Abitanti tre, edifici tre: la chiesetta, la casa contadina patriarcale e il tabià. Cimitero piccolo piccolo, con circa tredici tombe, dove monopolizza il cognome Damos. Infatti siamo a Damos, frazione di Valle di Cadore, 750 metri di altezza sulle Dolomiti, con la visione sublime del “caregon del Padreterno”, pardon, la facciata più bella del monte Pelmo.
La storia di Damos


Damos è il più piccolo borgo d’Italia, ma la storia recente del suo recupero, più volte raccontata dai media, vale la pena di essere ri-raccontata.
Nel suo massimo splendore, parliamo del secolo scorso aveva raggiunto ben 29 abitanti. Poi l’alluvione del ‘66 fece disastri. Restò solo un anziano ammalato. Ci volle parecchio per trasferirlo di forza in una RSA di Pieve di Cadore. Dove infatti morì subito dopo.
Renzo Zangrando, nativo di Perarolo, ma con mamma Damos




Non ha mai dimenticato il borgo delle origini. Dopo una vita in banca, con la moglie Lidia e il figlio Giacomo, ha scommesso e investito sulla rinascita del minuscolo paesino cadorino. Approfittando di un provvidenziale Piano di Sviluppo Rurale Veneto (Psr) con fondi europei, ha avviato l’Azienda agricola Damos. “A giugno 2022 – scrive Giacomo Zangrando – al summit di Lega Ambiente ad Ivrea, ci è stata assegnata la Bandiera Verde, massimo riconoscimento, per la scelta pionieristica di tornare a vivere in montagna che continua a spogliarsi, ma soprattutto per la capacità di far rivivere con creatività un borgo dimenticato”. Giacomo si presenta con un enorme piatto vegano di prelibatezze, tutte a metro zero. Fiori di zucca in tempura, calendula, fiordaliso, viola del pensiero, rosa, malva, melissa. Una esperienza culinaria unica. Tutti prodotti dell’orto, che vi vede da sotto. Spritz originali con prosecco al sambuco e alla rosa. E non è finita qui. Giacomo presenta anche la gamma di prodotti cosmetici e creme, tutto Made in Damos, creazioni di nonna Rosa.
E non è tutto


L’esperienza all’azienda agricola non finisce solo a tavola. A pochi metri c’è una chiesetta del ‘300, dedicata a S.Andrea e Giovanni, con il più antico affresco del Cadore. Il Cristo Crocifisso del 1348 è di una bellezza unica. Alla sua sinistra due santi, sembrano scansarsi per lasciare passare la luce solare in in piccolo pertugio sull’altare. Continuità con antichi riti pre-cristiani. La magia della chiesetta si nota subito, per accedere, non si salgono gradini, ma si scende. Fatto molto desueto per le chiese cattoliche. Di fronte il portone della chiesetta, il più piccolo cimitero mai visto.
Tra Perarolo e Damos passava l’antica strada romana, ancora esistente con il nome di strada regia. L’incrocio tra Piave e torrente Boite, era fondamentale anche per la Serenissima e i commerci fiorenti con il mondo germanico.
Tutto questo si respira nel piccolo borgo di Damos




Sono andato a controllare la copia del pittore minore Leonardo Corona, unica testimonianza della grande battaglia del Cadore, opera di Tiziano Vecellio, che troneggiava nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, e andato distrutto dal terribile incendio del 1577. Tiziano riprende la battaglia del 1508 tra le truppe imperiali di Massimiliano d’Austria e il condottiero Bartolomeo d’Alviano. Tiziano dipinge le “sue” montagne e il castello di Pieve di Cadore. Vuoi vedere che il grande pittore era salito con i suoi pennelli fino a Damos?
Ecco, Dolomiti e Damos, ci fanno respirare anche di storia.