I dati non sono rassicuranti, ma parlare di allarme forse è esagerato. Comunque gli indici di trasmissibilità, l’R-t medio nell’ultima settimana è pari all’1,07% . Ed ha quindi superato la fatidica soglia epidemica di 1. Tradotto in parole povere vuol dire che il virus ha ripreso a circolare e l’incidenza di nuovi casi, 504 ogni 100000 abitanti, è cresciuta in una settimana in Italia del 62%. Lo notiamo anche dalla incrementata richiesta di tamponi che arrivano alla nostra clinica Tirelli medical di Pordenone dove non arrivavano tali richieste da diverse settimane.
Il virus ha ripreso con la variante

La variante corre in otto regioni con la Sardegna in testa, ma sono a rischio alto anche Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia, Umbria e anche Veneto. L’occupazione delle terapie intensive a livello nazionale ora è al 2,2% contro l’1,9% di una settimana fa. E i ricoveri sono stati 225. Anche se le restrizioni sono state quasi tutte revocate, non si vogliono assolutamente favorire i contagi come succede in altri paesi. Ma questa ondata è sorprendente anche se non si accompagna fortunatamente a pazienti gravi.
L’Italia cerca misure contro il virus che ha ripreso

L’Italia continua a mantenere una visione cauta e a raccomandare le mascherine in certe situazioni (nei concerti, nelle feste) e a spingere sull’accelerazione verso la vaccinazione per coloro che sono fragili, così si esprime l’agenzia italiana del farmaco (AIFA). Non si capisce poi bene perché non c’è un’adesione alla quarta dose come potrebbe essere il caso per i fragili. E questo non sempre dipende dalla mancanza di fiducia nel vaccino ma dalla percezione che molti hanno del minor rischio di sviluppare oggi una forma grave di covid. Purtroppo però la variante Omicron BA-5 continua a contagiare sebbene in modo meno aggressivo.
In attesa di un nuovo vaccino

Qualcuno pensa che si debba aspettare il nuovo vaccino aggiornato, anziché insistere a proporre il vecchio. Ma non sembra una buona scelta, soprattutto per i soggetti a rischio. Cioè quelli oltre ottant’anni e quelli che hanno dai sessanta ai settantanove anni ma con malattie che li rendono più suscettibili a un’infezione severa. La quarta dose è sicura e i dati della protezione degli over ottanta sono convincenti. E dovrebbero spingere i destinatari a fare la quarta dose perché sappiamo che a 4-6 mesi dalla terza dose gli anticorpi scendono gradualmente, come ho potuto constatare personalmente nella mia esperienza personale dove ho notato un calo piuttosto significativo della produzione degli anticorpi anti covid 19 nel tempo dopo la terza dose.
Il mio consiglio

Meglio vaccinarsi adesso per coloro che sono a rischio piuttosto che attendere l’arrivo di nuovi vaccini che potrebbero arrivare ad ottobre. La novità di questi vaccini è che saranno adattati non solo al virus originario di Wuhan ma alle varianti Omicron. Per il futuro è probabile che ci saranno richiami annuali ma dipenderà dalla progressiva evoluzione del virus
Contagi: usiamo le mascherine

Infine ricordiamoci che le mascherine sono ancora utili soprattutto nelle situazioni ancora a rischio, quando cioè vi sono affollamenti di persone. E’ uscito anche un articolo su Lancet dove un’associazione internazionale che si chiama covid 19 cumulative infection collaborators ha valutato che nel mondo da marzo 2020 a novembre 2021 vi sono stati oltre 3 miliardi di persone che si sono infettate. Cioè il 45% della popolazione globale. Ovviamente la stragrande maggioranza è guarita e soltanto una piccola frazione di anziani e fragili hanno potuto andare incontro a morte.
Una parte poi non indifferente di guariti (20-50%) è andata incontro al Long-covid, che abbiamo studiato e trattato nella nostra clinica tra i primi in Italia.