“Ogni volta che si parla del tempo provo la sensazione netta che si intenda parlare di qualcos’altro”, scrive Oscar Wilde nell’indimenticabile L’importanza di chiamarsi Ernesto. Il tempo meteorologico è sempre stato oggetto di conversazione, tutti adorano questa piacevole e futile oasi confidenziale soprattutto se perturbata. Oggi non è più così, abbiamo capito che i mutamenti climatici ormai sono inarrestabili e stanno modificando l’intero pianeta. Ma lo abbiamo davvero capito?
Il tempo: una variabile importante per Venezia
Segnali importanti su questo fronte arrivano da una delle tante città del mondo che stanno sprofondando, probabilmente la vittima più celebre del futuro innalzamento del livello del mare: Venezia. Imperdibile la mostra allestita nello storico Palazzo Ca’ Corner della Regina, sede della Fondazione Prada: “Everybody Talks About the Weather” ideata e curata da Dieter Roelstraete. “La mostra utilizza Venezia come un monito perché non è mai troppo tardi per cambiare il modo in cui abitiamo la terra” racconta il curatore in un bel video realizzato per l’occasione.
La mostra sul tempo
L’evento della Fondazione Prada esplora i significati del tempo meteorologico nell’arte visiva evidenziando l’emergenza climatica in corso. Più di cinquanta opere di artisti contemporanei e una selezione di opere classiche per rappresentare i vari modi in cui il clima e il tempo hanno plasmato la nostra vita e l’identità culturale. Titolo simbolico e di grande effetto, trae origine dal famoso slogan “Alle reden vom Wetter. Wir nicht” (Tutti parlano del tempo. Noi no), riprodotto in un manifesto nel 1968 dall’Unione Studentesca Socialista Tedesca raffigurante Marx, Engels, Lenin, allora metafora di argomenti da affrontare ben più importanti del meteo. Nel 2019 l’artista tedesca Anne-Christine Klarmann crea una nuova versione con i volti di Judith Ellens, Carola Rackete e Greta Thunberg attualizzando lo slogan (Tutti parlano del tempo. Anche noi), evidenziando quanto oggi sia diventato necessario e prioritario affrontare l’argomento.
La Fondazione Prada e la mostra sul tempo
Lo afferma con decisione Miuccia Prada, Presidente dell’omonima Fondazione, sottolineando l’essenza del progetto nato con l’idea di prendere il tempo atmosferico come punto di partenza per evidenziare l’urgenza del cambiamento climatico: “Il clima è un tema globale e universale, che influenza le azioni e i destini di donne e uomini in tutte le regioni del mondo. Parlare oggi di meteo significa quindi parlare e preoccuparsi del futuro di tutti”.
Logo della mostra una strepitosa opera settecentesca “La laguna ghiacciata alle Fondamenta Nuove” della Fondazione Querini Stampalia
Foto/Photo: Marco Cappelletti e Filippo Rossi
Quanto ghiaccio sotto i ponti! Osservando questo dipinto possiamo scoprire cosa accadde in Europa in quel gelido inverno tra dicembre 1708 e gennaio 1709. Il periodo più freddo a memoria d’uomo con temperature polari: Parigi -23 gradi, Berlino -29, Venezia – 17 con sferzanti venti di bora. La pianura padana era coperta da un metro e mezzo di neve. In poche ore gelarono fiumi, laghi, pozzi. Sul lago di Garda transitavano i carri e in laguna la gente pattinava. Questo fenomeno è stato definito “Piccola era glaciale”. L’Europa ghiacciata del Settecento che si confronta con la modernità in un superbo allestimento progettato dallo studio newyorkese 2×4 che intreccia la dimensione artistica a una serie di approfondimenti scientifici sviluppati in collaborazione con il New Institute Centre For Environmental Humanities (NICHE) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Tutti parlano del tempo
“Everybody Talks About the Weather” si sviluppa su due livelli unendo le dimensioni della ricerca artistica e scientifica.
Al piano terra, un grande ledwall, uno schermo gigante, trasmette in loop le previsioni del tempo estratte da media tradizionali e online di tutto il mondo.
Nelle sale al primo piano opere d’arte storiche condividono lo stesso spazio espositivo con opere recenti e nuove commissioni, stabilendo una continuità ideale tra passato, presente e futuro o, al contrario, innescando un cortocircuito tra visioni opposte.
Artisti attenti al tempo
La mostra rivela la costante attenzione degli artisti nel “parlare del tempo”, dai dipinti allegorici e le pitture en plein air alle recenti installazioni multimediali. Una serie di “stazioni di ricerca” riunisce più di cinquecento libri, pubblicazioni scientifiche e articoli, oltre a una selezione di materiali video e interviste con studiosi e attivisti, materiale consultabile liberamente dal pubblico.
Indubbiamente ci stiamo abituando a leggere le opere d’arte come testimonianze ambientali e la mostra sottolinea questo collegamento. Pieter Vermeersch è l’autore di un’installazione che ripercorre i momenti della storia in cui le opere d’arte testimoniano l’influenza dei cambiamenti climatici sulla cultura. “Impression, soleil levant” di Claude Monet non è solo il manifesto dell’impressionismo, ma anche un quadro sull’inquinamento atmosferico.
Un palazzo che sembra dedicato
Lo splendore di Ca’ Corner della Regina, settecentesco palazzo sul Canal Grande costruito per la famiglia dei Corner di San Cassiano, amplifica la bellezza di opere e installazioni. È il luogo giusto per questo tipo di esposizioni, al piano nobile alcune stanze sono dedicate ai fenomeni meteorologici.
Troviamo la sala del vento, della pioggia, quella delle nuvole e della neve. Molte le opere evocative e turbolente: Tsunami di Richard Onyango del 2005, Storm di Alix Oge del 1969, lo stupendo Sole e Brina di Plinio Nomellini 1905-1910. L’enorme ventilatore ecosostenibile con pale di legno di balsa sullo sfondo del soffitto affrescato rappresenta il mio sogno impossibile di aria condizionata. Non l’ho mai amata e la considero micidiale per la salute e per l’ambiente se usata a sproposito come in genere facciamo oggi.
L’esposizione è ispirata anche dal libro “La grande cecità” di Amitav Gosh considerato uno dei più grandi scrittori indiani, giornalista e antropologo. Nel 2016 ha descritto l’incapacità della cultura contemporanea di affrontare adeguatamente la minaccia del cambiamento climatico dovuta probabilmente alla dimensione enorme e complessa che ha assunto l’attuale crisi, argomento troppo vasto e paralizzante.
Il tempo: un problema messo in luce a Venezia con grande efficacia
L’evento della Fondazione Prada mette in luce con grande efficacia questi problemi universali grazie anche al messaggio del suo curatore: “lo scopo della mostra è trovare un modo per occuparci di questa emergenza facendo quello che abbiamo fatto per tutta l’eternità con tutti quelli che conosciamo, cioè parlare del tempo”.
Info
Everybody Talks About the Weather –a cura di Dieter Roelstraete
20 maggio – 26 novembre 2023
Ca’ Corner della Regina – Fondazione Prada
Venezia – Santa Croce 2215
+39 041 810 9161
Credits: Fondazione Prada, Venezia e Marco Cappelletti
Dott.ssa Elisabetta grazie per farci conoscere tutte le cose belle che accadono nella sua città, in cornici prestigiose come ci spiega: Ca’ Corner della Regina, settecentesco palazzo sul Canal Grande costruito per la famiglia dei Corner di San Cassiano. Il problema del clima è una cosa seria, anche l’arte e la cultura ha il dovere di sensibilizzare le scelte della politica, degli imprenditori e della gente comune. Quante volte ho sentito, anche al Nord Italia, di incendi in discariche, in depositi di plastica, a volte si ipotizza che siano dolosi, molto spesso alcuni dicono che questa sia la risposta italiana e imprenditoriale per facili guadagni dal mercato dei rifiuti. Pensare che Venezia, a causa dei cambiamenti climatici possa diventare una città sommersa fa inorridire. E’ tempo che l’Europa dica chiaro alle grandi potenze come Cina, India e Stati Uniti che se non cambiano il sistema di produzione tutti saremo condannati. Però l’Europa non ha nessuna voglia di mettere sanzioni o boicottare chi produce in forma preistorica con l’energia fossile, l’importante è il prezzo finale del prodotto. Incredibile vedere nelle illustrazioni allegate all’articolo la laguna ghiacciata nel Settecento. Brava la Fondazione Prada a suscitare l’interesse sull’argomento, ma è tempo di fare fatti e non chiacchiere televisive.
Attualissima mostra, quella sul tempo, diventato ormai un serio argomento di dibattito.
Le condizioni metereologiche sono passate dall’essere rompighiaccio di conversazioni che stentavano a decollare a temi di vitale importanza per la sopravvivenza dell’uomo, del regno animale e vegetale.
Per tornare all’arte, è innegabile il fascino che possiedono eventi burrascosi e violenti quando diventano pittura.
Grazie ancora Elisabetta, per aver accostato il meteo all’arte, dando vita a un connubio insolito.