Ci sono immagini che appartengono alla storia del cinema, leggendarie quanto il film che raffigurano. Negli anni d’oro di Hollywood e Cinecittà, la miglior promozione era costituita dal manifesto. L’interpretazione pittorica, il cartellone, diventava l’anima stessa di una pellicola. Tuttavia, per ottenere un prodigioso risultato era indispensabile un grande artista. Renato Casaro, è stato l’artefice di questo mondo meraviglioso. Ne avevamo già parlato https://www.enordest.it/2021/06/13/il-cinema-in-un-manifesto/ in occasione di una sua mostra. Si è spento nella sua città, Treviso, il 30 settembre alla vigilia dei novant’anni. La notizia dalla risonanza internazionale ha addolorato profondamente la città e in particolare il Museo Nazionale Collezione Salce che ha espresso il profondo cordoglio alla moglie Gaby e ai familiari. L’istituzione trevigiana, grazie al lascito del Maestro, custodisce uno straordinario nucleo di sue creazioni e gli ha dedicato una Sala permanente presso la sede di San Gaetano.
Renato Casaro, chi era

Renato Casaro (Treviso, 26 ottobre 1935 – Treviso, 30 settembre 2025), un cittadino del mondo che dopo aver viaggiato a lungo era tornato nella città natale. Presente tra il pubblico come ospite d’onore in occasione della mostra C’era una volta il Western inaugurata a settembre. Con le sue opere ha saputo incantare attori e registi. Quentin Tarantino ha la stanza tappezzata di suoi manifesti, Bernardo Bertolucci descrivendo la locandina del film L’ultimo imperatore gli confidò: Profuma d’incenso!
L’arte del cartellone




Se pensiamo al film Balla coi lupi (sette premi Oscar), probabilmente l’immagine che più è rimasta impressa nella nostra mente è il volto iconico di Kevin Costner sul manifesto creato da Renato Casaro. Sono tantissime le sue leggendarie composizioni: Amadeus, Il nome della rosa, Rambo, Trinità, L’ultimo imperatore, C’era una volta in America, I magnifici sette, Cronaca di una morte annunciata, Il tè nel deserto (assoluto capolavoro).
Uno stile unico



Il suo stile originale conquista subito il mondo del cinema e tutta Hollywood, una lunga lista di nomi blasonati che lascia senza fiato: Ingmar Bergman, Dario Argento, Quentin Tarantino, Marco Bellocchio, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Costa-Gavras, Miloš Forman, Pietro Germi, Claude Lelouch, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Sergio Leone, Franco Zeffirelli, Carlo Verdone.
Quel cartellone che unisce tutto il mondo del cinema

La vita di Renato Casaro assomiglia molto alle mitiche locandine dei film che ha creato. Nasce a Treviso nel 1935, l’amore per il cinema sboccia immediatamente. Da ragazzo nella sua città crea le grandi sagome che venivano un tempo collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia, pezzi unici dipinti a mano. A diciannove anni parte per Roma, la città giusta per apprendere la tecnica e i trucchi del mestiere, nel 1955 firma il suo primo manifesto ufficiale: Criminali contro il mondo. Apre uno studio nella capitale e da quel momento la sua carriera di artista decolla in modo strepitoso: da Treviso a Hollywood. Un percorso artistico che evolve con gli anni. Dalla pennellata istintiva degli esordi, alle composizioni in parte fotografiche, sino all’uso sapiente dell’aerografo. Un virtuosismo che gli vale la collaborazione con le maggiori case di produzione americane (Fox, United Artists, MGM, Columbia).
Un grande cartellone per ogni grande film
Renato Casaro è anche un grande viaggiatore, la sua brillante carriera lo porta a Roma, Monaco di Baviera, Marbella e poi il ritorno nella sua Treviso dove tutto era iniziato. Nel 2021 abbiamo avuto il privilegio di vedere la mostra organizzata dal Museo Nazionale Collezione Salce: L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood. Grande evento itinerante curato da specialisti del settore che hanno analizzato l’enorme archivio (più di mille manifesti e locandine). Documentava 170 film esponendo anche introvabili fogli del decennio 1955-1965 gli anni d’oro di Cinecittà, tra le industrie più prolifiche in ogni genere: commedia, noir, film storico, western all’italiana. La sua scomparsa sottolinea la peculiarità di quest’arte ormai irripetibile caratterizzata dalla scuola italiana di cartellonisti, sinonimo di geniale creatività a livello internazionale. Renato Casaro ne sarà sempre il simbolo.
La sua arte non è solo storia del cinema, ma anche memoria collettiva… ha scritto il Museo Nazionale Collezione Salce… non solo un artista di fama mondiale, ma anche l’uomo che ha scelto proprio Treviso e il Salce come luogo ideale per lasciare la testimonianza della sua pluridecennale carriera internazionale.
Il ricordo del maestro del cartellone
Saranno sicuramente molte le iniziative per omaggiarlo. Intanto ci aspetta la bella mostra C’era una volta il Western, purtroppo senza la sua strepitosa presenza. Da tutti gli appassionati di cinema, grazie Maestro!


















































































Dott.ssa Elisabetta, non conoscevo l’autore dei manifesti cinematografici che lei ha citato, eppure li ho tutti nella memoria, li ricordo bene, perchè sono tutti film importanti. Oggi scopro che l’autore di questi immagini-invito è Renato Casaro, anche Lui Veneto, come tantissimi altri artisti di vari settori. Il manifesto cinematografico penso che derivi da una tradizione editoriale che ha avuto il culmine con Achille Beltrame e le sue famose copertine del settimanale La Domenica del Corriere. Renato Casaro ha avuto il merito di rendere popolare un titolo di un film evidenziando i suoi personaggi più importanti. Noi andiamo nei musei a vedere i quadri e le opere d’arte, Renato Casaro ha avuto l’opportunità di esporre le sue opere in tutta Italia, lungo le strade, nelle piazze, davanti ai cinema e ha avuto, quindi, un grande pubblico di visitatori. Però questi manifesti, così coinvolgenti, così caratterizzati, erano anche una sintesi del film che promuovevano. Io credo, come è capitato anche a me, che molti spettatori siano entrati in una sala cinematografica anche sulla spinta di questi manifesti pubblicitari. Ho scoperto che esistono molti collezionisti di questi manifesti e i lavori di Renato Casaro sono i più richiesti perchè hanno raccontato la storia del cinema per mezzo secolo.