Ci sono voluti tredici anni: i fratelli Denis, Claudio (ex corridore ciclista e politico del comune di Ormelle) e Ivan Ruffoni hanno presentato il frutto di un lungo lavoro in un’estesa area coltivata a vigneto che ora porta il loro nome. Si tratta dell’Azienda agricola Centelan di Ruffoni di Ormelle (Treviso) che, con l’acquisto nel 2011 di un’importante area nella zona di Forcate a cui ha fatto seguito l’acquisto di ulteriori terreni a Budoia e Roveredo, ha raddoppiato di fatto la sua capacità di produzione che si estende oggi su circa 100 ettari, equamente suddivisi tra Friuli e Veneto.
C’era anche il ministro Luca Ciriani alla presentazione

Si è tenuta l’inaugurazione della Tenuta Ruffoni a Vigonovo di Fontanafredda: si tratta dell’Azienda agricola Centelan di Ruffoni di Ormelle, un’estesa area coltivata a vigneto. Al primo piano dello stabile, all’interno della tenuta, sono state ricavate quattro camere con tutti i possibili comfort. Sorgerà un Bed & Breakfast. Alla cerimonia c’era la famiglia Ruffoni: Silvano, Regina-Anna e i fratelli Claudio, Ivan, Denis e Silvana. Numerose autorità politiche: Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento.
Claudio Ruffoni: “la produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente”

Dopo una vita da mezzadri a servizio della famiglia Vascellari, la famiglia dà l’avvio all’Azienda agricola nei primi anni 70. Poi la decisione di dedicarsi solo alle viti. «Importante da sempre sottolinea Claudio Ruffoni la produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Papà Silvano fin dal 1982 ha seguito la lotta integrata per combattere gli infestanti e ridurre l’uso di fitofarmaci. Nei vigneti l’erba tra i filari viene tagliata in modo alternato così si riesce a far crescere l’erba e i fiori utili per le api e gli altri insetti impollinatori”.
La vendemmia viene fatta a macchina

Anche la qualità del vino comincia nel campo e al momento della raccolta si usano tutte le tecniche possibili. La vendemmia viene fatta a macchina. Sarebbe impossibile pensare di gestire la raccolta con le persone. Si comincia all’una di notte e si prosegue sino alle prime ore del mattino. In questo modo la temperatura è più bassa, si gestisce meglio il prodotto e non è necessario impiegare nella lavorazione i famosi solfiti o comunque se ne riduce la quantità.
La ristrutturazione dell’abitazione: si pensa ad un futuro bed & breakfast

“Oggi al primo piano sono state ricavate 4 camere con tutti i possibili comfort. Pensiamo ad un Bed & Breakfast dal 2025. Nel nome dell’azienda si ricorda la famiglia Centelan. Un segno di riconoscenza verso la famiglia Centelan che accolse il nostro bisnonno Giulio che era stato abbandonato al pio Ospitale di Santa Maria dei Battuti a Treviso”.
Claudio ruffoni: “io e miei fratelli ci dedichiamo personalmente alla gestione dell’azienda”

“L’idea di uscire con un nostro prodotto è stata l’evoluzione naturale di un percorso di perfezione acquisito nel tempo, – dichiara Claudio Ruffoni, che nella vita è anche sommelier. – Non si tratta soltanto di passione. Io e i miei fratelli ci dedichiamo personalmente alla gestione dell’azienda. Monitoriamo e sorvegliamo ogni fase delle lavorazioni. Ovviamente non siamo soli, ci avvaliamo del supporto di professionisti preparati e competenti. Il nostro è un lavoro di squadra. Sinergico e sempre volto a miglioramento”.
Denis Ruffoni: “non è stata una passeggiata”

“E trovare il giusto equilibrio non è sempre scontato – interviene Denis, il più giovane dei tre, nonché responsabile commerciale – come non è stata una passeggiata concepire e creare un’immagine adeguata, che fosse affine alla filosofia aziendale e aderente alle nostre radici… Grafica e nomi dei prodotti sono stati un procedimento lento e se vogliamo formativo, ma alla fine ci possiamo considerare soddisfatti del risultato conseguito”.
Ivan Ruffoni: “doveva pensare ad una clientela eterogenea”

“È un po’ come nella musica, – aggiunge Ivan, il più eclettico dei tre, fisarmonicista per passione e amante dell’arte – tutto doveva rientrare in una specifica armonica. Dovevamo pensare a una comunicazione elastica e dinamica, adeguata ad una clientela eterogenea. Dovevamo quindi concentrarci su un registro trasversale, capace di entrare in sintonia con chiunque…”. È stata una bella sfida.