Natale a Venezia, a cura di Elisabetta Tiveron e Caterina Schiavon, Torino, Neos edizioni. Racconti di Philippe Apatie, Elisabetta Baldisserotto. E poi Francesca Boccaletto, Annalisa Bruni, Michele Catozzi, Marco Crestani. Ancora Cristina Gregorin, Moreno Hebling, Marilia Mazzeo, Emanuele Pettener, Caterina Schiavon, Silvia Soliani, Elisabetta Tiveron, Teodora Trevisan, Simone Viaro, Stefano Zanchetta. Copertina di Lucio Schiavon.
Venezia e il Natale

Venezia, come soggetto narrativo, comporta sempre dei rischi. Non è facile non solo competere con i molti scrittori che l’hanno raccontata e descritta, ma anche evitare di cadere nel banale. O, peggio, nella retorica. Se poi a questo ci aggiungiamo anche un momento particolare come il Natale, la sfida è duplice. Come resistere a quel tanto o poco di melassa, di “volemosebbene” che la festa più sentita dell’anno porta inevitabilmente con sé?
La mia partecipazione
Quando Caterina Schiavon ed Elisabetta Tiveron, in un giugno già torrido e reso ancora più pesante da una pandemia che era appena cominciata (ma non ce ne rendevamo davvero conto) mi hanno proposto di partecipare con un mio racconto a questa antologia, insieme a molti amici, ho subito pensato che avrei dovuto evitare di cadere nel facile tranello di rievocare l’atmosfera magica natalizia che ci propongono gli spot pubblicitari in questa stagione. E così il mio testo (E quest’anno?) affronta il tema prendendolo molto alla lontana. Cercando la “giusta distanza”, come ha sostenuto Carlo Mazzacurati in un suo film, anche se lui si riferiva al giornalismo, non alla narrazione.
Il libro sul Natale a Venezia
Ora che il libro è nelle mie mani, impreziosito dalla bella copertina ideata da Lucio Schiavon, mi rendo conto che un pensiero simile al mio deve essere balenato a tutti gli autori. Perché la Venezia natalizia che hanno raccontato è davvero originale. Vera e reale anche quando si avventura in atmosfere gotiche e misteriose come in Storia autentica (appunto!) di un regalo eccezionale, di Philippe Apatie.
Natale non solo felicità
E dobbiamo ammettere che il Natale non è solo gioia e allegria vissute in seno alla propria famiglia. Ma può essere anche portatore di lutti intollerabili e ingiusti da sopportare ed elaborare insieme ai nostri cari. Come ci racconta Elisabetta Baldisserotto nel suo struggente Marina. E il 25 dicembre può anche capitare di essere abbandonati e di rimanere a piangere. In una città che non è la nostra, per un amore finito proprio prima di mettersi a tavola per il pranzo di Natale. Come nel racconto di Francesca Boccaletto, Nessun regalo tra le mani.
Il giallo e la storia del Natale a Venezia

Con Michele Catozzi il racconto si tinge di giallo: ci ritroviamo il suo famoso commissario veneziano (già protagonista di tre romanzi, in attesa dell’uscita del quarto che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima) alle prese con dei malviventi che, travestiti da Babbo Natale, colpiscono e svuotano i bancomat della città (Il commissario Aldani e la banda di Natale).
Marco Crestani, invece, da sapiente storico qual è, ci riporta all’alba del Natale del 1938 e allo straziante abbandono, a causa delle legge razziali fasciste, di una Venezia livida e deserta (Movimenti di acque dolci e salate).
La bambina e la nuvola, di Cristina Gregorin, ci consente di assumere il punto di vista infantile e traboccante di meraviglia, durante un giro in gondola reso magico da “un pulviscolo sbarluccicante che qualcuno scambiò per il riflesso del sole”.
Natale a Venezia visto con altri occhi
Leggendo il racconto di Moreno Hebling (spero mi perdonerà se uso le maiuscole trascrivendo il suo nome, mentre nel volume ha voluto mantenere le minuscole anche per le iniziali), Meri Kirisumasu, comprendiamo come il senso del Natale venga interpretato da un giovane studente giapponese che sta vivendo una delicata storia d’amore.
Ma Venezia è anche una città turistica, e Marilia Mazzeo, nel suo La città più bella del mondo, ci svela come può trascorrere la Vigilia di Natale chi gestisce un bed&breakfast, soprattutto se gli ospiti sono incontentabili e anche piuttosto ignoranti e impermeabili alla storia, all’arte e alla cultura in genere.
Dagli USA
Lo sguardo di Emanuele Pettener, Mestrino innamorato di Venezia che però vive e insegna lingua e letteratura italiana in Florida, non poteva che dipanarsi tra la città lagunare e gli Stati Uniti, in una storia d’amore forse impossibile che avrà, alla fine, risvolti sorprendenti (Non ci si fa mai troppe domande quando si è felici).
Il tema
Chi di noi, durante la carriera scolastica, non ha dovuto svolgere almeno una volta, rientrato dalle vacanze, Il tema in classe: come ho trascorso la Vigilia di Natale? Caterina Schiavon in questo suo racconto, rievocando quella sadica consegna a cui eravamo sottoposti forse per espiare la lunga lontananza dalle aule e dalle lezioni, ci proietta prima nel passato (1963) e poi nel futuro (2024).
Un treno per un sogno
Due racconti si aprono con un viaggio in treno, perché il Natale significa anche viaggio, come in Ritornare, di Silvia Soliani, un percorso a ritroso nella memoria per risarcirsi di una perdita che non potrà essere colmata.

In Segui il profumo, di Elisabetta Tiveron, invece, il treno è strumento per accogliere un invito che porta la protagonista a trascorrere serenamente in un’inattesa solitudine un Natale denso di esperienze olfattive e di sensazioni forti.
Io non mi perderò, di Teodora Trevisan, è il titolo della storia che una cliente chiede a Bepi, un insolito venditore. Sì perché in questa antologia c’è anche chi vende storie, pagamento anticipato, a chi vuole sentirsele raccontare.
Il Natale del buon infermiere, di Simone Viaro, ci porta in una casa di riposo, a pochi minuti dallo scoccare della mezzanotte della Vigilia, a contatto con la sofferenza e la morte attraverso i pensieri e le riflessioni di un giovane operatore sanitario.
L’ultima immagine del Natale a Venezia
Una sagrestia, una chiave che reca il numero 74 e un organo sono i protagonisti dell’ultimo racconto della raccolta, Di dodici perle sono i portali, di Stefano Zanchetta, da cui magicamente si sprigionano le note sublimi di un corale di Bach.
Un coro di voci

E come in un corale, l’insieme polifonico di questo volume restituisce una città vista e interpretata in un momento così particolare dell’anno attraverso diverse voci, stili, atmosfere, personaggi e situazioni in cui ciascuno di noi potrà ritrovarsi e riconoscersi.
Il Natale oggi
Perché, come scrive Elisabetta Tiveron nella sua prefazione «Natale […] rappresenta uno di quegli eventi, nel calendario annuale, che ci mettono di fronte al “fare i conti”: con noi stessi, con la nostra realtà – voluta o subita che sia -, con il passato e il futuro. Le feste natalizie sono sinonimo di casa, famiglia, amici, condivisione. Ma anche, inevitabilmente, del loro contrario della loro assenza. Non tutte le famiglie sono felici, non tutti gli amici sono vicini quanto vorremmo, non tutti i Natali sono scintillanti.»
Parole che mai come ora, considerato il momento storico che stiamo vivendo tutti nel mondo, ci toccano nel profondo.