Con la direttiva sulle case green pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue l’8 maggio 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio, l’Enea ha analizzato la situazione del parco immobiliare nazionale, mettendo in luce le criticità in vista degli interventi che potranno essere necessari per conseguire gli obiettivi di risparmio energetico da raggiungere. Ma quanti sono gli edifici in Italia che necessitano di interventi di efficientamento energetico?
Lo studio “La consistenza del parco immobiliare nazionale” ha definito la consistenza del parco immobiliare italiano a uso residenziale e terziario e ha “fotografato” la prestazione energetica media, in attesa delle misure delineate nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), da adottarsi per rispettare le nuove direttive europee.
Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza energetica, ricorda le norme volte a rendere l’Ue climaticamente neutra entro il 2050 e a portare al 55% gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030, e ha poi precisato che: “l’Italia dovrà procedere per il conseguimento degli obiettivi previsti, tutto ciò considerando che gli edifici nell’Ue rappresentano il 40% del consumo finale di energia e determinano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra”; aggiungendo: “Di fatto, quasi il 75% degli edifici in Europa è attualmente inefficiente sotto il profilo energetico. Per questo diventa fondamentale definire la consistenza del parco immobiliare italiano a uso residenziale e terziario e indagarne la prestazione energetica media.”.
Il 60% degli edifici italiani ha più di 45 anni
I dati riportati nella Strepin (Strategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale) pubblicata nel 2021 evidenziato che in Italia sono presenti 12.420.403 edifici residenziali. In più: secondo i dati del censimento Istat del 2011, ai 12.187.698 di edifici a uso residenziale si aggiungono 1.576.159 edifici o complessi di edifici (pari all’11,5% del totale) a uso non residenziale, per un totale di 13.763.857 edifici o complessi di edifici utilizzati. Includendo anche i fabbricati inutilizzati, il totale degli edifici o complessi di edifici ammonta a 14.515.795. Escludendo invece l’uso produttivo, gli edifici non residenziali utilizzati risultano pari a 1.273.788.
Il report ha poi sottolineato che, stando ai dati della Strepin, gli edifici a destinazione residenziale sono 12,42 milioni. E fin qui, tutto bene; il problema sta nel rilevare che oltre il 60% di questi ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla prima legge sul risparmio energetico, entrata in vigore nel 1976.
La prestazione energetica degli edifici italiani residenziali e del terziario
Dopo aver analizzato gli edifici a uso privato e quelli destinati al servizio pubblico, l’Enea ha focalizzato la sua attenzione sulla prestazione energetica del patrimonio edilizio. In particolare, ha studiato i dati presenti sul Siape (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica) con il fine di individuare lo stato della prestazione energetica degli edifici a uso residenziale e terziario presenti in Italia alla data del 1° gennaio 2020.
In base a quanto emerso, l’analisi degli APE evidenzia un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili certificati, con una riduzione della percentuale nelle classi energetiche meno efficienti (F – G) di oltre il 4% nel residenziale e di circa l’1,5% nel non residenziale.
E in Unione Europea come va?
Ma il problema, purtroppo o per fortuna (mah!) non è solo italiano. Nel 2023, il 25,5% della popolazione dell’UE di età pari o superiore a 16 anni viveva in un’abitazione in cui l’efficienza energetica era stata migliorata negli ultimi cinque anni. Le persone a rischio di povertà o di esclusione sociale avevano meno probabilità di dichiarare di vivere in abitazioni con una migliore efficienza energetica (17,8%) rispetto a quelle non a rischio (27,5%).
A livello nazionale, tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, l’Estonia (47,8%), l’Olanda (45,1%) e la Lituania (32,5%) hanno segnalato i tassi più elevati di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni in cui vivono, mentre Cipro (5,0%), Malta (6,7%) e Italia (6,9%) hanno registrato i tassi più bassi. Partendo dalle buone notizie, il 25,5% dei cittadini europei ha beneficiato di un miglioramento dell’efficienza energetica negli ultimi cinque anni, anche se il 18% di noi ha vissuto in abitazioni “non confortevolmente calde” durante lo scorso inverno. Eurostat prende in conto diverse attività di efficientamento messe n atto dalle famiglie o facilitate da soggetti esterni: il miglioramento dell’isolamento termico delle pareti esterne, dei tetti o dei pavimenti, la sostituzione di finestre a vetro singolo con unità a doppio o triplo vetro. l’installazione di sistemi di riscaldamento più efficienti.
L’indagine in Europa
Ma l’indagine ha rilevato anche che solo il 17,8% delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale ha dichiarato di vivere in un’abitazione con un’efficienza energetica migliorata, rispetto al 27,5% delle persone non a rischio.
Stessa situazione anche per chi ha trascorso l’inverno scorso non propriamente al caldo: il 31,2% delle persone a rischio di povertà ha vissuto in abitazioni non confortevolmente calde, rispetto al 14,4% di quelle non a rischio. L’efficientamento energetico è più frequente nelle campagne che non nelle città: il 29,4% dei residenti nelle zone rurali ha migliorato le prestazioni energetiche dei propri immobili negli ultimi cinque anni, rispetto al 22,9% di chi vive nei centri urbani più grandi.
Ancora una volta un’Europa a due velocità!
Nel nostro Paese, così come in pochi altri nell’Unione Europea, è evidente il divario tra chi è a rischio povertà ed esclusione sociale e chi non lo è: solo il 6,9% delle famiglie italiane più fragili ha ristrutturato il proprio immobile da un punto di vista energetico negli ultimi cinque anni. Peggio, solo Malta (6,7%) e Cipro (5%).
Per migliorare la nostra posizione in classifica, prima del 2050, alcuni suggerimenti.
- Valutazione Energetica: per prima cosa, si deve effettuare una valutazione energetica dell’edificio per identificare le aree di miglioramento.
- Progettazione degli Interventi: poi, è indispensabile rivolgersi a professionisti qualificati per la progettazione degli interventi necessari.
- Esecuzione dei Lavori: obbligatorio assicurarsi che i lavori siano eseguiti da imprese qualificate e certificate.
- Presentazione delle Pratiche: non dimenticarsi di compilare e presentare le pratiche per ottenere le eventuali agevolazioni fiscali.