Prodotti creativi realizzati a partire dal riciclo dei rifiuti: cappellini, gonne, borse, cestini. RICICLABILMENTE presenta tra le opere creative infatti anche molti oggetti di uso comune, nati dalla fantasia che ha riprogettato plastica, carta e ritagli vari per farli nascere a nuova vita. L’iniziativa, realizzata da studentesse e studenti dei licei Stefanini di Mestre, si è conclusa nel giugno scorso, ma nel prossimo anno scolastico è prevista una nuova edizione, che questa volta sarà anche aperta al pubblico. Abbiamo incontrato la professoressa di Scienze naturali Francesca Pezzin, che da anni forma i ragazzi alla raccolta differenziata e al risparmio di acqua ed energia, diventati, dal 2019, materia di studio nell’ambito dei percorsi di educazione civica.
Gli obiettivi dell’Agenda Onu includono un impegno diretto della scuola nella formazione alla sostenibilità tramite percorsi di educazione civica: come si articola l’offerta nei vostri licei Stefanini?
“Ai licei Stefanini, le nostre attività educative mirano a stimolare, tra gli studenti, ma anche tra tutto il personale, il rispetto della raccolta differenziata quotidiana nei locali scolastici e il risparmio di energia e risorse. Infatti, da diversi anni, prima con i progetti “Tutti Ricicliamo” e “Risparmio energetico” e nell’ultimo decennio con il Progetto “Scuola sostenibile”, che li ingloba entrambi, cerchiamo di attivare vari percorsi di formazione con una molteplicità di azioni. A cominciare dalle attività di educazione ambientale nell’ambito dell’accoglienza per gli alunni delle classi prime, svolta da studenti per appositamente formati. Inoltre, proponiamo a studenti e studentesse, la partecipazione a seminari su tematiche legate allo sviluppo sostenibile organizzate da enti esterni come Veritas, Università Ca’Foscari, IUAV, WWF, Save the Children e organizziamo dei clean day, per sistemare spazi e luoghi condivisi della scuola, dove si possono trovare rifiuti sparsi, come nel giardino.
Ai licei Stefanini, quali obiettivi vi ponete?
“L’introduzione della disciplina “Educazione civica” (Legge n. 92 del 2019), come materia scolastica trasversale per 33 ore annue, valorizza maggiormente le tematiche proposte, concepite come comportamenti da acquisire e come esperienze di cittadinanza attiva, facendo propri gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Gli obiettivi dunque puntano ad aumentare la consapevolezza degli studenti riguardo l’importanza del proprio comportamento nella salvaguardia del pianeta e della salute, a partire dalla modifica del proprio stile di vita e di consumo, per cercare di ridurre la propria impronta ecologica. Per raggiungere questi traguardi vanno interiorizzati comportamenti non sempre scontati, come differenziare e riciclare i rifiuti per diminuire la produzione di anidride carbonica e l’utilizzo di energia per produrre nuove merci, aumentando le materie prime seconde secondo i criteri dell’economia circolare. Si tratta di far comprendere quali sono i comportamenti quotidiani che comportano consumi e sprechi, come porvi rimedio e a proporre soluzioni migliorative”.
I ragazzi di oggi sono la generazione nata in piena crisi ambientale, come rispondono alle proposte formative?
“La risposta varia da classe a classe. Tutto diventa più semplice ed i risultati sono migliori se ci sono studenti più sensibili ed empatici accompagnati da docenti che li stimolano riguardo i principi della sostenibilità. L’importante è incentivare ragazze e ragazzi a rispettare le regole per la corretta raccolta differenziata o per risparmiare energia e non sprecare acqua, cercando le modalità comunicative più adatte che possano promuovere una maggiore consapevolezza”.
Quali sono i maggiori ostacoli da parte degli studenti per un impegno diretto, ad esempio nella raccolta differenziata?
“E’ difficile far comprendere che ogni piccolo gesto è importante. Non c’è la consapevolezza della rilevanza e della necessità di recuperare qualunque rifiuto, sia in termini di energia che di materie seconde. Spesso i giovani non “vedono” che ogni prodotto, che poi diventerà rifiuto, porta con sé una vera e propria impronta ecologica e che è ormai fondamentale rimettere in circolo e recuperare parte della materia e dell’energia spese per realizzarlo”.
La plastica è ovunque, in tutti gli oggetti di uso quotidiano da parte dei ragazzi, quale sensibilità riscontrate per ridurre la produzione di rifiuti di plastica e impegnarsi nei corretti conferimenti?
Ragazzi e ragazze sono molto interessati a questo problema e gli interventi realizzati in presenza a scuola o anche tramite eventi online, insieme ad esperti di Veritas, WWF, Save the Children, Ca’Foscari sostenibile, aiutano ad aumentare il bagaglio di conoscenze relative, non solo alle varie tipologie di plastiche, ma anche a migliorare i conferimenti e a diminuirne i consumi, per es. utilizzando una borraccia per l’acqua piuttosto che una bottiglietta di plastica.
Come nasce l’idea di RICICLABILMENTE ai licei Stefanini? Quest’iniziativa è di fatto un percorso in progress?
“Circa dieci anni fa, si è tenuto un primo concorso. Ed ora, dopo la pandemia, si è cercato un modo per coinvolgere i ragazzi con la partecipazione delle diverse classi. Studenti e studentesse collettivamente hanno ideato e realizzato “opere” con materiali di riciclo (riciclo creativo) come accessori sportivi, vestiti ecochic, tappetini per mouse, borse per la spesa. O hanno elaborato testi regolativi (regolamenti, istruzioni, avvisi) per la propria classe per sollecitare comportamenti corretti e civili. Che sono stati considerati autentica messa in pratica di Educazione Civica. Tra gli obiettivi principali, abbiamo inserito anche la diminuzione dell’impronta ecologica. Favorendo il riciclo per il recupero di materia ed energia e dando così nuova vita ai rifiuti come materie prime seconde. In questo modo abbiamo cercato di applicare i principi di salvaguardia dell’ambiente e della salute. Che rappresentano il cardine dell’Agenda 2030, implementando il passaggio dall’economia lineare a quella circolare”.
Nei licei Stefanini, quali sono state in dettaglio le attività realizzate all’interno dell’iniziativa?
“Ciascuna classe ha predisposto un percorso conoscitivo formativo iniziale utilizzando libri di testo e materiale reperibile in rete. Predisponendo testi in lingua italiana e in alcuni casi anche in inglese. In ogni percorso sono state motivate le scelte effettuate, le fasi che hanno portato alla realizzazione delle varie opere. Infine sono state prodotte delle schede tecniche illustranti i lavori finiti”.
Può farci degli esempi emblematici dei prodotti realizzati allo Stefanini?
“Nella sezione “Opere d’arte”, utilizzando materiali di riciclo, sono stati prodotti vestiti realizzati in tessuti di scarto. Accessori sportivi, borse e berretti costituiti da mascherine antiCovid, giochi cartacei o digitali per imparare ad effettuare correttamente la raccolta differenziata. Alcuni oggetti come borse, tappetino per mouse, cestino, sandali e altro, possono a mio avviso trovare un loro nuovo utilizzo”.
Sono previste altre iniziative per l’anno scolastico che sta per cominciare?
“La mostra, collocata nell’atrio della scuola, è rimasta aperta dal 1 al 9 giugno. Il gruppo progetto “Scuola sostenibile”, appoggiato dalla Dirigente Scolastica dottoressa Mirella Topazio e formato dalle docenti Chiaruzzi, Farina, Giuntoli, Pezzin, Serra e Stefani, intende riproporla anche per il prossimo anno scolastico, eventualmente come concorso. Aderiremo quindi alle iniziative formative legate allo sviluppo sostenibile offerte da realtà territoriali ed enti esterni. Favorendo la partecipazione dei nostri studenti agli eventi che verranno promossi. Stiamo pensando anche ad un intervento per favorire il recupero e il riciclo dei vecchi cellulari”.
Con quale spirito hanno partecipato ragazzi e ragazze dei licei Stefanini?
“Mettersi in gioco, saper collaborare con gli altri, produrre meno rifiuti e dar loro una nuova vita. I giovani sono consapevoli della necessità di effettuare un cambio di paradigma e di modello. Che dovrà essere accompagnato da scelte su larga scale che coinvolgeranno anche gli stili di vita. Nel corso di questi ultimi anni, diversi classi hanno seguito percorsi trasversali inerenti la chimica verde/chimica sostenibile. O l’attività “Un posto bello per ognuno” per capire cos’è e come si calcola l’impronta ecologica. O ancora hanno partecipato a seminari e webinar organizzati in collaborazione con enti esterni alla scuola. Da queste iniziative emerge anche la necessità di formare nuove figure professionali, esperti che dovranno saper lavorare in modo interdisciplinare. Sicuramente, le scelte future dei nostri ragazzi e ragazze saranno influenzate dalla transizione ecologica”.
Hanno partecipato all’iniziativa i professori: Francesca Barzazi, Fausto Pitrolino, Valeria Palumbo, Marina Spadon, Enrico Busani, Francesca Pezzin, Nicoletta Chiaruzzi, Sandra Capitanio, Giacomo Sorato, Luisa Tiveron, Ketty Zancanaro, Chiara Serra, Monica Ceolin, Noemi Liberi, Martina Silvestri, Paola Maran, Sara Lucon.
Nella mostra sono state esposte le opere e i prodotti delle classi:
1 AS, 2 AS, 4 AS, 2XLS, 2 ASP, 4 AL , 3 BL, 4 BS, 4 CL, 1BE, 2 BE, 4AU.