Il Consorzio Maiscoltori di Cavarzere Cona e Chioggia lavora in media, ogni anno, 254mila quintali di mais, frumento, soia e altri cereali, con un ricavo di circa 10 milioni di euro (dato relativo al periodo 2022-2023). Il consorzio, che comprende mille aziende associate, è stato costituito per volontà degli agricoltori nel 1965, con l’obiettivo di creare strutture adeguate a essicazione, conservazione e commercializzazione di mais, frumento, soia e altri cereali. Il punto di forza del consorzio sta nell’attuare una politica sulle vendite distribuita nell’arco dell’anno, garantendo un valore di realizzo che risulta dalla media di diversi mercati. In merito a questo abbiamo intervistato il presidente Antonio Salvan.
Con i magnifici mille al primo posto il mais con 124mila quintali lavorati per un ricavo medio di quasi 4 milioni di euro

“Mais, soia e frumento sono i principali prodotti che vengono conferiti da parte dei soci al consorzio – spiega Antonio Salvan, presidente del Consorzio dal 2011.- I processi di lavorazione partono dalla ricezione del prodotto, che viene analizzato per determinarne le caratteristiche merceologiche, successivamente viene essiccato, stoccato e caricato nel momento del ritiro da parte dei clienti. I quintali annui variano a seconda di diversi fattori, fra i quali l’andamento della stagione e le rotazioni colturali.
Nelle ultime quattro stagioni conferiti mediamente in totale 254mila quintali, di cui circa 124.000 di mais, 60.000 di Soia e 70.000 di grano. Il ricavo medio delle vendite nel periodo 2022/2023 è stato in totale pari a circa 10 milioni. In dettaglio si è registrato un ricavo di 30,73 euro/quintale per il mais (in totale circa 3,810,000 euro), 34,35 euro/quintale per il grano nazionale e 41,04 euro/quintale per il grano nazionale di forza (avente proteine >14% e peso specifico >78) (circa 3 milioni di euro complessivi) e 52,08 euro/quintale per la soia (in totale 3,124,000 euro)”.
Crisi internazionali all’origine della diminuzione dei prezzi sia del grano che del mais e degli altri cereali

Il mais conferito al consorzio, è destinato totalmente alle aziende zootecniche e ai mangimifici.
Il frumento (coltura impegnativa, anche perché resta in campo per circa nove mesi), conferito al consorzio, invece venduto a scopo alimentare.
I cereali sono soggetti all’andamento del prezzo sul mercato con variazioni dipendenti da diversi fattori, tra questi anche le crisi internazionali

“A seguito dell’attuale crisi internazionale, a livello nazionale e non solo, si sta assistendo ad un calo nel prezzo del frumento e di altri cereali – precisa il presidente Salvan.-. Nel caso del frumento e di altri cereali, prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino, la Cina aveva ampliato il suo bacino di approvvigionamento di derrate agricole anche dall’Ucraina Questo aveva portato ad un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. Con lo scoppio della guerra, e la conseguente chiusura dei porti sul Mar Nero, è aumentata l’offerta dei cereali via terra che ovviamente ha invaso i mercati europei portando ad una diminuzione dei prezzi Le cause dell’abbassamento dei prezzi sono comunque molteplici: nel caso del mais e altri cereali, si registra una ridotta richiesta di farine per l’alimentazione animale, dovuta a sua volta ad una diminuzione del consumo di carne; in generale si ha quindi una diminuzione della domanda globale”.
Sbarramento del cuneo salino, necessari interventi urgenti a tutela della produzione agricola e, in particolare, del mais. Mille pronti a ribattere

I cambiamenti climatici incidono molto anche sulla produzione dei cereali e i mille consorziati lo sanno bene.
“Il nostro bacino di riferimento è gran parte all’interno del bacino scolante della laguna di Venezia e soffre di una grave crisi dovuta alla risalita del cuneo salino nei fiumi Bacchiglione, Brenta, Adige e Gorzone – sottolinea Salvan.– Questo è un fenomeno accentuato dai cambiamenti climatici e dalla scarsa piovosità e fa sì che, per le colture che necessitano di un maggiore apporto idrico, il mais in particolare, gli agricoltori che non hanno possibilità di irrigare, si vedono costretti a scegliere altre colture”.
“Si tratta di un fenomeno che richiede un urgente intervento da parte delle autorità competenti, ma la realizzazione del progetto di sbarramento del cuneo salino è oggetto da anni di continui e gravissimi rinvii – rincara Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia. – I costi dei cambiamenti climatici in questo modo li pagano gli agricoltori sulla propria pelle, con pesanti ricadute sulla produzione e sui ricavi”.
Agricoltura di precisione, implementati impianti a goccia per gestire meglio la risorsa idrica

Molte sono le innovazioni tecnologiche già implementate anche dalle aziende agricole con grandi investimenti a tutela dell’ambiente, in particolare della risorsa acqua.
Sicuramente l’agricoltura di precisione, specialmente per le grandi aziende, offre straordinarie opportunità di investimento tecnologico – dichiara Nazzareno Augusti, segretario di Confagricoltura Venezia nell’area di Chioggia, Cona e Cavarzere– che possono, come per gli impianti a goccia pivot e rainger aiutare gli agricoltori a gestire meglio la risorsa idrica, limitandone gli sprechi e i costi.
Le richieste dei mille: “investimenti per la sicurezza idraulica e riconoscimento dell’impegno delle aziende per l’ambiente”

Infine, un appello alle autorità competenti. “Per prima cosa è necessario il riconoscimento dell’agricoltura come settore di primaria importanza, non solo a parole – conclude il presidente Salvan. – Servono risorse per garantire un sistema idraulico efficiente a beneficio delle aziende agricole. Chiediamo anche che sia riconosciuto il ruolo che l’agricoltura compie a tutela dell’ambiente, con un impegno fondamentale per il contenimento degli effetti dei cambiamenti climatici, la sostenibilità ambientale infatti non è solo una prerogativa delle aziende biologiche”.