Si è ancora in attesa dell’eventuale attacco di terra da parte delle forze di difesa israeliane (IDF) sulla striscia di Gaza, ma ancora oggi non si conoscono le ragioni del ritardo, tanto da lasciare agli analisti il tempo per speculare su come sarà questa invasione e se sarà efficace per distruggere il gruppo terroristico di Hamas. Le capacità dell’IDF, le predisposizioni di Hamas e la geografia unica della Striscia di Gaza sono ritenuti fattori che determinano se un’invasione di terra possa considerarsi la soluzione più adatta. È ben noto che Israele dispone di uno degli eserciti più potenti e avanzati ed è particolarmente potente rispetto alle dimensioni del Paese. Difatti, nell’attuale escalation israelo-palestinese il governo Netanyahu ha dovuto richiamare circa trecentomila riservisti, considerando il fatto che le forze israeliane sono già preparate per una eventuale e importante operazione.
Israele e il suo esercito

Osservando al di là di questo consistente numero di militari, con un tasso di superiorità rispetto agli attori combattenti di Hamas, l’IDF ha schierato carri armati, tra cui il Merkava Mk 4, reputato uno dei migliori mezzi cingolati al mondo; mentre l’aereonautica israeliana sta utilizzando gli F-15, F-16 e F-35I, una variante autorizzata dell’avanzatissimo Lightning II. Inoltre, come ogni esercito dell’era contemporanea in grado di impegnarsi in operazioni armate combinate, l’IDF impiega diversi modelli di artiglieria. Tutto ciò si aggiunge a quello che dovrebbe essere un ottimo vantaggio rispetto ai militanti di Hamas a Gaza, ma tale vantaggio sarà significativamente attenuato, se non del tutto annullato in un’invasione totale.
L’organizzazione di Hamas

A differenza di una battaglia convenzionale in cui l’IDF dovrebbe affrontare una forza militare con basi aree di prima sosta e linea, combatterà con Hamas. Un’organizzazione terroristica ben organizzata in maniera flessibile. Tale gruppo di matrice terroristica non dispone di attrezzature belliche pesanti come i carri armati e l’artiglieria; possiede solo armi leggere e razzi improvvisati. I combattenti terroristici di Hamas sono fortemente radicati e presenti in tutta la Striscia di Gaza. Con una estesa rete di gallerie o tunnel e luoghi nascosti. È interessante notare sia la geografia sia il terreno della stessa Striscia di Gaza, che è densamente urbanizzata, vista la natura piccola e pianeggiante del territorio che aggrava la difficoltà dell’invasione.
I problemi di un attacco di Israele

Un ulteriore fattore di una invasione complicata via terra nella Striscia di Gaza è costituito dal problema degli ostaggi, di cui solo due donne sono state consegnate dagli uomini di Hamas alla Croce Rossa Internazionale. Un numero abbastanza consistente di persone che sono nascoste nei tunnel sotterranei, ostaggi che sono stati rapiti durante l’attacco del 7 ottobre. In primis alcuni bambini portati via in braccio. Dati questi fattori, l’avvio di un attacco di terra comporterà un elevato rischio di carattere costoso, distruttivo e mortale per i palestinesi e gli israeliani. Una guerra che si consuma nell’ambito urbano contro un nemico trincerato viene reputato uno degli scontri bellici più ardui. Lo può insegnare l’esercito statunitense e la sua esperienza nella battaglia di Fallujah. Città irachena in cui si svolsero gli scontri più cruenti dell’invasione anglo-statunitense dell’Iraq.
Israele potrebbe distruggere Hamas

Ora, un’invasione fatta a trecentosessanta gradi potrebbe essere l’unica via per assicurarsi la totale distruzione della struttura dell’organizzazione di matrice terroristica e attore non statale Hamas a Gaza. Gli attacchi dei velivoli militari battenti la bandiera israeliana potrebbero ridurre i punti di sosta e spingere tale gruppo di terroristi a ritirarsi. Ma non si dimentichi che con la loro vasta rete di tunnel sotterranei i militanti sono ben isolati da una campagna aerea militare pura. Questi attacchi, in aggiunta, sovente cagionano danni collaterali, che potrebbero diminuire il sostegno internazionale all’operazione israeliana.
Ci sono anche gli Hezbollah

Non è una crisi destinata a finire presto. Sebbene lo Stato israeliano sarà costretta a dover affrontare giorni e settimane davvero difficili con l’obiettivo di pacificare la Striscia di Gaza. E sradicare il movimento islamico di resistenza. Infine, non va sottovalutato l’altro gruppo Hezbollah. Un’organizzazione paramilitare islamica sciita e antisionista libanese, che ha già minacciato di prendere parte al conflitto nel caso in cui l’operazione di invadere Gaza da parte di Israele dovesse avere inizio.