Il mercato della Contract Logistics ha ripreso a marciare raggiungendo un fatturato di 86 miliardi di euro, trainato dal crescente ruolo dei servizi avanzati, che sono arrivati a pesare oltre il 10% del fatturato per metà dei fornitori e dal boom dell’eCommerce, passato da segmento di nicchia a valere il 20% del fatturato per il 60% dei fornitori. Per la logistica il 2021 è l’anno della transizione verso una maggiore sostenibilità: da un punto di vista economico, sociale e ambientale.
L’osservatorio della logistica
A evidenziarlo è l’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, che nella nuova edizione della sua ricerca rileva come il settore stia marciando con grande vitalità e si appresti a raggiungere un fatturato di 86 miliardi di euro, in crescita del 3,5% rispetto al 2020 e molto vicino al valore registrato prima della crisi sanitaria (87 miliardi nel 2019).
La rivoluzione
La ricerca di un minore impatto ambientale ha visto committenti e fornitori intervenire in ben 53 ambiti del processo logistico: dalla progettazione dei network logistici al magazzino e ai trasporti, dal packaging allo sviluppo di nuove competenze, fino alla collaborazione fra i diversi stadi della filiera.
Tra i trend che il rapporto 2021 mette in luce, anche la crescita dei servizi logistici avanzati offerti dagli operatori riferita dai committenti e riassunta nei dati che seguono:
- gestione degli imballi 54%;
- alimentazione di sistemi produttivi 39%;
- trasformazione di prodotto 26%;
- fasi legate ai cicli tecnologici 17%.
Il nuovo modo di vedere della logistica
Il messaggio più forte è quello che afferma che, per la logistica, è finito il tempo pianificare immaginando di poter contare su risorse energetiche infinite. Perché, invece, le risorse energetiche sono finite; ma non solo: anche quelle umane sono finite, così come di conseguenza, lo sono anche le competenze interne. O gli operatori comprendono questi aspetti o saranno dolori. Prepararsi a questo cambio di paradigma non è semplice perché significa avere la capacità (che, purtroppo, non è patrimonio di tutti!) di estendere il perimetro degli affari legati alla logistica. Oltre la propria catena del valore.
Obiettivi: ambiente e automazione
È impressionante e, allo stesso tempo, molto gratificante vedere come tutte le aziende si stiano muovendo in questa direzione. In tutti gli ambiti per raggiungere gli obiettivi ambientali e di automazione. Rendendo anche chiaro che gli investimenti non devono e non possono essere solo finanziari, ma devono interessare inoltre e sempre di più, anche il capitale umano. Questo se si vuole davvero attivare un processo evolutivo che si riveli essere sostenibile nel tempo.
La pandemia ancora in atto ha profondamente modificato la vita di molte imprese
Non solo è cambiata la gestione del personale o della catena di fornitura della logistica ma anche di tutti gli investimenti correlati. Alla luce di questa considerazione è stato condotto uno studio per verificare se la pandemia da Covid-19 ha avuto un effetto sui piani di investimento creati delle aziende per rendere la logistica più sostenibile. L’indagine è stata svolta interrogando oltre 90 dirigenti senior coinvolti nella gestione dei sistemi logistici europei. Allo scopo di comprendere quali politiche sono state introdotte dalle aziende per migliorare la sostenibilità ambientale delle operazioni logistiche. Lo studio ha evidenziato come la pandemia non ha intaccato i processi di decarbonizzazione della logistica attuati dalle imprese in tutta Europa.
In Europa la logistica è sempre più green
Una ricerca condotta da una prestigiosa università di Amburgo ha rilevato che più della metà delle aziende partecipanti allo studio già dispone di una strategia di logistica sostenibile. Oppure ne sta implementando una. All’interno del gruppo delle aziende prese in esame, il 30% di esse ha già strategie in atto. O in fase di attuazione per rendere la logistica più sostenibile. Queste aziende hanno anche fissato obiettivi di riduzione assoluta delle emissioni di carbonio per le loro operazioni logistiche e sono in grado di misurare le relative emissioni di CO2 a livello disaggregato.
Lo studio ha altresì rilevato che un 15% delle aziende ancora non misura le proprie emissioni. E un terzo deve ancora fissare obiettivi per ridurre queste emissioni. Nonostante questo, quasi il 70% di tutti gli intervistati ha indicato che la pandemia non ha avuto alcun impatto sui loro sforzi di decarbonizzazione della logistica. Anzi in alcuni casi ha addirittura avuto un effetto positivo. In sostanza, si può affermare che, finora, la pandemia non sembra aver indebolito o invertito gli sforzi delle aziende per decarbonizzare la loro logistica.
Sostenibilità e efficienza: due concetti collegati
Il 30% delle aziende consultate è stata considerata “leader” nella logistica sostenibile. Se si prendono in esame solo le risposte degli intervistati nella categoria “leader”, oltre il 60% ritiene che almeno la metà delle misure di riduzione della CO2 servirà a tagliere anche i costi. Per gli intervistati per misure più convenienti per decarbonizzare la logistica sono tre:
- spostare il trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia;
- rendere più efficiente l’utilizzo dei veicoli;
- sostituire i mezzi utilizzati per le operazioni di trasporto passando da quelli alimentati con combustibili fossili a quelli alimentati con energie rinnovabili.
Inoltre, i tre quarti degli intervistati ha ipotizzato che nei prossimi cinque anni la digitalizzazione avrà un grande impatto trasformativo sulla logistica. Portando miglioramenti alla catena di approvvigionamento, progressi nei sistemi di gestione dei trasporti, innovazioni nell’instradamento dei veicoli e piattaforme logistiche online. Che probabilmente forniranno contributi alla decarbonizzazione della logistica.
Fornitori di servizi logistici sempre più consapevoli
Uno degli scienziati autori della ricerca, ha rilevato che attualmente i fornitori dei servizi logistici sembrano avere una maggiore capacità di misurare e gestire il processo di decarbonizzazione rispetto alle aziende utilizzatrici dei loro servizi. Nonostante questo, le aziende potrebbero esercitare una maggiore influenza ambientale sul processo logistico attraverso un miglioramento delle loro procedure di approvvigionamento. Una logistica a impatto zero richiederà una condivisione molto maggiore degli asset logistici. Una condizione molto lontana dall’essere realizzata perché inibita da una serie di vincoli. I manager intervistati hanno identificato nelle pressioni concorrenziali, nella cultura della dirigenza, nei problemi di riservatezza dei dati e nella mancanza di fiducia, i principali ostacoli per poter raggiungere una efficiente collaborazione nella catena di fornitura.