Come pacchetto di risposta alla guerra, la realizzazione di RePowerEU è anche un’opportunità per mostrare solidarietà. E garantire che lo sforzo per raggiungere una maggiore sicurezza energetica sia condiviso tra gli Stati membri. Sostenendo in particolare quelli più dipendenti dalle forniture di combustibili fossili russi. Una maggiore ambizione aiuterà a ottenere risultati rapidi per le prossime tre stagioni invernali. È probabile che i mercati globali del gas rimangano contratti per i prossimi anni. In quanto ci sarà una scarsa offerta aggiuntiva da parte dei produttori nel breve periodo. Una strategia di diversificazione del gas è quindi improbabile che possa risolvere la crisi dei costi di energia pulita in Europa, soprattutto nei prossimi tre-cinque anni. Inoltre, potrebbe rischiare di creare un eccesso di offerta di gas nel lungo periodo, considerando le proiezioni della domanda.
L’energia pulita in Qatar
La nuova capacità di approvvigionamento globale di GNL del Qatar (il GNL – Gas Naturale Liquefatto – è liquido alla temperatura di -160°C e per questo necessita di un serbatoio criogenico, cioè un contenitore progettato per mantenere il calore lontano dal liquido contenuto all’interno; al contrario, il GPL – Gas di Petrolio Liquefatto – può essere immagazzinato a temperature più elevate in semplici bombole o in serbatoi normali non refrigerati) comprende anche le potenziali forniture ad altre economie globali. Si prevede che le consegne dall’Azerbaigian aumentino di 4 miliardi di metri cubi dal 2023. E di altri 8 miliardi di metri cubi entro il 2027.
I governi dell’UE stanno esaurendo il loro spazio fiscale per le misure volte ad attutire la crisi socioeconomica a breve termine. La Banca centrale europea (BCE) sta inasprendo la sua politica monetaria a ritmo sostenuto. E anche l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha segnalato l’incertezza sui futuri inverni.
Il problema dell’energia fossile
I governi non saranno in grado di sostenere la pressione sui bilanci nazionali causata da costosi programmi di compensazione dei prezzi elevati dell’energia fossile per un periodo di tempo molto lungo. La risposta alla crisi deve quindi spostare l’attenzione per garantire che le cause di fondo della crisi attuale siano affrontate in modo efficace. Cioè, i governi dell’UE devono dimostrare che intendono ridurre l’esposizione alle importazioni di gas ad alto prezzo. Dovrebbero definire un’agenda di investimenti puliti sostenendo i nuovi obiettivi RePowerEU. E fare rapidi progressi per raggiungere la prevista riduzione del 41% della domanda di gas entro il 2030.
Questo porterà un grande sollievo ai mercati internazionali del GNL in difficoltà. E, in questo senso, l’ambizione aggiuntiva incorporata nei piani di RePowerEU ne aumenta la certezza. Di conseguenza, responsabili politici, imprese e istituzioni finanziarie avranno la concreta possibilità di anticipare i tempi di attuazione. Facendo sì che questa situazione sia un importante motore che consenta una immediata accelerazione per lo sviluppo delle tecnologie di produzione di energia pulita.
Il record annuo nella produzione di energia solare ed eolica nell’UE – con un aumento di 39 TWh (13%) tra marzo e settembre del 2022 – ha eliminato definitivamente la necessità di importare 8 miliardi di metri cubi di gas. Risparmiando 11 miliardi di euro, ad assoluta e indiscutibile dimostrazione che queste tecnologie sono pronte a sostituire, in buona parte se non addirittura del tutto, l’uso di combustibili fossili.
Implicazioni politiche generali
Il pacchetto RePowerEU è anche un segnale fondamentale per il resto del mondo, perché dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’Europa sta rispondendo alla crisi attuale accelerando la transizione verso l’energia pulita, così da ottenere una notevole riduzione del consumo di gas nei prossimi anni. I principali produttori stanno scegliendo di interrompere i contratti a lungo termine per beneficiare di tali prezzi, causando sfide politiche ed economiche molto significative per l’UE e per i suoi partner. A queste tensioni politiche si aggiunge il fatto che un numero significativo di governi dell’UE si è impegnato a porre fine a tutti i finanziamenti pubblici dei combustibili fossili. La forte attenzione che la diplomazia energetica dell’UE sta dimostrando in materia di energia, soprattutto per quanto riguarda la garanzia di nuove fonti di importazione di gas, la rende molto vulnerabile. Un esempio sono le dichiarazioni di un Ministro dell’Energia sudafricano, che ha usato lo spostamento di parte del gas a breve termine dell’UE verso il carbone come esempio per non perseguire l’ambizione climatica. D’altro canto, i ministri dell’energia daranno maggiore legittimità agli sforzi dell’UE, se sosterranno un pacchetto con obiettivi chiari per l’energia pulita e l’efficienza energetica.
RePowerEU come base per una nuova energia pulita?
Una volta adottato, RePowerEU può diventare una base su cui l’UE può costruire partnership energetiche, a sostegno di una transizione energetica globale. In questo modo, la diplomazia dell’energia pulita diventerebbe un pilastro del Green Deal europeo, basandosi sulle sue azioni interne per rafforzarne la portata internazionale.
Solo quando l’UE avrà fissato questi obiettivi più elevati in materia di energie rinnovabili e di efficienza energetica, potrà credibilmente affermare di essere sulla buona strada per raggiungere un sistema energetico privo di combustibili fossili, come concordato sotto la Presidenza tedesca del G7 nel giugno 2022.
Bisogna lavorare coordinati
L’obiettivo di tutti gli “attori di questa commedia” deve assolutamente essere quello di tradurre la politica, l’economia e le politiche del clima e le politiche climatiche in azioni.
È del tutto auspicabile che si lavori di concerto per costruisce coalizioni di ampio respiro. Al fine di ottenere un ambiente più pulito possibile, una situazione climatica che contribuisca a scongiurare i disastri dei quali siamo testimoni pressoché quotidianamente. E questo è un risultato che si può ottenere e raggiungere solo lavorando a stretto contatto con partner che la pensino tutti allo stesso modo. Nel governo, nella politica, nella società civile, nella scienza, nei media, nelle fondazioni di interesse pubblico e in tutti gli altri settori coinvolti o coinvolgibili, se si vuole anche solo sperare di riuscire a ottenere l’indispensabile cambiamento che, oramai, non può più essere procrastinato.