C’è un museo del formaggio veneto, lo ha aperto la Premiata Latteria Perenzin a San Pietro di Feletto, quasi alle porte di Conegliano. Un modo di raccontare la storia di una categoria, di un’azienda e di una famiglia; la storia di un’arte che contribuisce a fare importante e ricco il Veneto. La Perenzin ha raccolto nel museo la propria storia e quella del suo territorio, con documenti, oggetti, macchinari, fotografie. Si tratta di una delle società più premiate del settore, negli ultimi anni con i suoi prodotti innovativi, soprattutto formaggi di capra, ha fatta incetta di quelli che vengono chiamati i premi Oscar della categoria: oltre 100 premi, 52 solo per il formaggio di capra.
La cerimonia inaugurale

Alla cerimonia inaugurale sono intervenuti: il sindaco di San Pietro di Feletto, Maria Rizzo; il consigliere della Regione Veneto Alberto Villanova che ha portato il saluto del Presidente Zaia; il presidente dell’Associazione Famiglie Rurali, Alessandro Toffoli; il responsabile dell’Area Associativa ASCOM Confcommercio, Patrizia Gallina. Tra i numerosissimi presenti: il vicesindaco di Conegliano, Claudio Toppan; l’ex senatore Mario Dalla Tor; Romano Volpato ex sindaco di Colle Umberto e Alberto Maniero ex sindaco di Conegliano.
Ad aprire e chiudere le manifestazioni l’esibizione del Coro di Conegliano che ha spaziato dai canti alpini a quelli del lavoro, al folk.
Emanuela Perenzin

Emanuela Perenzin, alla guida dell’azienda, ha sottolineato che l’idea di dar vita ad un museo nasce dalla sua passione per gli oggetti di un tempo che con cura in questi anni ha conservato in soffitta. Poi dalla voglia di mostrarli alle persone che dal tutto il mondo vengono a far visita all’azienda che dispone anche di un negozio e di un punto di degustazione. Ha concluso la Perenzin: “Il percorso museale attraverso la storia dell’azienda e delle generazioni che si sono succedute, racconta non solo le vicende famigliari della Perenzin Latteria, ma offre la possibilità a chi lo visita di comprendere meglio il territorio in cui ci troviamo e come negli ultimi 40 anni si sia modificato e abbia modificato lo stile di vita delle famiglie e delle persone che hanno vissuto e vivono qui”.
UN museo molto particolare

Il Museo Premiata Latteria Perenzin sarà quindi, per gli appassionati di formaggio e non solo, un percorso multisensoriale. Fatto di luci, colori, storia, oggetti di un tempo, racconti, fotografie, documenti, profumi. Che raggiungeranno il culmine nelle celle di stagionatura e infine nella degustazione dei nostri pluripremiati formaggi all’interno del Degustarium.

Molti di documenti esposti, tra gli altri uno in particolare. Si tratta di una lettera spedita dagli Stati Uniti d’America nel febbraio del 1931 da Antonio Perenzin, emigrato nel 1906, in risposta al fratello Angelo. Che gli aveva chiesto un aiuto per aprire quella che poi sarebbe diventata la Latteria Perenzin. “Carissimo fratello… le mie condizioni non posono, e sicome sono sensa lavoro, e vi devo dire che se fose io non farebbe quelle spese perché sono ani cativi e poi anche senza denaro…”. Scriveva Antonio ed erano davvero anni “cativi”. Era da pochissimo passato il Grande Crollo della Borsa di New York e infuriava la Grande Depressione. Milioni di americani e emigrati come Antonio avevano perso il lavoro. Un nipote americano negli anni scorsi ha scritto la storia della famiglia pubblicata in inglese e con una parte importante riguardante la storia veneta dei Perenzin.
La realizzazione del sogno di Antonio Perenzin

Allora, i Perenzin di San Pietro di Feletto non persero la speranza, la Latteria fu aperta e incominciò allora in un’Italia ancora molto contadina l’avventura di un’azienda che si avvicina al secolo di vita. Un anno dopo la prima medaglia d’oro vinta all’Esposizione di Bruxelles per il burro. Un caseificio che resta artigianale. E che lavora ogni anno oltre due milioni di litri di latte e produce più di 30 tipi di formaggi diversi. Molti affinamenti sulla stessa base: come l’Ubriacato di capra al Traminer per quattro anni di fila Italian Chese Awards con un ubriacato.
Perenzin oggi

Nel museo c’è la storia del territorio di Conegliano allora fatto di campi e di stalle, prima dell’avvento potente della viticoltura e soprattutto del Prosecco. Sono stati raccolti anche i detti contadini sul latte e sul formaggio. C’è l’omaggio agli antenati, soprattutto a quel nonno Angelo determinante per la rivoluzione moderna della latteria e del caseificio. Emanuela Perenzin lo ricorda così: “Era una persona carismatica, sempre elegante, andava a Conegliano perfettamente sbarbato, col cappotto e Borsalino in testa. Magari un’ora prima era in stalla a mungere. E’ stato due volte vicesindaco, non aveva accettato di fare il sindaco. Ero bambina quando è morto, noi nipoti lo chiamavamo il general Cadorna”.