Il design sostenibile, detto anche “design for sustainability”, “ecodesign” o anche “design ecologico” è ciò che riguarda la progettazione di un prodotto nel rispetto dell’ambiente.
L’intento del design sostenibile è quello di eliminare completamente l’impatto negativo sull’ambiente attraverso la realizzazione di prodotti a fronte di un design intelligente e sensibile. La progettazione sostenibile applica il principio della riduzione delle quantità di risorse necessarie. Ad esempio ma non solo: riuso, manutenzione, riciclo, dematerializzazione del prodotto-servizio. Utilizzo di energie rinnovabili e riduzione delle emissioni inquinanti attraverso la scelta di materiali particolari. L’analisi e la certificazione, sono i motivi trainanti del processo di progettazione del design sostenibile.
Un po’ di storia del design sostenibile
A seguito dell’espansione dell’attività industriale, sorsero le prime critiche riguardo al degrado ambientale che questo sviluppo portava con sé. Icomponenti del movimento “arts and crafts” (1859-1900) furono i primi fautori delle discussioni intorno a questo tema. Che, già allora, si manifestava per essere un vero e proprio problema da non sottovalutare. Le questioni teoriche iniziano ad avere un peso concreto sui progetti e sulle produzioni industriali di oggetti d’uso quotidiano quarant’anni dopo l’inizio del dibattito. Che si aprì già tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. Periodo in cui si riscontrano le prime prese di posizione nei confronti dei problemi ambientali.
Quando iniziò l’interesse per il design sostenibile
Alcuni esponenti della cultura del design spostarono la loro attenzione sulle problematiche legate alle responsabilità del progettista riguardo, ad esempio, al tema dei consumi. Anche in Italia, in quegli anni, il movimento noto come Radical Design o anche Contro-design, che vedeva come esponenti di spicco Ettore Sottsass, Gaetano Pesce e Riccardo Leoni, tra gli altri, argomentava il proprio discorso critico riguardo alla società dei consumi. Con l’idea che si fosse persa quella da loro definita la “speranza progettuale”, che andava assolutamente recuperata. L’avvio di studi concreti in materia iniziò negli anni Ottanta. Anche se ancora per parecchio tempo, a livello progettuale e industriale, non si verificarono significativi cambiamenti di direzione, verso una nuova estetica sostenibile.
Gli anni ‘90
Negli anni ’90 diventano chiari gli effetti ambientali attribuibili a un prodotto. Di conseguenza l’attenzione si sposta sulla progettazione a basso impatto ambientale. Viene introdotto il concetto di “ciclo di vita” per valutare i prodotti lungo la loro intera durata, fino alle ultime fasi. Quelle dello smaltimento e della dismissione finale. Con la nascita di questo concetto, si afferma la metodologia dell’analisi del ciclo di vita. Che ha il compito di valutare gli effetti sull’ambiente di tutti i processi delle fasi del ciclo di vita e delle prestazioni del prodotto.
Con la nascita del LCA (Life Cycle Analysis – Analisi del Ciclo di Vita), il prodotto viene progettato tendendo conto implicitamente di una visione più estesa di quella fino ad allora adottata per la progettazione. È evidente quindi un passaggio dalla progettazione del prodotto alla progettazione dell’intero sistema-prodotto coinvolgendo anche quelle fasi che inizialmente non venivano considerate nella progettazione.
Il design sostenibile per l’equità e la coesione sociale
Il principio di equità prevede che ogni persona abbia diritto alla stessa disponibilità di risorse naturali globali, in uno schema di equa redistribuzione delle risorse. La discussione sul ruolo del design in relazione all’etica sociale, è esteso a questioni quali:
i principi e le regole della democrazia, dei diritti umani e della libertà;
il raggiungimento della pace e della sicurezza;
il miglioramento delle informazioni, della formazione e dell’occupazione;
i principi di equità mondiale nella disponibilità delle risorse;
il rispetto delle diversità culturali, delle identità regionali e delle biodiversità naturali.
Un esempio è quello dell’innovazione sociale sostenibile che genera molteplici soluzioni a basso impatto ambientale, nascendo da una partecipazione sociale attiva.
I principi del design sostenibile
Il design sostenibile ha alcuni principi generali:
uso di materiali riciclati o riciclabili, realizzati con l’utilizzo di energie alternative;
risparmio energetico: utilizzo di processi produttivi atti a ridurre i consumi energetici;
qualità e durata: maggiore resistenza all’usura per ridurre i rifiuti prodotti;
design e riciclo: previsione di un secondo utilizzo per l’oggetto prodotto, sia come materiale sia come funzione;
minima diversità dei materiali: all’interno dei prodotti multicomponenti deve essere ridotta al minimo per facilitare lo smontaggio;
uso di risorse rinnovabili: materiali provenienti da fonti rinnovabili, gestite in modo sostenibile, con la possibilità di compostarle quando non siano più utili.
Perché un prodotto possa rientrare a pieno titolo nella categoria dell’eco design, dovrà avere determinate caratteristiche a partire dai materiali con cui viene realizzato. Ma c’è anche un altro aspetto cruciale che sta consentendo al design di assumere un ruolo sempre più importante nella transizione in atto per fronteggiare la crisi ambientale. La sua crescente accessibilità. Essere pienamente sostenibili significa, infatti, anche essere alla portata di una vasta platea. E non il privilegio di una nicchia in grado di poterselo permettere economicamente.
Applicazioni
Dalla progettazione di piccoli oggetti di utilizzo quotidiano alle realizzazioni di intere aree urbane, il design sostenibile trova applicazioni in numerosi settori. Architettura e architettura del paesaggio, design urbano, progettazione urbanistica, ingegneria, grafica, design industriale, architettura degli interni e design della moda. Associare la parola sostenibilità all’architettura e al design vuol dire partire da presupposto che tutto quello realizzato deve essere considerato sempre in relazione alla sua finalità ambientale. Lo scopo è quello di soddisfare le esigenze delle persone, arrecando il minor danno possibile al mondo circostante. Inserendo i prodotti finali in maniera armoniosa nei contesti nei quali andranno utilizzati, ricercando una relazione equilibrata tra gli oggetti e l’ambiente.
Il design sostenibile e il rispetto per l’ambiente
Gli edifici si costruiscono riutilizzando quasi del tutto materiali recuperati e che non inquinino. Cercando quanto più possibile di realizzare edifici che possano essere scomposti in parti da riutilizzare o smaltiti facilmente. Per evitare il più possibile l’impatto negativo sulla natura, si cerca anche di installare nelle costruzioni dei sistemi di raffreddamento efficienti. Che riducano il consumo di acqua ed elettricità. Insomma, cambia del tutto la politica intorno alla progettazione, sin dalle prima battute. Che coinvolge anche la sostenibilità dell’architettura d’interni. Coniugando estetica e materiali ecocompatibili, ad esempio nella scelta delle vernici, con predilezione per aziende locali sostenibili e solo materiali riciclati.