L’anno scorso hanno chiuso il dieci per cento degli alberghi a Bibione. Quest’anno le previsioni puntano all’ottimismo. Sostenere che l’estate 2020 è da dimenticare rischia di farci cadere nella ripetitività resta un dato di fatto. “È stata una stagione molto molto difficile causa Covid19”. Prova a tirare le somme e a fare un’analisi Silvio Scolaro, 44 anni, una laurea in Economia del turismo a Venezia. Ha fatto corsi specialistici sul turismo e sul web marketing. In passato ha lavorato in Germania ed in Finlandia e conduce l’Hotel Mayer di proprietà di famiglia. Per due mandati presidente della Bibione on line e da sei presidente degli Albergatori di Bibione.
Presidente, l’inizio della stagione estiva a Bibione non è poi così lontano. Siete pronti per ripartire?
“Siamo prontissimi a ripartire siamo in attesa di capire come e quando. Stiamo sfruttando questo momento di pausa per formarci, riqualificare le nostre aziende. Abbiamo organizzato corsi per l’aggiornamento. L’orizzonte non è chiarissimo e per noi l’organizzazione è vitale. Altri Paesi si stanno attrezzando per affrontare i prossimi mesi. Abbiamo capito che la campagna di vaccinazione è l’aspetto determinante. Ma vogliamo capire di più, gli alberghi non sono chiusi per decreto ma per realtà oggettiva. L’ottimismo c’è e vogliamo essere positivi, affrontare i prossimi mesi con le vacanze in sicurezza visto che abbiamo aderito ai protocolli sanitari, siamo stati ligi e attenti alle regole. La Grecia ha già fornito una data il 10 maggio, i nostri clienti ci chiedono quando possono arrivare. Dobbiamo programmarci anche con i dipendenti e in questa situazione diventa un problema il reperimento del personale”.
Un mese fa il sindaco e coordinatore nazionale del G20 Spiagge Pasqualino Codognotto ha inviato una lettera ai presidenti della Repubblica Mattarella e del Consiglio Draghi: chiedeva rassicurazioni precise sulla ripresa del turismo con uno sguardo a Bibione e Caorle
“Il Governo deve almeno fissare una data perchè non possiamo navigare a vista. Ho già prenotazioni per il mese di maggio in occasione della festa di Pentecoste, ma cosa rispondiamo ai nostri clienti? Sulla lettera sono d’accordissimo, bisogna smuovere le acque, necessitiamo di queste informazioni e di certezze”.
L’anno scorso la mancanza di turisti nelle spiagge veneziane ha anche significato un mancato introito di una decina di milioni per le aziende che producono vino e prosecco. Qualche giorno fa Andrea Colla della Coldiretti e Valerio Nadal del Condifesa Veneto, che rappresentano 30mila imprese, hanno lanciato un ulteriore allarme
“Ciò è innegabile, il turismo in Italia la quota Pil è del 12 per cento. C’è anche l’indotto vedi l’enogastronomia e non va dimenticato che la stagione invernale è persa. C’è bisogno di lavorare. È una filiera in cui noi del turismo siamo i capofila. Mancano i turisti viene a mancare una fetta dell’intera economia. Se chiude un hotel va in fumo una parte di filiera. L’economia turistica è il nostro “oro nero”, solo d’estate lavorano nelle spiagge del litorale veneziano lavorano 50mila addetti. Ma non bisogna smettere di essere positivi. Siamo e saremo pronti”.