Il luogo è sensazionale: Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme, in via Appia Monterosso, è affascinante, carica di storia e di storie, ma allo stesso tempo straordinariamente viva, abitata, contemporanea. Tuttavia, questa Radici, nella cui cura sono coinvolta assieme alla responsabile del Museo per CoopCulture Chiara Marangoni, con la supervisione del Comune di Abano Terme, si pone obiettivi diversificati: ritornare al territorio, con spunti di osservazione in qualche modo correlati, a partire da orizzonti diversi. Quasi a comporre la mappa di un luogo ampio, inclusivo e, allo stesso tempo, contraddittorio. E non è forse la dialettica, anche visiva, uno dei presupposti dell’arte?


L’impronta cinquecentesca dei locali affrescati si è via via arricchita nel tempo di ulteriore bellezza, di proprietario in proprietario, fino a passare al Comune di Abano Terme, più o meno negli anni in cui riceveva dal collezionista bergamasco Roberto Bassi Rathgeb il lascito di una preziosa raccolta d’arte: un patrimonio di oltre quattrocento opere tra dipinti, disegni, incisioni, miniature, reperti archeologici, antiche armature, oggetti e mobili.


Una responsabilità che il Comune ha raccolto e trasformato – a partire dagli anni Novanta – in una sostanziale ristrutturazione della villa, per poter accogliere al meglio la collezione. Proprio per la bellezza dei luoghi, ma non solo, la scelta di proporre una bipersonale di arte contemporanea negli spazi di Villa Bassi, è apparsa come una sfida. Del resto, non è la prima volta che accade: qui sono state ambientate, fra le altre, grandi mostre fotografiche come quelle dedicate a Robert Capa o a Elliott Erwitt, o l’esposizione di livello internazionale su Mario Sironi nell’autunno dell’anno scorso.
La sfida di Radici


Sfida massima: affiancare due artiste lontane come percorso, anche se pressoché coetanee. Due storie venete, ma con l’intreccio fecondo di radici altre. Circa venticinque opere a testa, tra tele, manufatti a parete ed installazioni. Entrambe, Annamaria Redolfi e Sarah Seidmann, hanno un solido curriculum professionale ed espositivo, ed una chiara matrice concettuale, anche se declinata in modi estremamente diversi: un’analisi approfondita del rapporto con il mondo naturale e l’essenza dei materiali per Redolfi; una disamina interlocutoria sull’essere umano ed il suo ruolo nel mondo per Seidmann.
Il commento di Marangoni su Radici


«Il percorso della mostra – commenta Chiara Marangoni – conduce, proprio come nel XVI° secolo, nelle stanze affrescate e dedicate agli amori cantati da Ovidio nelle sue Metamorfosi… qui si toccano queste due vite così profondamente diverse, con le rispettive installazioni. Quale occasione riaprire la nuova stagione turistica con una mostra temporanea di arte contemporanea dedicata a due donne, due carriere nella loro singolare e unica maturità, due strade parallele che non s’incontrano neppure nelle sale del Museo … o forse sì?».
Redolfi e le sue radici greche






Annamaria Redolfi, veneziana con origini greco-friulane, opera da sempre in un territorio esclusivo, tutto rivolto alla scoperta fisica di ogni venatura arborea, di ogni linfa. Ecco allora le opere della serie denominata appunto Botanica, o i Burka impeciati e trafitti di specchi, per giungere alle Uranìe, reti su lamiera o Reti fluttuanti, rosse come il sangue versato o blu come il cielo che si specchia nelle acque greche. Segno dell’eterno lavoro femminile; forza di un itinerario di viaggio originale e solitario.
Seidmann e le radici ebraiche


Sarah Seidmann, dal canto suo, vive a Treviso, ma ha radici ebraico-aschenazite, mitteleuropee. Il suo è nome riconosciuto nell’ambito dell’arte concettuale: dagli Stati Uniti ad Israele, dall’Italia ai paesi dell’Est Europa, il percorso di questa artista è nettissimo e multiforme. Memoria e scavo introspettivo, intenzione critica e ricerca inesausta della domanda, più che delle risposte facili. Un omaggio ai suoi celebri quadri blu, alle installazioni materiche che analizzano il vissuto dell’uomo, fino alla serie cosmica che ha contraddistinto gli ultimi anni.
Per queste due protagoniste dell’arte italiana contemporanea, la radice – almeno nelle intenzioni delle curatrici – non è da ricercarsi in riferimenti biografici o in echi tradizionali. Qui le Radici sono artistiche, ma anche morali. Ed è ciò che fa la differenza, in questa mostra.
Lontane eppure cosiì vicine








Sia in Redolfi che in Seidmann, osservare il mondo e l’essere umano – come ricordi, sinestesie profonde ed echi – significa prendere atto della responsabilità verso ciò che si osserva. Significa raccontare e scegliere da che parte stare. La loro radice è forte e, allo stesso tempo (assunto paradossale per ciò che dovrebbe fare da fondamenta), è nomade.
La storia di una gemma lignea in Annamaria, o i suoi Burka dedicati alle donne che non hanno visibilità, ma rilucono ugualmente; le sue Reti che pescano in cielo, colme di una saggezza antica, il letto-rete chiamato Transiti, il rosso di chi è costretto a fuggire.
La memoria tragica di Sarah, che si apre alla speranza di nuova vita; i suoi blu e oro spaziali, dall’infinitamente piccolo all’immenso; il calembour delle sue rose materiche, gli inventari, gli involti di un mondo che trascina con sé angosce e ricordi.
L’omaggio alle due artiste


Dagli spazi dell’ipogeo, dove è organizzato il percorso di Redolfi, al piano nobile (dedicato alle installazioni autoportanti di Seidmann), per poi salire ai piani superiori, dove si dipana l’omaggio a Sarah con le opere a parete: la bipersonale Radici, che s’inaugura il 2 settembre alle 18:00 negli spazi meravigliosi di Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme, ci fa compiere un viaggio coraggioso, inaspettato, intelligente. «L’arte si permette di scavare in profondità, – suggerisce Brandes – anzi ne conserva l’obbligo, al cuore dell’esperienza estetica. Quel nucleo che è memoria, carne e desiderio, senza indulgere in una sterile descrizione del bello. È la grazia eversiva, talora scomoda ma indispensabile, della radice».
Informazioni
Opere di Annamaria Redolfi e Sarah Seidmann
Dal 02/09 al 01/10 2023
Villa Bassi Rathgeb,
via Appia Monterosso, 52
info e prenotazioni: 041 8627167 (dal lunedì al venerdì 9:00-13:00)
Biglietteria: 049 8245284 (solo in orario di apertura del Museo)
Splendida recensione