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La maggioranza non basta per avere ragione

Roberto Tumbarello di Roberto Tumbarello
19 Mar 2023
Reading Time: 15 min
La maggioranza non basta per avere ragione
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Costanzo ha lasciato una bell’eredità ma forse non di 70 milioni di euro, come un quotidiano, un tempo autorevole ma non più attendibile, aveva scritto. La maggioranza dei suoi ammiratori erano contenti perché ne avrebbero goduto moglie e figli che lo adoravano. Mentre lui, lavorando continuamente dalla mattina alla sera, non ne ebbe il tempo. In effetti sembravano tanti, troppi. Anche perché si citavano solo due appartamenti nel quartiere Prati di 150 mq a Roma, i diritti d’autore sulle parole di una canzone che nessuno più canta né suona e la sceneggiatura di un vecchio film, che non producono nemmeno quattro soldi, e una villa all’Argentario. Anche lui prediligeva la spiaggia radical chic. La famiglia ha subito smentito. Mi stupivo dell’enorme somma e mi chiedevo come lui l’avesse guadagnata e da dove l’avesse ricavata quel giornale sulle cui notizie una volta si poteva mettere la mano sul fuoco, ora costretti all’umiliazione della ritrattazione. Ma mi faceva piacere che un giornalista, seppure uomo di potere come lui, potesse accumulare tanti soldi, quanto un calciatore.

Se la maggioranza tocca i deboli e non i forti

Io, invece, contavo sulla rivalutazione della pensione, che credevo congrua:  è aumentata appena di 62 €. Purtroppo con l’imminente riforma del fisco ci rimetterò un po’ di soldi perché mi trovo nella fascia di contribuenti penalizzati, e non credo che sia giusto. Infatti, la riforma è criticata sia dai sindacati sia dalla Confindustria. Quindi, peggio non potrebbe essere concepita. Le riforme, Onorevole Premier, non si fanno danneggiando i pensionati. Segua, per favore, da vicino questi disegni di legge perché ho la sensazione che alcuni dei suoi ministri e sottosegretari non siano adeguati al ruolo cui li ha elevati. Molti altri elettori, come me, saranno delusi. Tanto più che la categoria delle partite IVA – chissà con quale vantaggio per l’economia nazionale – gode di un trattamento fiscale inspiegabilmente privilegiato, pur avendo, com’è noto, la possibilità di manipolare la dichiarazione dei redditi. Infatti, è la categoria in cui si annida la maggior parte delle evasioni fiscali. Perciò viene premiata?

Parliamo di pensioni

Quando chi ne ha la possibilità sveglierà la Consulta – e non si capisce perché non sia stato già fatto – i giudici si renderanno conto che la pensione non è un reddito, ma la restituzione di denaro che il pensionato ha versato durante la vita lavorativa. Per di più è rimasto per anni a fruttare nelle casse dello Stato. Invece di corrispondere gli interessi si tassa la pensione come se fosse un guadagno. Io ritengo che non sia costituzionale nemmeno il divario di trattamento fiscale tra cittadini. Chi è tassato alla fonte è tartassato, mentre la categoria dei maggiori evasori gode della Flat Tax. Lei, Signora Premier, è troppo accomodante con i suoi correligionari oltre che con gli alleati. Capisco il suo intento di volergli fagocitare i pochi voti che gli rimangono, ma non consenta che danneggino gli elettori.

La politica è cinica. E lei, che la sa gestire, anziché essere grata a Berlusconi per averla portata fino a Palazzo Chigi – nessuno dimentichi che è tutto merito suo – approfitta della sua veneranda età, che non lo rende più in grado di accorgersi che il centro destra, di cui fu fondatore, non esiste più. C’è solo la destra con un’appendice di leghismo in via di estinzione. È il destino di tutti coloro che, come lui, per soddisfare la propria vanità, si attorniano di yesmen che lo adulano, ma non hanno idee da dargli e scroccano gli ultimi privilegi di cui ancora godono scodinzolandogli attorno.

Salvini continua a prendersela con gli emigranti, che per venirgli incontro annegano continuamente

Crede che siano un problema per l’Italia e non, invece, una risorsa. È evidente che abbiamo bisogno di una nuova forza di lavoro perché, andando in pensione a 62 anni e non mettendo al mondo le coppie più di un figlio, i pensionati stanno superando il numero dei lavoratori che debbono mantenerli. Conviene, quindi, salvarli quando c’è un naufragio perché – come a Cutro – muoiono perlopiù le donne e i bambini, cioè quelli che ci conviene accogliere. Nessuno insinua, Onorevole Premier, che ci sia stata negligenza né malevolenza da parte delle autorità politiche e operative. Certamente non si sono girate dall’altra parte, ma col clima di diffidenza nell’accoglienza che pervadono i due ministeri controllati da Salvini – è mai possibile che non abbia avuto emigranti tra i suoi antenati? – non stimola la Guardia costiera e quella di Finanza a essere solerti nella loro operatività. Forse una tiratina d’orecchie ogni tanto da parte sua non guasterebbe.

Tanto, il semi presidenzialismo lo voteranno ugualmente, non si preoccupi. Fa bene ad attribuire agli scafisti le maggiori responsabilità delle traversate. Però, sappia che sono dei poveri disperati anche loro. Sono omologhi ai capò nei campi di sterminio nazisti. Per guadagnare qualche dollaro in più – o perché costretti con violenza oppure per godere di un momento di autorità – si prestano a fare da equipaggio in quelle imbarcazioni fatiscenti. Infatti, molti annegano durante i naufragi, come i migranti. Però, non è colpa loro se nei cento metri che separavano i naufraghi dalla spiaggia di Cupro non c’era nessuno ad aiutarli, neppure per arrestarli.

Una buona Maggioranza deve saper distinguere

Qualcosa andò storto e non per colpa degli scafisti. Infatti, molti calabresi, che hanno sempre votato per la destra, vi hanno accolto con sdegno, tirando pupazzi di peluche sulle auto blu. C’erano tanti giocattoli sulla spiaggia del disonore, com’è stata battezzata dopo la tragedia. Sembrano essere annegati anche loro assieme ai bimbi che li tenevano stretti al petto come salvagenti, perché li aiutassero a sopravvivere. Quei 38 bambini non erano nemmeno negri, come di solito, questa volta erano bianchi, anzi addirittura ariani. Erano aventi diritto o clandestini? Non trova patetico continuare a distinguere tra chi è regolare e chi no, persino tra i bambini e le donne?

Tutti hanno diritto di fuggire dalla miseria, dalle persecuzioni e dalla tirannia. Lo ha anche ribadito il capo dello Stato. E scapperemmo anche lei e io, seppure fossimo considerati clandestini. Non sono le pene che noi imponiamo né i rischi del viaggio a dissuaderli dall’affrontarlo. Sono disposti a morire pur di raggiungere la libertà, come i nostri eroi d’altri tempi, come veri patrioti. Se non ci fossero gli scafisti, troverebbero altri sistemi. Lo vedremo nei prossimi viaggi, che aumenteranno con la bella stagione.

Se la Maggioranza non rende omaggio alle salme ma organizza un consiglio dei Ministri per poi andare al karoke

Come mai il governo non è andato in visita alla spiaggia, dove emergono ancora dal mare resti umani, e neppure a rendere omaggio alle 77 salme di chi ha perso la vita? Se no, che motivo c’era di convocare il Consiglio dei ministri a Cutro se non per un atto di deferenza ai naufraghi e ai sopravvissuti? Per rimediare all’errore ha, poi, invitato i parenti a Palazzo Chigi. Forse doveva andare di corsa nel comasco, a Uggiate Trevano, alla festa segreta di compleanno di Salvini per cantare il karaoke. Non si poteva rimandare di qualche giorno? Proprio a ridosso del lutto per la tragedia che i calabresi ricorderanno a lungo? Soprattutto quell’immane strage di bimbi, che erano come i nostri. Il naufragio, però, non è stato inutile perché una settimana dopo, tre imbarcazioni, nella stessa costa crotonese, sono state diligentemente salvate dalla Guardia costiera e della Finanza. Millecinquecento migranti che rischiavano di fare la stessa fine sono ancora vivi.

Anche il decreto legge sull’emigrazione è un po’ arruffato e, seppure il capo dello stato lo abbia già firmato, ha raccomandato un’accurata rielaborazione. Non sa che la gatta frettolosa partorisce spesso gattini ciechi? Come mai fa sempre tutto di fretta? Non è meglio riflettere sui procedimenti? Soprattutto quelli da cui dipende la vita di esseri umani. Abbiamo tutti notato con grande ammirazione, però, che, dopo l’intervento commosso del Presidente Mattarella davanti alle salme di Cutro e gli errori di altri, la sua politica sull’immigrazione è apparentemente cambiata. Se continuerà l’evoluzione dal sovranismo a una visione più umana della società, la porterà a non più condividere le posizioni della Lega e anche quelle dei suoi correligionari che hanno il medesimo disprezzo per gli avversari politici. Dopo le prime divergenze, però, sul suo saggio esempio, si convertiranno anche loro.

Un consiglio; una buona Maggioranza deve saper guardare anche al passato

La saggezza dipende anche dai diversi ruoli che si occupano nel tempo. Quando lei era all’opposizione aveva una considerazione differente dell’Europa, tanto che annunciava la fine della pacchia e si stupiva delle accise nel prezzo della benzina. Adesso che è illuminata dal potere e dalla grazia di stato, ha capito che governare è più difficile, che è più saggio collaborare con Ursula von der Leyen – un’altra donna sul suo cammino – con cui sembra che cominci a intendersi. Se farà in modo da agevolare l’ascesa delle donne nella società occidentale, indipendentemente dal loro colore politico, potrebbe esportare la sua leadership anche all’estero.

Infatti, un mondo guidato da donne non può non essere migliore di quello in cui viviamo, fatto di odio, cattiveria, interesse ed egoismo maschile. In questo modo non ci sarà nemmeno bisogno di abiurare il fascismo. Lo farà evolvere lei – come intendeva fare Giorgio Almirante, che, però, non ne ebbe il tempo – scoprendo, magari, lungo il percorso un’evoluzione dell’ideologia che ha la stessa visione del futuro, che però non si basa sulla prepotenza né sul manganello, com’era necessario un secolo fa, ma sulla destra sociale e magari un po’ liberale. Convinca i suoi accoliti – ma anche loro cambieranno vedendo come l’elettorato apprezzerà la sua evoluzione – che governare con amore è più bello e anche più facile.

La Maggioranza deve anche saper punire

Così pure Piantedosi capirà che non bisogna difendere a spada tratta i propri errori. È più umano e apprezzabile ammettere di essersi sbagliati e scusarsi, che è anche più dignitoso. Tanto più che, pur non avendolo rimosso dall’incarico, lei ha avocato a sé i dossier dell’immigrazione, che è ancora più mortificante. Tra i suoi compiti, Signora, rientra pure l’esempio di dignità e onore che la maggioranza dei cittadini disconosce anche se deve distinguere il personaggio politico per dare l’esempio agli altri cittadini. L’infallibilità, che oltre tutto non esiste, è anche odiosa. Mettere una testa di legno perché Salvini si senta più importante con due ministeri non è giusto né morale e nemmeno furbo. Lasci che qualcuno conservi cimeli del passato, che, però, non sono reliquie da venerare. Anch’io conservo ancora nella cassapanca la divisa di boy scout e il cappello universitario. Sono solo vestigia che ci ricordano come eravamo prima che l’età e la civiltà ci facesse crescere.

La Maggioranza guardi al futuro

Quando era all’opposizione si credeva migliore di chi non era donna, mamma e cristiana. Adesso forse si renderà conto che anche chi è ebrea o musulmana, single o gay, pur avendo fatto altre scelte, è un essere umano come lei e merita lo stesso rispetto. Così anche la maggioranza dei migranti, che non hanno avuto la nostra fortuna di nascere e crescere in un paese libero in cui tutti hanno gli stessi diritti e opportunità. Conceda queste attenuanti anche a chi, secondo le sue regole, non ha diritto di scappare dal proprio inferno. Spero che lei sia venuta a sapere di una corrente di pensiero tra economisti e sociologi secondo cui è più conveniente abbandonare in parte l’automazione esasperata di oggi, non per tornare alla catena di montaggio, ma per ripristinare qualche posto di lavoro in più.

La maggioranza delle aziende guadagnerebbe un po’ meno, ma i cittadini e il paese sarebbero più ricchi e felici. Un mondo fatto di robot non lascia spazio alle emozioni, quindi ci contendiamo quei pochi posti di lavoro che la tecnologia lascia liberi. Ormai trovano lavoro solo i laureati e il personale specializzato. Ma anche chi non ha studiato ha diritto di lavorare e vivere decorosamente. Questo è il problema che gli scienziati cercano di risolvere. Ormai denaro ce n’è in abbondanza, ma purtroppo è mal ripartito. C’è chi ne ha troppo e chi troppo poco, qualcuno niente. Gli imprenditori non sentono più la responsabilità della crescita della ricchezza nazionale che la società gli ha affidato. Pensano solo al proprio guadagno credendo di averne diritto. Tra tutte le riforme in programma non crede necessaria una riforma del capitale che sarebbe provvidenziale oltre che giusta?

Tra gli industriali non ci sono più quelli illuminati di un tempo

Adriano Olivetti sosteneva che il dirigente d’azienda non dovrebbe guadagnare più di dieci volte la paga media dei dipendenti. Oggi la proporzione si è centuplicata. Qualche mese fa il consigliere delegato di Total France si dimise perché trovava mortificante guadagnare solo quattro milioni di euro l’anno. Ecco perché le continue riduzioni di personale e la disoccupazione. Di conseguenza c’è tanta violenza e anche corruzione, il fallimento delle famiglie che si dividono, i figli che crescono senza guida, le donne che vengono penalizzate e addirittura aggredite, il sesso che prevale sull’amore, una società che invecchia perché non si riproduce, l’umanità che odia i propri simili. Così nascono le guerre, le carestie e le dittature. Il compito di un governo saggio è di evitare che il genere umano viva in tale cattività. Allora, sì, che si può togliere il reddito di cittadinanza a chi è in condizione di lavorare.

Non è giusto, invece, colpevolizzare l’intera comunità se c’è chi percepisce un reddito di cui non ha diritto. La maggioranza di questi ruba poco in rapporto agli altri. Oggi rubano tutti anche chi non ne ha bisogno. A causa dell’informatizzazione dell’industria si è allargato il gap tra chi vive nel benessere più sfarzoso e chi arriva stentatamente alla fine del mese. Il razzismo è figlio della sperequazione che lo stato non riesce più a equilibrare per la nascita di lobby che intralciano la parità dei diritti umani tra i quali una vita serena per tutti. Ecco perché nascono corruzione, ignoranza, cattiveria e criminalità. Basta limitare la diffusione dell’informatica per usi non evolutivi ma egoistici. Il progresso scientifico e tecnologico non deve essere prerogativa di categorie ristrette ma dell’intera comunità, compresa la povera gente.

In una società in cui tutti sono soddisfatti, anche i ricchi vivono meglio pur non scalfendo la propria ricchezza

Da noi, invece, appena si parla di patrimoniale, seppure di minime percentuali, scattano i meccanismi di difesa dei miliardari che accusano il governo di appropriazione indebita e criminalità organizzata. Beneficienza e volontariato sono, invece, equilibratori di ingiustizie sociali. Nessun povero si scandalizza quando si parla di Flat tax, anzi tutti votano per i partiti che la propongono nella speranza che, se qualche briciola cade dalle mense piene del ben di Dio, possa finire nei piatti di bimbi denutriti. Differenze sociali e ricchezza sono divisive. Anche le mafie scaturiscono da tale reazione. Non sono dei Robin Hood ma nascono dalla sperequazione. Ecco perché oggi ci sono centinaia di imprenditori nel mondo (la maggioranza) che posseggono decine di miliardi di dollari.

Che se ne fanno? In Cina il governo comunista ha limitato l’uso del cellulare e di internet a tre ore al giorno, ma non agli imprenditori di accumulare ricchezza. Bel comunismo! Le democrazie, invece, dovrebbero impedire che ne vada di mezzo l’equilibrio sociale ed economico. Se fossi in lei, Signora Presidente, organizzerei una conferenza sulla pace per responsabilizzare i Grandi del mondo. Siamo arrivati al punto in cui è inutile combattere per resistere. La Russia sta distruggendo l’Ucraina. Tra poco rimarranno attive solo le armi che noi e la Nato inviamo a Zelensky per difendere un territorio ormai desertico senza vita umana né speranze di rinascita. Noi, come controffensiva, continuiamo a minacciare banali e inutili sanzioni a Russia e Cina. L’unica proposta di pace è cinese, mentre l’Occidente tace, più interessato a continuare la guerra.

Un Maggioranza con la M maiuscola deve anche aiutare fuori dai propri confini

Non essendoci più nulla da distruggere in Ucraina, Putin rivolge le proprie attenzioni a Moldavia e Georgia, che, attratte scioccamente anche loro dal benessere della nostra società del benessere, continuano ad avvicinarsi all’Unione Europea e ad allontanarsi dalle tradizioni e dalle loro radici storiche. Putin non vuole che i suoi confini siano accerchiati da paesi aderenti alla NATO o all’Europa. Lo considera un pericolo per l’incolumità del suo territorio. Non importa di chi è la ragione, ma non è saggio provocarlo, trattandosi di un paese che non è ancora uscito dalla cultura della tirannia dopo i 70 anni di Unione sovietica.Dovremmo aiutare i russi a scoprire la democrazia, anziché sfruculiare Putin.

Non gli si può neppure dare torto, dato che il Patto di Varsavia – organizzazione politica e militare analoga ma opposta alla NATO, che proteggeva i paesi sottoposti all’influenza dell’URSS – si sciolse nel 1991, due anni dopo il crollo del Muro di Berlino. La NATO, invece, è sopravvissuta, supponendo che dopo i sovietici ci fossero nuovi nemici dell’Occidente. A dare ragione a Putin ci sono la Cina, l’India, il Sudafrica e alcuni paesi africani. Quindi, la metà della popolazione mondiale, oltre a molti cittadini europei, compresi gli italiani, che non vedono di buon occhio – ne abbiamo già analizzato le cause – la supremazia americana. Lei, gentile Premier, è capitata in un momento fatidico della civiltà. Se continuiamo a sfidare gli avversari o i nemici, qualcuno può perdere la testa e salta tutto per aria. Tanto, per il potere la vita di milioni di creature non vale nulla.

Gli eroi della storia sono il più delle volte persone normali che hanno un’iniziativa geniale e risolutiva, che capovolge le sorti dell’umanità

Oggi è uno di quei momenti in cui la società occidentale decide del proprio futuro e forse anche di quello del mondo intero. Siamo arrivati alla resa dei conti. Solo i politici non se ne sono ancora accorti e continuano a sperare che l’Ucraina vinca la guerra. E se così fosse, secondo lei, Putin si ritirerebbe chiedendo scusa o potrebbe reagire inconsultamente col potente arsenale pieno di ordigni nucleari che possiede? Però, se si fa avanti il saggio e fa la proposta giusta, che conviene anche a lui, avrà l’approvazione e la gratitudine della maggioranza delle persone e apparirà sui libri in cui studieranno le prossime generazioni. Lasci perdere fascismo e comunismo. Ottant’anni anni fa non c’era l’energia nucleare, che Hitler e Stalin non avrebbero esitato a usare. Come non esitarono poi gli americani, che, invece, avevano l’atomica – grazie alla scoperta di Ettore Majorana, che Enrico Fermi portò negli USA – a lanciarla su Hiroshima e Nagasaki.

C’è sempre un Sansone che preferisce morire purché muoiano anche i filistei. Majorana fu assalito dal rimorso di coscienza quando si rese conto di avere scoperto con la scissione dell’atomo un ordigno micidiale di morte, non di progresso sociale e di pace come nelle sue intenzioni. Oggi questi pericoli, che la maggioranza delle persone non teme – perché nessuno oserebbe spegnere la vita sulla Terra – sono più probabili che mai perché l’ignoranza e la presunzione dominano il mondo, ancora di più nelle dittature, dove alla mistura esplosiva si innesta anche, per mancanza di scrupoli, la crudeltà. Ognuno si crede più forte. Nascono le angherie e i soprusi, finché, poi, è inevitabile il terrorismo e la guerra, che per chi muore è già la fine del mondo. Lo spieghi alle sue teste calde, che non si rendono conto di boicottare il suo operato. Lei ha tante qualità. Le manca ancora – ma spero che sia la sua prossima conquista – un po’ di umanità e l’umiltà di ammettere che talvolta lei e i suoi fedelissimi sbagliate e vi incaponite a non scusarvi. Cerchi di capire che non basta la maggioranza per avere ragione.

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Giornalista, laureato in Giurisprudenza. Per tanti anni portavoce in Italia del Consiglio d’Europa, è esperto in Comunicazione e Diritti umani.

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