come in ogni cult che si rispetti le frasi ad effetto sono parte integrante del mito. Eccone qui alcune (elencarle tutte sarebbe impossibile) che hanno di certo lasciato il segno. Ma è inutile negarlo. Chi l’ha visto più volte non ne scorderà una. Sarebbe come scordarsi Messalla che, morente, racconta a Ben-Hur (Charlton Heston) dove si trovano madre e sorella: “Cercale se vuoi nella valle dei lebbrosi”. Oppure quando si sfidano con i giavellotti guardandosi negli occhi e dicendo: “All’incrocio delle assi?”. Ecco questo è Il Gladiatore!
“Conquista la folla e conquisterai la libertà”
“Un generale che diventò schiavo, lo schiavo che diventò un gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore”, Commodo
Al mio segnale scatenate l’inferno
“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Fenix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra”, Maximus
Per concludere. 20 anni di storia. Una leggenda che parla di un Gladiatore 2 in cui Massimo potrebbe persino risorgere dopo la vigliacca coltellata di Commodo (una messa in scena praticamente) e un film che rimane nel cuore. Non si sa se ci sarà un sequel o un prequel (altra leggenda), ma si sa, le leggende non muoiono mai e Massimo Decimo Meridio è ancora qui a chiamare la testuggine, a gridare di stare uniti, pronto a lottare con il suo elmo e il suo pettorale. Una curiosità. Il pettorale ha due cavalli incisi: Scarto e Argento, due splendide bestie ammazzate dalle truppe di Commodo nello sterminio della sua famiglia. Quando incontrerà il piccolo nipote di Commodo si ricorderà del figlio. Abbasserà il capo e dirà: “Alza la testa e tieni bassi i talloni”….