Dopo aver condiviso il campo da titolare nella finale di ritorno della prima Coppa Uefa vinta dal Parma con campioni come Zola, ed essersi allenato da giovanissimo con Zico, Massimo Susic è rimasto nel mondo del calcio. L’ex difensore di Udinese e Treviso allena infatti i ragazzi dell’under 16 del Pordenone, dove da ormai tre anni ha trovato un ambiente sano e adatto per allevare giovani promesse per club blasonati.
Susic, il calcio è ancora presente nella sua vita?

“Ovviamente! Da quando ho smesso di giocare, ho subito iniziato ad allenare e questo è il mio ventesimo anno in questa veste, il terzo a Pordenone, dove oggi seguo i ragazzi dell’under 16. Ho trovato una società organizzata e seria, che cerca di far crescere i giocatori per dare loro la possibilità di fare salti importanti, come già successo di recente con alcuni ragazzi che sono passati in settori giovanili prestigiosi come quelli di Inter, Juventus, Torino e Fiorentina”.
Qual aspetto le piace di più del suo lavoro?

“Amo stare con i giovani e cerco di essere per loro la miglior guida possibile. Dico sempre le cose come stanno ai miei ragazzi e, soprattutto, davanti a tutti i compagni e mai a quattro occhi, così sono tutelati e sanno che il mister non si inventa nulla. Penso che un allenatore debba essere molto diretto per far capire com’è il mondo professionistico a un ragazzo di appena sedici anni. Pordenone è il posto giusto per lavorare con i ragazzi, i colleghi sono bravi a creare un ambiente familiare e la società è molto organizzata, a partire dal Presidente, che viene spesso a vedere le partite del settore giovanile”.
Il calcio è cambiato dai suoi tempi?

“Questi paragoni vengono sempre fatti da colleghi ed esperti, ma non li condivido. Magari sono aumentati i ritmi, anche se da alcune partite del nostro campionato non si direbbe, e la prestazione atletica ha più importanza. Io, però, mi ricordo che correvo e sudavo tanto, così come i miei compagni. Un aspetto che penso sia cambiato veramente riguarda la preparazione estiva per la stagione, che oggi è diventata motivo di interesse economico per questioni legate agli sponsor mentre ai miei tempi rappresentava un periodo molto duro per noi giocatori. Per il resto, il calcio è sempre lo stesso, oggi sento parlare di difesa a tre come se questa fosse una novità, ma chi ha memoria sa che non è così. Scala, prima alla Reggina e poi al Parma, schierava una difesa con cinque uomini che in fase di costruzione diventava a tre, proprio come quelle odierne. Il calcio non è cambiato, alla fine bisogna sempre saper stoppare il pallone e giocarlo”.
Susic, cosa pensa della Serie A e delle squadre del nordest?

“Ci stiamo godendo una bella lotta a quattro per lo scudetto, con la Juventus attardata per i problemi avuti all’inizio della stagione rispetto alle altre. Non è facile recuperare sette punti quando mancano sempre meno partite, soprattutto considerando il livello delle milanesi e il grande lavoro che sta facendo Pioli. Sono felice dei successi di quest’ultimo, che in silenzio si sta riprendendo una grande rivincita dopo essere stato molto criticato fino a qualche anno fa. Per me chi lavora merita sempre rispetto, quindi non posso non menzionare Tudor. Che grazie alla fiducia della società ha già portato il Verona alla salvezza e adesso si trova nella parte sinistra della classifica. Anche l’Udinese dovrebbe avere questo obiettivo, ma da tanti anni non riesce ad avvicinarsi concretamente alla zona Europa, pur mantenendo le casse societarie sane. Il Venezia, invece, fatica di più e non so se riuscirà a mantenere la categoria. Specialmente dopo il trend negativo delle ultime settimane e le batoste come quella nel derby contro l’Hellas. Rimonte del genere le senti per tutta la stagione”.
Susic, in Serie B, invece?

“Delle squadre del nostro territorio purtroppo eccelle solamente il Cittadella. Non più una sorpresa ma da anni ormai una solida realtà grazie al lavoro della società e del direttore Marchetti. Ogni anno azzecca i giocatori e, quando lo cambia, anche l’allenatore, come sta facendo quest’anno. Manca solo la promozione, sfiorata ben due volte nelle ultime stagioni. Ma se andiamo a vedere il monte ingaggi delle squadre della Serie B bisogna considerare ogni annata del Cittadella conclusa con la salvezza come un piccolo miracolo. Le altre, Vicenza e Pordenone, stanno deludendo e purtroppo rischiano seriamente la retrocessione. I neroverdi si sono liberati dei giocatori con un ingaggio pesante per dare spazio ai giovani. Anche se arriverà una retrocessione, il Presidente Lovisa rimarrà nella storia per quanto fatto durante la sua gestione”.