La serie dei tre film di “Amici miei” è uno dei monumenti presenti nel Pantheon della cinematografia comica italiana. I film, soprattutto il primogenito e Amici-atto II, raccolgono nuovi adepti ad ogni passaggio televisivo. Così alla folta schiera degli appassionati della prima ora, si sono aggiunti e si aggiungono negli anni figli e nipoti attratti dalle risate di genitori, nonni e zii quando rivedono, magari per la trentesima volta, i film della fortunata serie.
Il primo Amici miei


“Amici miei” ebbe una genesi particolare e drammatica. Il suo papà fu il regista Pietro Germi che concepì e scrisse il primo film con Tullio Pinelli e con la coppia Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Leggendo questi nomi, i più attenti appassionati di cinema avranno capito il perché del successo di Amici miei. La coppia Benvenuti-De Bernardi è stata una delle più affiatate e collaudate del nostro cinema e grazie a loro milioni di spettatori hanno riso e rideranno.
Gli autori
Dalle loro menti sono usciti capolavori della risata, oltre ad Amici Miei: Fantozzi, Un sacco bello, Il marchese del Grillo. Ma dalle loro macchine da scrivere sono usciti anche capolavori di tutt’altro genere come: C’era una volta in America di Sergio Leone. Per non parlare di Tullio Pinelli che aveva al suo attivo una stretta collaborazione con Fellini e De Sica: 8 ½, I vitelloni, Giulietta degli Spiriti, Il giardino dei Finzi-Contini.
Amici Miei e il successo
La scrittura solida ma al tempo stesso geniale, le battute costruite su misura per gli attori scelti, come un sarto d’alto livello calibra le sue giacche sul corpo dei suoi clienti, hanno dato al film una comicità destinata a durerà. Non a caso ciò si è verificato per altri film scritti da Benvenuti e De Bernardi: la saga di Fantozzi e i primissimi film di Carlo Verdone. Opere le cui battute, insieme a quelle di Amici miei, sono ricordate a memoria dagli appassionati.
Pietro Germi


Ma torniamo a Pietro Germi. L’idea e la trama del film erano semplicissimi, ma, come sosteneva Sergio Leone, i film migliori sono quelli la cui trama la puoi scrivere su un pacchetto di sigarette. E quella di “Amici Miei” si può riassumere in poche parole: un gruppo di cinque amici che, annoiato dalle rispettive vite, si ritrova per fare scherzi a dei malcapitati.
Il passaggio a Monicelli


Germi, però, si rese conto che non avrebbe mai potuto dirigere quella pellicola. Il suo stato di salute era precipitato e chiese a Monicelli un regalo: “dirigi, tu, il film.” Monicelli accettò e, da gran signore, fece scrivere nei titoli di testa: un film di Pietro Germi con la regia di Mario Monicelli.
Il successo e il cast di Amici miei


Molti fattori contribuirono al successo del primo film, record d’incassi al botteghino e campione negli anni seguenti nel mercato, un tempo ricchissimo, degli home video. Primo tra tutti la scelta azzeccatissima degli attori. Ugo Tognazzi, che interpreta il conte Mascetti, un nobile decaduto. Philippe Noiret nei panni del giornalista Giorgio Perozzi. Gastone Moschin è l’architetto Rambaldo Melandri. Duilio Del Prete è il Necchi, titolare del bar quartier generale del gruppo di amici. Adolfo Celi interpreta il primario Alfeo Sassaroli.
Amici miei nella vita. Prima il divertimento sul set


I cinque giocano sul set come gli Harlem Globetrotters su un campo di basket, ciò è dovuto, oltre alla loro bravura, alla sapiente regia di Monicelli. Ma il merito di Monicelli, sostenuto come detto dalla grande sceneggiatura e dagli attori scelti, è soprattutto quello di aver dato al film un ritmo impressionate che fa ridere, sorridere ma anche commuovere lo spettatore fino all’ultimo fotogramma. Il ritmo serrato è dovuto anche al montaggio di Ruggero Mastroianni, fratello di Marcello. Quest’ultimo doveva, originariamente, interpretare il conte Mascetti, ma alla fine, non convinto, rifiutò. Il ruolo, andato poi a Tognazzi, fu proposto da Monicelli, che ci aveva provato anche con Brancaleone, a Raimondo Vianello, che anche questa volta si negò, forse perché troppo deluso dalle sue precedenti esperienze cinematografiche. Appuntamento alla settimana prossima con il secondo atto.
di Domenico Ciotti