Due cugine, due donne, Elide ed Ester, nel Veneto di 100 anni fa, devono piegarsi al volere paterno accettando matrimoni di convenienza per salvare la propria famiglia dal tracollo economico. La prima si sposa giovanissima, appena diciassettenne, con un avvocato di Pordenone, molto più vecchio di lei, poco incline alla tenerezza, incapace di comprendere le sue difficoltà collegate a quelli che al tempo si chiamavano “doveri coniugali”, e insofferente di fronte alle prime manifestazioni di disagio della moglie. La seconda si ritrova un marito distratto e assente, più interessato alle sue “amicizie” maschili che a lei.
Due donne e quel Veneto
Tra le due giovani si sviluppa un fitto carteggio, nel quale soprattutto Elide apre il suo cuore, all’inizio confidando alla cugina, sposata da più tempo, le sue inquietudini prima di accettare la proposta tanto caldamente appoggiata dal padre, ma in lei non troverà mai un vero conforto, un sostegno o soltanto comprensione. Ester è una donna del tutto assoggettata e rassegnata al ruolo che la società patriarcale ha destinato alle donne e si accontenta del benessere che il matrimonio, per quanto infelice, le garantisce, appagata da qualche bel vestito, qualche occasione mondana, una vita comoda. Al contrario, Elide, unica figlia di un nobile rimasto vedovo e caduto in disgrazia, è una giovane vivace, curiosa, irrequieta, avida di imparare e di conoscere il mondo; non le è possibile accettare supinamente il destino che la vuole esclusivamente moglie e madre, unico ruolo riconosciuto e rispettato.

Le figure principali
Queste sono le due figure principali del romanzo Elide, da poco pubblicato per i tipi di Cleup da Mariella Favaretto, scrittrice mestrina, che ci proietta, con un’accurata ricostruzione storica, nel Veneto Orientale e nel basso Friuli del biennio 1905-1906, anni in cui quelle terre iniziavano a vedere la propria economia, agricola per secoli, traghettare verso il progresso industriale.
Due donne, due storie parallele
Trasferitasi dopo il matrimonio da Rivarotta sul Meduna, realtà ancora prettamente contadina, alla cittadina di Pordenone, Elide entra in contatto con il salotto culturale di Donna Cecilia, dove si dibattono temi di attualità, ma si parla anche d’arte e di letteratura, grazie agli intellettuali che lo frequentano. Partecipa assiduamente agli incontri, nonostante il parere contrario del marito, che non approva soprattutto la padrona di casa, che vive fuori dagli schemi, appoggia le lotte delle operaie di un cotonificio ed è in odore di “suffragetta”. In Elide scoprire la realtà di fatica, lavoro e privazioni di queste donne, tanto diversa dall’ambiente dorato in cui è cresciuta, scatena un ancor più forte desiderio di libertà, di indipendenza, di autonomia, che porterà a forti contrasti coniugali.

Le donne nel Veneto di 100 anni fa
Nella sua personale battaglia non troverà delle alleate nelle donne a lei più vicine, la cugina Ester e la cognata, anzi, saranno proprio loro a rendere ancora più difficile per lei ottenere ascolto, attenzione e comprensione dal marito, un uomo gretto e vendicativo.
L’emancipazione sarà un percorso lungo e doloroso, che Elide dovrà affrontare da sola, ma che la costringerà a crescere in fretta e a prendere in mano la sua vita. L’autrice, grazie a una forte empatia per la protagonista, i cui sentimenti analizza con delicata precisione, ci conduce per mano lungo questa presa di coscienza, descritta nella sua evoluzione attraverso una prosa limpida e coinvolgente.
Il libro
Mariella Favaretto, laureata in Lettere e specializzata in Filologia moderna all’Università di Padova, è stata insegnante nella scuola secondaria. Ha pubblicato: I miei calzettoni rossi (Andrea Oppure editore, 2005), Il filo spezzato (Alcione editore, 2008), Vite fatte di niente (Alcione editore, 2014). Suoi racconti sono presenti in diverse antologie e sono stati segnalati in Premi nazionali e internazionali.
Mariella Favaretto, Elide, Padova, Cleup, 2021.
Grazie Annalisa per la bella recensione! La tua lettura di Elide riesce a mettere bene in evidenza quelle tematiche che mi premeva raccontare: due donne, due modi di affrontare la vita e le sfide che questa ci sottopone ogni giorno, anche oggi.
Sì è vero c’è una forte empatia per la protagonista, per il suo non “adeguarsi” agli stereotipi e alla mentalità del suo ambiente e per il suo percorso di sofferenza. Hai saputo anche scandire altri aspetti che fanno da sfondo, ma non sono secondari, la realtà storico/sociale del Veneto Orientale e del basso Friuli e i salotti culturali.
Grazie per l’apprezzamento! 🙂
Grazie Annalisa per questa recensione: un’anteprima critica sul romanzo, con la sua irrequieta protagonista, la trama, l’ambientazione storica e sociale, il Veneto… Il primo incontro con “Elide” lo possiamo fare già leggendo questo articolo e nell’analisi puntuale che hai fatto del romanzo, chiara e di stimolo per il lettore che avesse voglia di ritrovare Elide anche tra le pagine del libro… Grazie anche a “èNordEst” naturalmente!
Grazie, Cristiana Missaglia. Mi fa piacere che tu l’abbia apprezzata.