Tutti sappiamo che è possibile adottare cani, gatti, canarini, criceti, e altri animali domestici. Ma che si possa adottare uno squalo, forse sono in pochi a saperlo. Ebbene, Pietro Spirito, giornalista, narratore, saggista, ma anche poliedrico sportivo che spazia tra arti marziali e immersioni, ce lo racconta nel suo libro più recente: Storie sotto il mare (Bari-Roma, Gius. Laterza & Figli, 2023).
Una passione nata durante la pandemia

Durante la pandemia tutti noi ci siamo dedicati alle attività più diverse per sopportare l’improvvisa e imprevista clausura, Pietro Spirito ha scoperto, navigando in rete, che per una modica cifra si poteva acquistare «un braccialetto dedicato con un Q-Code collegato a una app» con cui si poteva adottare virtualmente l’esemplare di una specie in pericolo, oppure soccorsa in qualche circostanza, in particolare tartarughe, orsi polari, delfini, balene e, appunto, squali.
E una volta adottato l’animale, «c’era la possibilità di seguirlo a distanza virtualmente grazie a un marcatore satellitare, stando comodamente seduti davanti allo schermo di un computer o di uno smartphone». È così che l’autore ritrova Pinnamozza, un grande squalo bianco, un esemplare femmina riconoscibile tra mille per la pinna dorsale tranciata sulla sommità , con una cicatrice frastagliata a forma di V, che aveva “incontrato nel 2010 durante un’immersione nelle acque del Sudafrica, a Gansbaai, durante una spedizione scientifica con il Centro Sudi Squali di Massa Marittima.
Il ritrovamento di Pinnamozza

Lo ritrova e lo segue, nel corso del libro, durante il suo vagare. Diventa una specie di ossessione e anche di fil rouge della narrazione che si dipana attraverso molte avventure, imprese, esperimenti e operazioni, soprattutto militari, che si sono svolte sotto il mare. Il mondo sommerso, che Spirito conosce molto bene per averlo vissuto direttamente, diventa il simbolo di un modo di essere speciale, perché, così ci dice e scrive «là sotto si deposita forse il meglio e il peggio dei nostri rapporti con il tempo profondo e con il tempo della Storia».
Dallo squalo al primo sottomarino

Attraverso una solida conoscenza delle fonti storiche, infatti, Pietro Spirito segue, per esempio, le vicende di Narciso Monturiol, rivoluzionario pacifista, che è considerato l’inventore del primo autentico sottomarino della storia e che per molti versi assomiglia al personaggio di Capitano Nemo del romanzo Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne. Ci racconta, tra le altre, l’impresa di Raffaele Rossetti, tenente colonnello della Regia Marina italiana, che inventa la mignatta, un siluro di 600 chili lungo otto metri con un diametro di appena 60 centimetri con la caratteristica di fondere l’uomo con l’ordigno. Nel novembre del 1918 Rossetti, insieme a Raffaele Paolucci riesce a minare, aggrappato al siluro, la corazzata Viribus Unitis, ammiraglia della Marina austroungarica. Catturato e issato a bordo assieme al compagno, decide di svelare il piano ai nemici per salvare quante più vite possibile.
Quando lo squalo ci accompagna in mille avventure

Di avventure appassionanti come questa se ne trovano molte nel libro, un saggio con frequenti venature autobiografiche che svelano dell’autore la sua natura curiosa e a volte incosciente. Come quando, durante un’immersione, si ritrova a pulire con un coltellino un oggetto simile a uno scaldabagno, per poi scoprire che si trattava di un pericoloso e micidiale ordigno ancora perfettamente funzionante, che poteva scoppiare da un momento all’altro.

Avventure e imprese di avventurieri, palombari, scienziati, militari, raccontate con l’abilità narrativa e la passione per il mare che contraddistinguono Pietro Spirito, e che i suoi lettori conoscono bene, avendo già apprezzato i suoi libri Un corpo sul fondo (2007) e L’antenato sotto il mare (2010), entrambi ispirati a questa particolare ambientazione. Ambientazione che unisce la sua fascinazione per tutto ciò che è sommerso alla passione per la ricerca storica e l’indagine giornalistica, restituiti con una prosa elegante, una scrittura intensa e un’autentica competenza scientifica.
L’autore

Pietro Spirito (Caserta, 1961) vive e lavora a Trieste. Scrittore e giornalista al quotidiano “Il Piccolo”, collabora con la Rai ed è autore di documentari e testi per il teatro. Tra i suoi libri: per Guanda Speravamo di più (2003, finalista al Premio Strega), Un corpo sul fondo (2007, Premio Scritture di frontiera) e L’antenato sotto il mare (2010); per Marsilio Il suo nome quel giorno (2018); per Pagliai Se fossi padre (2018); per le Edizioni Biblioteca dell’Immagine Le indemoniate di Verzegnis (riedizione 2022). Per Laterza è autore di Gente di Trieste (2021) e Storie sotto il mare (2023).
Pietro Spirito, Storie sotto il mare, Bari-Roma, Gius. Laterza & Figli, 2023.
Grazie ad Annalisa per la bella e puntuale recensione che ha colto perfettamente lo…spirito delle Storie sotto il mare! Grazie ancora, Pietro Spirito
🙂