Se la ricordano in tanti, Ivana Galli – all’indomani della spaventosa Aqua Granda veneziana del 12 novembre 2019 – aggirarsi tra biblioteche e librerie della città per recuperare centinaia e centinaia di volumi che la marea impietosa aveva reso carta da macero. Appelli, richieste, passaparola, con un’ansia sottile che, dagli occhi, andava alle mani. Da quei gesti nasce Fundamenta 187
Ivana Galli e Fundamenta 187
Lei, artista conosciuta dal pluriforme ingegno (fotografa di fama internazionale, musicista, scultrice), sembrava in quei giorni mossa da un’urgenza insopprimibile: restituire alla città le sue fondamenta, rinnovarne la stabilità. «Questa non è carta da gettare, – sosteneva – queste non sono parole ormai illeggibili. È molto di più, è sostanza e non verbo».
Fundamenta 187 prende forma
Oggi – a dieci mesi di distanza – la sua idea di sostanza, di materia fondante e, allo stesso tempo, di dedica simbolica, ha preso la forma di Fundamenta 187. Sei colonne, realizzate con quei libri da macero (fatti seccare, lavorati e poi ricoperti di bitume), ritagliati ed assemblati in foggia di bricola. Poggiano su basi di cemento e sono sostenute da barre in ferro dolce; hanno misure varie, ma l’insieme è spettacolare nella sua semplicità. Su tutte, un segno rosso indica quel livello fatidico – 187 centimetri – che ha tragicamente colpito il Centro Storico e le Isole.
Chi ha donato
Vengono da privati e da biblioteche, i libri che compongono l’installazione di Ivana; ci sono i testi della Congregazione Armena Mechitarista dell’Abbazia di San Lazzaro e quelli di tante famiglie che hanno compreso il senso del suo operare. Dare un segno, ricordarci – con orgoglio e dignità – che Venezia non è solo un indirizzo, ma – come sostiene l’artista «un modo di essere, una vocazione».
Il ricordo
Ricordare che le vere fondamenta della città sono nella consapevolezza della propria storia e, allo stesso tempo, nell’auspicio di un futuro, anche appena intravisto. Per questo, è particolarmente significativa la presenza di Fundamenta 187, a cura di Robert Phillips e di Matilde Nuzzo, nell’ampio giardino dello Spazio Thetis, all’interno dell’Arsenale storico di Venezia.
Fundamenta e Thetis
Thetis, dal 1997, costituisce il polo dedicato alle tecnologie del mare, e nei decenni ha sviluppato specifiche esperienze nel campo dello sviluppo sostenibile e dell’ingegneria ambientale. Qui si realizzano soluzioni per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambienti complessi. Un approccio «building with nature» che significa attenzione al territorio, rigenerazione degli edifici, bonifica dei siti inquinati.
Grandesso e Thethis
Non stupisce quindi che qui Antonietta Grandesso, responsabile degli Eventi Culturali di Thetis, abbia organizzato – dall’aprile 2019 – la grande mostra collettiva Friends, sul rapporto naturale-artificiale, morte-rinascita: artisti, curatori, galleristi hanno deciso di offrire a pubblico e critica un percorso plurimo e ricco di sfaccettature.
Ivana anche a Friends
A Friends ha partecipato anche Ivana Galli, con l’opera Polvere alla polvere – Nessuna parola (è) inutile, esteticamente e concettualmente profetica: un libro esposto alle intemperie, destinato a deteriorarsi, dalle pagine senza parole, fatto di tovaglioli usati; vero e proprio materiale scultoreo organico. «Una parabola del nostro passaggio nel mondo – sostiene Ivana – fondamentale ed impermanente».
Lo spettacolo della Fundamenta
Vedere, un anno dopo (e che anno!) le sue bricole di libri stagliarsi contro il cielo, tra gli alberi dello Spazio Thetis, fragili e solide ad un tempo, fa un effetto strano e, a suo modo, consolante: una ricostruzione, un omaggio chiaro. «Non ho pensato ad altro per tutto questo tempo – commenta l’artista – non potevo pensare ad altro. Avevo fretta di essere qui». A raccontare che ci siamo ancora, e che potremo essere al sicuro.