I dati resi noti da un recente rapporto di Censis-Confcooperative sull’impatto economico del clima cambiato ci dicono che le perdite economiche causate dai disastri naturali e dagli eventi climatici estremi, negli ultimi 40 anni, ammontano a 210 miliardi di euro. Solo dal 2017 al 2022, i danni provocati dalla crisi climatica sono arrivati alla favolosa cifra di 42,8 miliardi e, nel solo anno 2022, il costo ha raggiunto la percentuale dello 0,9% del Pil: 17 miliardi di euro!
L’analisi fa emergere un dato ulteriormente preoccupante: il 25% delle piccole e medie imprese – 1 su 4 – è fortemente a rischio. Il settore più colpito è l’agricoltura: nel 2022 si sono persi circa 900 milioni di euro, il che corrisponde a un calo della produzione dell’1,5% rispetto all’anno precedente; questo risultato negativo è da imputarsi principalmente alle condizioni che si sono create a causa della diffusa siccità e della poca pioggia, al netto delle cosiddette “bombe d’acqua” che, quando si verificano, aumentano in maniera esponenziale i danni al territorio.
Maurizio Gardini e il clima cambiato e i danni economici
Come ha sostenuto in più sedi Maurizio Gardini , presidente di Confcooperative: “La cura del territorio non è un costo, ma un investimento sul sistema paese”: come non dargli ragione!
Dai dati del Censis e dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’Italia ha la per nulla invidiabile posizione di preminenza (speriamo, non anche quella di guida!), in valore assoluto, per quanto riguarda l’ammontare dei danni subiti in Europa, suddivisi in maniera equa (verrebbe da dire, se non fosse tragico: democratica) tra eventi atmosferici estremi, compresi i terremoti. L’obbligo di intervenire, per quanto le conoscenze e le capacità tecniche ci consentono, è un imperativo assoluto, soprattutto per il fatto che si parla di salute pubblica ed economia.
Come si ripartiscono i danni subiti del clima cambiato
Secondo il Focus Censis – Confcooperative “Disastri e climate change”, a causa dei cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi 40 anni, il nostro Paese ha subito danni per 111 miliardi:
30,6 miliardi per le ondate di calore,
15,2 miliardi per le precipitazioni “anomale”,
8,2 miliardi per la siccità, gli incendi boschivi e le ondate di freddo.
Se si considerano anche terremoti, eruzioni vulcaniche, frane e altri fenomeni geofisici, il costo va oltre i 210 miliardi. Il focus evidenzia, inoltre, che 1 PMI su 4 sono ubicate in comuni a rischio frane e alluvioni e hanno una probabilità di fallire maggiore del 5% circa, rispetto a quelle collocate in altre aree del Paese.
Se Atene piange, Sparta non ride
Secondo lo studio “The global costs of extreme weather that are attributable to climate change”, traducibile più o meno in: I costi globali delle condizioni meteorologiche estreme attribuibili al cambiamento climatico, pubblicato sulla rivista Nature, i danni provocati dai cambiamenti climatici ci costano più del PNRR. Il costo globale ammonta a 143 miliardi di dollari l’anno, circa 135 miliardi di euro. I ricercatori che lo hanno realizzato hanno utilizzato il metodo di ricerca denominato “Attribuzione degli Eventi Estremi” (Extreme Event Attribution, EEA) per determinare come il rischio derivante da attività umane potenzialmente pericolose per l’ambiente e la vita umana, cioè le emissioni antropogeniche di gas serra, influiscono sul verificarsi di specifici eventi meteorologici estremi.
Gli esperti hanno spiegato che questi risultati sono il frutto della raccolta dei dati di tutti gli studi disponibili dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), poi combinati con quelli sui costi socio-economici di questi eventi per, alla fine, estrapolare i dati mancanti e arrivare alla stima dei costi globali dei fenomeni meteorologici estremi attribuibili al cambiamento climatico negli ultimi 20 anni.
Il calcolo dei danni
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, dal 1970 a oggi i danni che abbiamo subito (e, almeno in parte, provocato) a causa dei più svariati disastri meteorologici, sono aumentati di ben 7 volte. Dico almeno in parte, perché gli stessi ricercatori sostengono che non è del tutto chiaro in quale misura questi danni siano dovuti al riscaldamento globale e quanti, invece, siano legati ad altri fenomeni quali, ad esempio, la crescita della popolazione, la migrazione urbana e la maggiore puntualità e precisione nel segnalare i disastri.
Il 63% riguardava perdite umane, mentre il resto la distruzione di altri beni. Nel periodo tra il 2000 e il 2019, si sono verificati e sono stati catalogati 185 eventi meteorologici estremi causati dalla crisi climatica, che hanno colpito 1,4 miliardi di persone e i risultati dimostrano che sono costati al mondo 2800 miliardi di dollari. Più specificatamente, le tempeste hanno inciso per il 64% dei costi climatici, le ondate di calore per il 16%, mentre le inondazioni e la siccità per il 20%. Per quanto possa sembrare incredibile, gli incendi hanno rappresentato solo il 2% dei danni e, sempre secondo i dati citati, i paesi ad alto reddito come il nostro sostengono il 47% dei costi economici che ne derivano.
L’importo dei danni del clima cambiato potrebbe essere sottovalutato
Ilan Noy, professore della Victoria University of Wellington in Nuova Zelanda e coautore dello studio, ha spiegato che l’importo probabilmente è sottostimato: la stima, infatti, considera solo i danni diretti ma, per molti eventi meteorologici estremi, non ci sono cifre precise sul numero di persone uccise, per esempio. “Questo significa che i 140 miliardi di dollari all’anno che abbiamo calcolato sono, purtroppo, probabilmente ottimistici”, ha affermato. Dei dati presi in considerazione, solo l’8% degli eventi estremi si è verificato in Africa; il 23% ha interessato il Nord America e il 25% l’Europa.
I ricercatori affermano che, nonostante le imprecisioni e le sottostime appena dichiarate, questi numeri possono comunque, e con buona ragione, costituire un ottimo inizio per calcolare l’ammontare dei finanziamenti necessari a coprire i danni ambientali, com’è stato fatto dalle Nazioni Unite nel 2022 per finanziare la ripresa nei paesi più poveri tra quelli colpiti.
Stéphane Hallegatte, consulente per i cambiamenti climatici presso la Banca mondiale: “Il messaggio dello studio è che le perdite economiche globali causate dai disastri ambientali stanno aumentando. Questo è un argomento controverso perché alcuni sostengono che gli effetti del cambiamento climatico sono trascurabili rispetto ad altri fattori, come la crescita economica e l’urbanizzazione; l’attribuzione degli eventi fisici è molto più semplice e solida”.