“Come dei ragazzini ci tiravamo addosso i cuscini”. Estate 1984 in ritiro sul Nevegal all’epoca località gettonata dalle squadre di calcio di serie A che effettuavano il ritiro pre campionato. Il ricordo è quello di un mediano che sembrava un pirata, tutto cuore e polmoni, di quelli che forse li noti poco ma corrono come dannati e si sacrificano per la squadra. Francesco Casagrande è al suo terzo anno con la maglia della Sampdoria, ha già trent’anni suonati: allora a quell’età un calciatore incominciava a pensare al dopo carriera. In quell’estate di 39 anni fa alla Samp arrivò un ragazzo da Cremona, ventenne, chioma folta e tanti ricci: Gianluca Vialli.
Casagrande fa parte dei “vecchi” della squadra della Samp e ricorda
“Quando arrivavano giocatori nuovi li guardavamo. Su Vialli senza ombra di dubbio abbiamo detto tutti: “Ma questo è buono”.
Il centrocampista della Sinistra Piave prosegue
“Da una giocata si è capito che l’elemento era davvero forte. Non si era ancora formata la coppia con Mancini poiché Mancio giocava in modo diverso mentre Gian Luca era esterno, non si erano ancora integrati”.
Vialli ci ha lasciati da poco, Casagrande non riesce a dimenticarlo anche se sono trascorsi quasi 40 anni da quel ritiro con la Samp
“Vedo sempre il suo sorriso, una persona solare e allegra. Durante la gara era un generoso, combattente e guerriero non mollava. Già all’inizio dimostrava di avere una buona tecnica”.
Bersellini
Le giornate in ritiro sono lunghe a volte la noia domina incontrastata. Se poi aggiungi un grande allenatore come Eugenio Bersellini (il sergente di ferro) che applicava regole da caserma la vita era tutt’altro che facile.
I ricordi di quella Samp proseguono
“Vialli? Era uno che sapeva fare un po’ tutto. Spalle alla porta, dall’esterno saltava l’avversario e da qualsiasi punto del campo sapeva essere concreto, un attaccante completo. In allenamento si impegnava moltissimo a differenza del Mancio talvolta un po’ svogliato”.
E fuori del campo?
“Era un 20 enne io trentenne e i vecchietti davano i consigli come io li chiedevo da giovane ai giocatori più anziani. Oggi è più facile ci sono le tv che la fanno da padrone. E poi parliamo di un calcio che non esiste più”.
Quel 1984-85 non è un anno calcistico “qualunque” per la Samp
Dopo anni di anonimato tra qualche apparizione in serie A e tanta B in casa blucerchiata arriverà il primo trofeo della storia, vale a dire la Coppa Italia vinta nella doppia finale contro il Milan. Quel trofeo rappresentò il primo “mattone” nella costruzione di una squadra fortissima che in sei anni conquisterà altre due coppe Italia, un coppa delle Coppe e lo storico scudetto 1990-91.
Mantovani e la Samp
Sempre nel 1984, mentre la Apple presenta il primo computer della serie Macintosh, il presidente doriano Paolo Mantovani oltre a Vialli acquisterà anche lo scozzese Graeme Souness fresco vincitore della Coppa Campioni allo stadio Olimpico contro la Roma, dall’Inter il fantasista Evaristo Beccalossi ed un giovane che in campo era un proiettile per la velocità Fausto Salsano.
Una squadra già forte per gli arrivi in precedenza di Roberto Mancini, Trevor Francis e dell’esperto portiere Ivano Bordon
“Si stava già costruendo la squadra che di lì a qualche anno avrebbe vinto lo scudetto” sottolinea il centrocampista della Marca Trevigiana.
E nel calcio di oggi si può intravvedere un attaccante che somiglia a Vialli?
Casagrande conclude: “Un Vialli oggi? Ogni giocatore ha le sue caratteristiche. C’è qualcosa che lo può accomunare a qualcuno ma è difficile vedere un giocatore uguale all’altro. Oggi ci sono due tocchi….adesso tra difesa centrocampo c’è un possesso palla infinito il calcio è cambiato”. Sono stati giorni difficili per il mondo dello sport e del calcio più in specifico: “Un dispiacere immenso, una sofferenza grande. Come morisse un parente o qualcuno con cui hai condiviso una parte importante della tua vita”.