In mostra oltre 70 opere originali del maestro giapponese che ha rivoluzionato il manga con “Lone Wolf and Cub”. Ha aperto i battenti al Palazzo del Fumetto di Pordenone la mostra “La Spada e la Libellula – L’arte di Gōseki Kojima”, un evento imperdibile per appassionati di fumetti, cultura giapponese e arte pittorica. In esposizione, oltre 70 tavole originali del celebre mangaka giapponese Gōseki Kojima, l’artista che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del fumetto mondiale con opere seminali come Lone Wolf and Cub. La mostra, curata dal giornalista e saggista Francesco Verni, sarà visitabile fino al 13 luglio, per poi riaprire al pubblico dal 31 luglio al 31 agosto.
Il genio di Kojima dietro Lone Wolf and Cub

Nato a Yokkaichi nel 1928, Kojima debutta nel mondo del manga negli anni ’50, distinguendosi nel filone gekiga, uno stile maturo, realistico e carico di tensione narrativa, destinato a un pubblico adulto. La svolta arriva nel 1970, quando inizia una collaborazione quasi trentennale con lo sceneggiatore Kazuo Koike. Dalla loro penna nasce “Lone Wolf and Cub” (Kozure Ōkami), epopea samuraica composta da quasi novemila tavole e diventata un fenomeno mondiale. L’opera racconta il viaggio di Ogami Ittō, ex boia dello shogun, e del figlio Daigoro, in cerca di vendetta e redenzione, con una narrazione densa, poetica e visivamente straordinaria.
Un’eredità culturale che ha conquistato il mondo

L’impatto di Kojima si è esteso ben oltre i confini del Giappone. L’opera è stata pubblicata negli Stati Uniti a partire dal 1987 e ha conquistato maestri del fumetto occidentale come Frank Miller, Mike Mignola, Paul Pope, Brian Wood ed Eduardo Risso. Il suo stile ha ispirato anche il cinema: Shogun Assassin, adattamento del manga, è un cult del 1980 e viene citato in Kill Bill: Volume 2 di Quentin Tarantino. La serie ha influenzato profondamente anche prodotti contemporanei come The Mandalorian, chiaro omaggio alla dinamica “guerriero e bambino”.
Un viaggio nell’arte di Kojima, tra fumetto e pittura

La mostra propone un itinerario completo nell’universo creativo del maestro. Oltre al fumetto, viene esplorata anche la sua produzione pittorica legata alla tradizione artistica giapponese, lo stile Nihonga. L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni tematiche: Natura, dove il protagonista è l’elemento naturale, Vita, che ritrae la quotidianità attraverso oggetti e scene intime, Infanzia, dedicata alla figura di Daigoro, simbolo archetipo di innocenza, Tradizione, che raccoglie opere ispirate a folklore, feste, feste popolari, creature mitiche e lo zodiaco giapponese.
Le parole del curatore

«Kojima è stato un gigante del manga, un autentico faro del gekiga. E con questa mostra lo raccontiamo per la prima volta in Occidente attraverso oltre 70 originali – afferma il curatore Francesco Verni –. Il percorso si snoda tra capolavori fumettistici e raffinate illustrazioni in acquerello. Dove emerge una poetica intima e contemplativa, che riconcilia l’uomo con la natura, l’infanzia e la spiritualità. Il tutto in una sede d’eccezione come il Palazzo del Fumetto, riferimento imprescindibile per la Nona Arte in Europa».
Un progetto che celebra Kojima e il manga come arte totale

«Il Giappone è la patria del manga e questa mostra ci permette di esplorare ancora una volta le radici di un fenomeno culturale che ha conquistato il mondo – dichiara Marco Dabbà, Presidente del Palazzo del Fumetto –. Kojima è uno degli autori che ha reso il fumetto giapponese ciò che è oggi: un linguaggio universale. Ringraziamo Francesco Verni per aver portato qui questo straordinario progetto».
Un’occasione unica per scoprire l’opera di un autore che ha saputo fondere tradizione e modernità, sangue e poesia, carta e anima. Un viaggio nel cuore del Giappone, guidati dalla spada di Ogami Ittò e della delicatezza della libellula che accompagna Daigoro.
Grazie per l ‘ informazione precisa ed esaustiva.