Nella storia del cinema difficilmente i capitoli seguenti di un film che ha dato inizio ad una saga superano il successo del primogenito. Amici Miei atto II°, invece, riesce nella non facile impresa di superare il successo dell’opera prima.
Amici miei 7 anni dopo
Nel 1982, dopo sette anni, il regista Mario Monicelli cede alle pressioni del produttore De Laurentis e confeziona un capolavoro della comicità. Inizialmente, Monicelli non era convinto di girare un seguito, soprattutto per rispetto verso l’amico Pietro Germi, ma poi, spinto dal produttore e dal pubblico, accetta. Ciò che differenzia Amici Miei dal suo discendente è la liberta d’azione del regista che, in questa occasione, non è più obbligato dal sacro vincolo dell’amicizia a rispettare quanto disposto da Pietro Germi, ideatore del primo film, tragicamente scomparso ad una settimana dall’inizio delle riprese.
Amici Mie secondo Monicelli
Monicelli, pur rimanendo fedele allo schema iniziale di Germi, dà libero sfogo alla sua genialità e personalizza l’opera, lasciando sempre aperta la porta agli aspetti melanconici ma alzando il livello di comicità. Monicelli attua poi, forse in modo involontario, una “toscanizzazione” del film. Fino ad allora, infatti, la comicità toscana era limitata a qualche figura caratteristica, a delle figure buffe che aspiravano la “c” e dicevano, al massimo, un paio di battute. I veri grandi comici italiani erano napoletani (Totò e Peppino De Filippo), romani (Sordi e Fabrizi), siciliani (Franchi e Ingrassia). Con Amici Miei atto II° s’inaugura un filone che aprirà al grande pubblico il modo di ridere toscano, fatto di dissacrazione, cazzeggio, non prendersi mai sul serio e sfumature di volgarità senza però essere mai volgari.
La trama
La trama è sempre la solita: un gruppo di amici si ritrova per organizzare le ormai famose zingarate del primo film per sfuggire alla quotidianità della vita, pianificando scherzi in serie al malcapitato di turno. Questa volta i cinque amici sono diventati quattro per la dipartita del Perozzi (Philippe Noiret), che però sarà presente nel film con una serie di flashback. Un’altra novità riguarda la figura del Necchi, il titolare del bar dove si ritrova il gruppo, che viene interpretato da Renzo Montagnani al posto di Duilio Del Prete. Questo è uno dei più importanti cambiamenti di Monicelli che già nel primo film avrebbe preferito Montagnani a Del Prete, ma non sostituì l’interprete per rispetto di Germi.
Amici Miei e Montagnani
Renzo Montagnani, un grandissimo attore teatrale purtroppo dimenticato e snobbato dalla critica perché spesso protagonista di commedie sexy (in realtà le girava per un fine nobile: curare in Inghilterra la figlia gravemente malata), dà il meglio di sé e porta la figura del Necchi al livello comico degli altri protagonisti.
Le scene cult di Amici Miei
Il film è ricchissimo di scene cult come quella iniziale dove gli amici si ritrovano davanti alla tomba del loro amico Perozzi o quella dove fanno credere a un gruppo di turisti che devono puntellare la Torre di Pisa o un’altra storica come quella della crocifissione di Gastone Moschin. Ma potremmo elencare tutte le scene del film perché in ognuna di esse troviamo spunti comici irresistibili, mischiati, però, con sottofondo di tristezza, tipica dell’opera di Monicelli.
Altri attori di livello
In Amici Miei atto II° fanno da contorno ai cinque protagonisti altri grandi attori del cinema italiano come Paolo Stoppa, monumentale nel ruolo dello strozzino Savino Capogreco e un giovane Alessandro Haber. Per non parlare, ma era già presente nel primo film, di Milena Vukotic nei panni della moglie del conte Mascetti (Ugo Tognazzi). Sia Stoppa che la Vukotic vinsero il David di Donatello per le loro interpretazioni.
Di Domenico Ciotti