Il salto dalle giovanili alla prima squadra può rivelarsi fatale per ragazzi dalle indubbie qualità che ancora non si sono confrontati con giocatori esperti. Il passaggio non deve essere forzato, ma si deve mettere il giovane nelle condizioni di sbagliare e di fare esperienze che lo possano formare. Nel rugby sono infatti molto importanti le squadre cadette che offrono queste possibilità ai giocatori che escono dalle giovanili. Tra commenti sulla stagione in corso e sulle problematiche delle annate passate, Pietro Venturato, Team Manager della Cadetta del Mogliano Rugby, ci ha spiegato i vantaggi che la squadra cadetta può portare.
Venturato, come le è sembrata la squadra nell’ultima partita?

“Era una sfida che per noi valeva come un derby, vista la rivalità sul campo che da tanti anni vede Mogliano e Villorba scontrarsi. Purtroppo gli avversari erano in forma e hanno vinto meritatamente, mentre i nostri ragazzi sono apparsi mentalmente scarichi. Anche se si trattava di una partita importante, ci sta che in una stagione così lunga e con tante sospensioni la squadra vada in difficoltà in alcuni match, risultando difficile mantenere la giusta concentrazione per tutto il campionato”.
Non è semplice ripartire dopo due stagioni anomale
“Già, un anno il campionato era partito ma non è stato terminato e quello successivo non si è proprio giocato. Si capisce bene come le due annate precedenti a quella odierna siano state tragiche per noi e per tutto il rugby italiano, con tanti stop e con una ripresa mai effettiva e piena di limitazioni anche nel gioco stesso. Per mantenerci in condizione, abbiamo lavorato molto sul corpo e sulla corsa degli atleti, ma questo non poteva bastare davanti all’obbligo che non permetteva il contatto. Le conseguenze di due anni senza una vera e propria attività rugbistica le stiamo vedendo in questa stagione, con una serie di infortuni infinita per tutte le squadre”.
Quali sono state le difficoltà di questa stagione?
“È stata un’annata di ricostruzione per tutte le società. Le prime squadre o le seconde, come la nostra, si sono ritrovate senza i ragazzi in uscita dall’under 18, perdendo un anno di giocatori in entrata. A questi vanno aggiunti tutti i senior che prima della pandemia erano a fine carriera e che hanno deciso di non riprendere dopo i due anni di stop forzato. Inoltre la ripresa è stata sempre in dubbio, quindi ci sono stati anche giovani che nell’incertezza hanno deciso di lasciare e di concentrarsi esclusivamente sul lavoro e sull’università”.
Venturato, quanto è importante la squadra cadetta per una società?

“La ritengo fondamentale per ogni squadra che milita nel Top10, il massimo campionato nazionale. I ragazzi che escono dalle giovanili difficilmente sono subito pronti per confrontarsi nel rugby dei grandi, anche se hanno delle qualità importanti. Ci sono aspetti che vanno oltre il valore tecnico. Gli adulti affrontano la partita con una mentalità diversa rispetto ai ragazzi delle giovanili, che giocano comunque per vincere ma senza quella malizia che si acquisisce da anni di esperienza. La squadra cadetta rappresenta lo step in mezzo al passaggio che ti porta dalle giovanili alla prima squadra di un’importante società. Alcuni ragazzi sono speciali e non soffrono il passaggio in Top10, ma tanti hanno bisogno di fare esperienza nella squadra cadetta, che li aiuta a crescere e a non bruciare precocemente il loro talento”.
Venturato, da team manager della squadra, come vede il suo futuro?
“Mi piace quello che faccio, ma per avere una risposta ricca e corretta bisogna aspettare il finale di stagione. Mancano ancora tante partite e ci sono punti a disposizione e da portare a casa, noi proveremo a migliorare il più possibile la nostra classifica. Sono concentrato sulle prossime partite, ricordando che i singoli fanno parte di un progetto e che la società viene prima di tutto”.
Ph: Alfio Guarise