Ciao Enrico, quando sei arrivato alla redazione della neonata “Nuova Venezia” da Roma, avevi 29 anni, un padre famoso, il latinista Vittorio autore di un dizionario classico conosciuto in tutti i licei, e la mamma scrittrice Eugenia Bruzzone.
Enrico Tantucci e l’amore per Venezia

Eppure in redazione ti abbiamo voluto bene subito, per la tua umiltà, per la tua ironia, per la tua cultura. A differenza di tanti tuoi colleghi giunti dalla capitale, sapientoni e saccenti. Ti sei fatto amare, da veneziano autentico e acquisito: alla Biennale, alla Fenice, ai Musei Civici, allo Iuav e a Ca’ Foscari. Perché eri una persona semplice e un vero cronista. Eri molto ironico e amavi i giochi di parole, come i calembour, termine francese che pochi di noi all’epoca conoscevano.
Una banda che ti ha sempre amato

Mi ricordo in redazione a San Lio, nei pressi di Rialto con il capo Lele De Polo, che noi vedevamo vecchio perché arrivava dal Gazzettino, ma eravamo una redazione di giovanissimi e impertinenti, a cominciare da Giovanni Stefani, Giorgio Cecchetti, Mario Lollo, Gianluigi Cortese, Claudia Fornasier, Roberta De Rossi, Alberto Vitucci. Un vero gruppo goliardico. Una banda di cronisti sciamannati che lavoravano per divertimento. Mi ricordo uno scherzo che facemmo ad una giovane collega di Roma, che doveva venire a lavorare a Venezia. Ci chiese, gentilmente, dove parcheggiare l’auto, e noi bastardi dentro, rispondemmo in coro: vicino al ponte di Rialto, c’é un parcheggio gratuito….Fu poi costretta parcheggiare a Mestre e quando arrivò in redazione era molto molto arrabbiata.
Ciao Enrico, ci mancherai.
La redazione tutta di http://www.enordest.it si unisce al dolore della famiglia e di tutti i colleghi de La Nuova Venezia per la perdita di un grande giornalista quale era Enrico Tantucci.

















































































