“Vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in modo intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Questo il desiderio del beato Francesco molto impressionato da un suo viaggio in Palestina. C’era un luogo in Italia che gli ricordava emotivamente Betlemme, lo splendido borgo di Greccio arroccato su un bastione roccioso affacciato sulla Valle Santa Reatina. Così decise di realizzare il primo presepe vivente. Era il 1223, sono passati 800 anni da allora. In occasione di questa ricorrenza, la Biblioteca di San Francesco della Vigna a Venezia ha organizzato una mostra davvero straordinaria dal 3 dicembre sino al giorno dell’Epifania e che ha registrato un grande afflusso di pubblico: “Gloria in excelsis Deo – Il Natale nei santini d’epoca”.
Si tratta di materiale che va oltre il significato della devozione popolare, una preziosa testimonianza dal valore storico artistico e tecnico. Queste immagini devozionali hanno infatti origini molto antiche, si diffondono verso la fine del ‘400 con lo sviluppo della xilografia. La biblioteca di San Francesco della Vigna conserva ben ventimila santini realizzati con varie tecniche e stili di stampa: calcografica, siderografia, litografia, cromolitografia, santini in stile Liberty, sino alla moderna stampa offset (un procedimento nato agli inizi del ‘900 che permette tirature altissime e bassi costi di produzione della stampa litografica).
I santini nei minimi dettagli
Nella luminosa biblioteca impreziosita dall’allestimento, a disposizione del visitatore anche una lente d’ingrandimento per catturare i minimi dettagli di opere d’arte in miniatura che stupiscono e incantano. Questa esposizione ha voluto valorizzare una piccola parte dell’enorme quantità di esemplari appartenuti a Padre Anacleto Sasso (1926-1998) grande bibliofilo e collezionista. Un patrimonio prezioso che oltre ai libri antichi comprende anche immagini devozionali. Il direttore della biblioteca di San Francesco della Vigna, Padre Rino Sgarbossa, ha raccontato in questi giorni alla stampa il grande e minuzioso lavoro nella scelta del materiale per realizzare la mostra in sintonia con il tema del Natale, celebrando così gli ottocento anni del Presepe di San Francesco.
Tra i santini uno spicca
Migliaia di santini di ogni epoca con esemplari antichissimi risalenti al 1600, tra cui spicca la xilografia Sancti tres reges, XVII secolo, immaginetta che veniva usata come portafortuna, cucita nelle vesti o inserita nei bauli durante i viaggi.
Viene da Anversa il santino logo della mostra: “Gesù Bambino nella mangiatoia con Maria, Giuseppe, il bue e l’asino”, pergamena dipinta con acquarello e oro, gioiellino che troviamo anche nella copertina del catalogo curato nei minimi dettagli e impaginato alla perfezione.
Un omaggio ai santini
“Gloria in excelsis Deo” ha il pregio di far conoscere al pubblico un mondo d’arte e devozione che dal XVII secolo si estende sino ai giorni nostri con temi che vanno dalla natività classica, ai pastori, agli angeli e i Re Magi.Di grande interesse i Santini di Terrasanta provenienti da Gerusalemme e i collage con Gesù Bambino in fasce realizzati in Italia.
Come nascono i santini
Il culto del santino si diffonde principalmente in Italia Francia e Germania. Una tipologia d’arte che ha descritto avvenimenti biblici, episodi della vita di Gesù, immagini di santi e sante. Per alcune persone semplicemente un amuleto scaramantico, per molte altre un ricordo indelebile di esperienze spirituali. Nel santino, oltre all’immagine e alle preghiere di lode e intercessione possiamo trovare un titolo, una breve invocazione, un augurio.
Un autentico capolavoro viene da Parigi: “Je viens, dit Jèsus, apporter le feu sur la terre”, seconda metà del XIX secolo, siderografia con margini trinati a punzone.
Santini e San Francesco della Vigna
Visitare San Francesco della Vigna è un’esperienza unica e indimenticabile, non solo per il patrimonio librario inestimabile della Biblioteca o l’armonia del chiostro. Anche per una veneziana come me, passeggiare da queste parti è magico. La facciata palladiana della chiesa appare all’improvviso in tutta la sua magnificenza dopo un dedalo di calli misteriose.
Narra il Tassini che tra le molte vigne presenti a Venezia, in questo luogo c’era la più estesa di tutte e la prima ad aver fruttificato. Esisteva una chiesetta dedicata a San Marco perché secondo la tradizione era il posto dove si era fermato a riposare l’Evangelista dopo essere stato sorpreso da una violenta burrasca. In sogno gli era apparso un angelo dalle sembianze di leone alato: Pax tibi Marce evangelista meus. Secondo l’angelo che profetizzava il futuro della fondazione di Venezia, qui Marco avrebbe trovato pace e accoglienza. Sembra un messaggio di grande modernità in tempi così ostili e pieni di odio.
L’edificio
Dalla chiesetta dedicata a San Marco di un tempo, al monumentale edificio costruito a partire dal 1534 su progetto di Jacopo Sansovino con la splendida facciata affidata a Palladio interamente in pietra d’Istria. L’interno con le tre navate imponenti e luminose, custodisce un capolavoro del quattrocento da vedere assolutamente: “Madonna con Bambino in trono” di Antonio da Negroponte. Tempera su tavola, bella e misteriosa quanto la produzione artistica del suo autore. Esiste solo quest’opera con il suo nome. Era un religioso, firmò così la pala: “Frater Antonius de Negropon. Pinxit”. L’opera rappresenta la Madonna con il Bambino circondata da putti e ghirlande floreali, con dettagli di vegetali e animali dall’incantevole simbolismo gotico.
La chiesa e il campo di San Francesco della Vigna, sembrano perfetti per un set cinematografico come il colonnato che domina il campo adiacente. formato da una serie di colonne doriche e ioniche realizzato nel XIX secolo utilizzato spesso da registi internazionali per ambientazioni suggestive e di grande effetto.
Il successo
Il successo di questa iniziativa sicuramente avrà un seguito per altri eventi espositivi, intanto suggerisco di visitare San Francesco della Vigna anche dopo l’Epifania giornata conclusiva della mostra. Per chi non conosce bene questa zona nel Sestiere di Castello, ci sono molti modi per raggiungere la chiesa. Dal vaporetto, oppure da campo Santi Giovanni e Paolo dal quale dista una decina di minuti, ma io consiglio il sistema più sicuro: perdersi attraverso un dedalo di calli, spegnendo cellulare e navigatore. Sarà il candore della facciata palladiana a manifestarsi e per tanta bellezza non servono indicazioni stradali.
“Gloria in excelsis Deo – Il Natale nei santini d’epoca”.
3 dicembre 2023 – 6 gennaio 2024
Biblioteca San Francesco della Vigna
Castello 2786 Venezia
Tel 041 5235341
Grazie dello splendido articolo! Una Mostra molto bella ed intelligente che ci mostra con tenerezza la cultura de santini! Peccato si chiuda oggi!
Dott.ssa Elisabetta, che bell’articolo per iniziare l’anno. Grazie a Lei scopriamo ogni settimana luoghi ed iniziative ispirate alla cultura e al bello come questa mostra sui santini nella splendida biblioteca di San Francesco della Vigna. Finalmente quello che è per molti oggetto di collezione e ricerca ossessiva nei mercatini domenicali, assume una veste più importante di oggetto d’arte. La scelta del tema, così ristretta e qualificata, ha esaltato ancora di più l’oggetto della mostra e ha permesso di mostrare una fede popolare destinata a proteggere i fedeli, a casa, nei viaggi, nel lavoro. Anche in questi piccoli oggetti si vede l’espressione artistica, si apprezzano i materiali, le carte pesanti, il traforo, il colore. Complimenti allo scomparso Padre Anacleto Sasso che ha compreso quanta devozione, quanta bellezza, quanta arte si racchiuda in questo piccolo rettangolino che nonostante la grande diffusione, nelle sue forme più belle, rappresenta comunque una rarità. Buon anno.