Sembra l’anno della Ferrari, sono bastati tre gran premi per offrire sensazioni precise, Leclerc adesso è il favorito per il mondiale, Sainz è terzo e oggi si corre a Imola. E’ il gran premio del Made in Italy, sino al 2006 lo chiamavano di San Marino. E’ la pista dedicata a Dino Ferrari, scomparso nel 1956, e al padre Enzo, il Drake, è la pista più vicina al nordest e a migliaia scenderanno da Veneto e Friuli Venezia Giulia, più ancora che per andare a Monza. Il mondiale alla Ferrari manca dal 2007, 15 anni, ci avviciniamo al ritardo record seguito al titolo conquistato da Jody Scheckter, il sudafricano del 1979, dopo di lui arrivò Michael Schumacher, nel 2000, dunque 21 stagioni di digiuno. Lewis Hamilton è partito male, Max Verstappen resta un buon avversario, stavolta la Ferrari sembra davvero attrezzata per battersi per il primato. Perlomeno non dovrebbe sfuggire il mondiale costruttori, che manca dal 2008.
I pronostici sulla Ferrari
Reclerc è lo strillo più gettonato dai quotidiani che hanno titolato così dopo il terzo gran premio della stagione. La macchina è super, dopo anni terribili: 5 podi la scorsa stagione (uno solo per Leclerc), 3 nel 2020, la speranza è di battere i 29 del 2004, record, tantopiù che adesso sono aumentate le gare. Se la nazionale di calcio è stata incapace di qualificarsi al mondiale, per la seconda volta di fila, dopo essere uscita al primo turno nel 2010 e nel 2014, l’Italia si aggrappa all’altra nazionale, la Rossa, appunto, un concetto che mi ha inculcato Benny Casadei Lucchi, da tre anni a capo de Il Giornale, quando ero a contratto nella sua redazione.
Ferrari e Valentino Rossi
E sempre Beniamino, all’anagrafe, mi ha inculcato il culto degli altri motori, la motogp, con il suo culto di Valentino Rossi. E’ il primo anno senza il suo e nostro idolo, e adesso in testa c’è la Ducati, di Borgo Panigale, Bologna, non lontano da Imola, con il Gresini racing, dedicato a Fausto Gresini, morto di covid l’anno scorso. Enea Bastianini detto la Bestia è il leader del mondiale, che oggi torna in Europa, in Portogallo, e terza c’è l’Aprilia di Espargaro, la casa di Noale, Venezia, quarta fra i costruttori, dopo Qatar e Indonesia, Argentina e Americhe.
Insomma c’è aria di doppietta, addirittura, di Ferrari e Ducati, con speranze per l’Aprilia magari persino di successo. E’ il boom dei motori e gioisce anche Carlo Pernat, editorialista e manager storico della motogp, uno che ha avuto il coraggio di scrivere con un altro genovese, Massimo Caandri, “Belin che paddock”, ovvero di parlare di tutto quanto è dietro le quinte nel mondo dei motori. E’ l’altra faccia dello sport, che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare fino in fondo: dove girano soldi, tanti, gira anche il proibito.
Proibito non è sognare, con queste Ferrari, Ducati e Aprilia, senza dimenticare le altre case italiane, l’Alpha Tauri che ha sede a Faenza, in provincia di Ravenna, e una volta era Toro Rosso e ancor prima Minardi, e l’Alfa Romeo, peraltro di proprietà svizzera, e la Pramac Racing, nella motogp, con sede in Toscana, a Casole d’Elsa, Siena.
E poi c’è tanta Italia fra i piloti, nella ex 500 anche Francesco Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli, Andrea Dovizioso e Marco Bezzecchi, Luca Marini e Fabio di Gianantonio.
Ah, controlliamo, in F1 non c’è nessun italiano, quest’anno
Per 3 stagioni c’era stato Antonio Giovinazzi, pugliese, prima ancora Jarno Trulli, abruzzese, e Giancarlo Fisichella, romano, e Alex Zanardi. L’ultima azzurro in lotta per il titolo fu Riccardo Patrese, padovano, uno dei personaggi preferiti da Bepi Donazzan, come lo chiamava Daniele Dallera, capo dello sport de Il Corriere della Sera. Il giornalista vicentino è stato per una vita a Il Gazzettino. Ed era biografo anche di Ayrton Senna, che scomparve il 1° maggio del ’94, proprio a Imola.
Ferrari e Villeneuve
A proposito di tragedie, l’altra è stata rievocata in questi giorni da Leo Turrini, su Skysport24. Ovvero il duello del 1982 a Imola fra Gilles Villeneuve e Didier Pironi. Vinse il francese contravvenendo agli ordini di scuderia, della Ferrari, e nel gran premio successivo il canadese trovò la morte a Zolder. L’8 maggio del 1982, ormai saranno 40 anni, durante le prove, in Belgio. Era il pilota preferito da Enzo Ferrari e idolo di tanti giovani. Una delle tante tragedie che hanno punteggiato la storia dei motori.
Chiudiamo con i gran premi di F1 nella storia. In Italia sarà il 103°, si è corso anche al Mugello, nell’anno del covid, e a Pescara
Ho nostalgia dei gran premi di anni ’70 e ’80 con località cult, da quiz. Kyalami (Sudafrica) e Watkins Glen (Usa), Brands Hatch (Inghilterra) e Nelson Piquet (Brasile), Jarama (Spagna) e Phoenix (Usa). Ci vorrebbe un album di figurine di gran premi e piloti. Intanto, oggi, Skysport lo propone anche in chiaro, su Tv8. A Imola c’è il tutto esaurito. Occhio soltanto al covid, a non abbassare la guardia e dunque le mascherine.
Ammazza che nera