Siamo noi a guardare Venezia oppure è lei che ci osserva? Un bravo fotografo riesce a percepire questa dinamica misteriosa cogliendo il respiro di una città quasi come una sequenza cinematografica. Il suo sguardo è pieno di umanità, descrive antichi mestieri, paesaggi, bassorilievi nascosti, volti di uomini e donne. Frammenti di vita quotidiana esaltati dalla purezza emblematica del bianco e nero. Sensazioni che proviamo guardando gli scatti di Nikos Aliagas, fotografo francese di origini greche. Giornalista, conduttore televisivo e radiofonico di fama internazionale, viene definito un fotografo dallo sguardo gentile grazie al suo “pellegrinaggio d’osservazione” che lo ha portato ad immortalare una Venezia piena di umanità, di segreti e di eco lontane. Fotogrammi scelti d’istinto pieni di magia che anche nella quotidianità diventano imperscrutabili grazie allo stile vicino alle sensibilità artistiche di Salgado. All’attivo già una trentina di mostre in Europa.
Il giornalista in mostra


Possiamo ammirare le sue opere in una bella mostra a Palazzo Vendramin Grimani presentata dalla Fondazione dell’Albero d’Oro: “Nikos Aliagas. Regards Vénitiens”. Evento di grande impatto visivo grazie alle opere collocate negli oltre 400 mq del piano terra e della corte dell’antico palazzo nei pressi di Campo San Polo.
“Venezia non ti aspetta, racconta Aliagas, la città dei Dogi ha uno spazio-tempo tutto suo, uno sguardo tutto suo su questa folla rumorosa che la va a visitare. Sembra quasi di sentire l’indifferenza della città verso chi vuole immortalarla con la macchina fotografica: in realtà è lei che ci osserva. Non ho mai sentito in nessun altro posto questa stranissima sensazione di essere osservato da migliaia di sguardi, dagli occhi di ieri e di oggi.”
Il giornalista e la sua macchina fotografica


Con la sua macchina fotografica, Nikos Aliagas non cattura volti come farebbe un collezionista, cerca invece di cogliere l’essenza di ogni persona, il mistero effimero dell’esistenza, le tracce del tempo. Sono i suoi temi prediletti testimoniati dai soggetti che fotografa e anche da frammenti di muri veneziani dove all’improvviso si manifestano stupendi bassorilievi, spesso nascosti e segreti, ma disponibili a farsi osservare da un occhio vigile. Percorre le calli veneziane per incontrare quelli che in città non si vedono: gli abitanti, coloro che evitano gli sguardi degli obiettivi dei turisti.
Il progetto della mostra è germogliato e cresciuto grazie all’invito della Fondazione dell’Albero d’Oro


Un’esplorazione d’autore all’interno di Venezia, nel mondo che ruota intorno a Palazzo Vendramin Grimani, nella quotidianità di campo San Polo, cuore di un sestiere così importante e produttivo. Appena entrati possiamo vedere la prima foto in assoluto di Nikos Aliagas a Venezia, è scattata dall’aereo.
Chi è il giornalista


Durante l’inaugurazione ha spiegato al pubblico il significato del viaggio nel suo lavoro: leggere tra le righe e trasmettere quello che non si vede, cogliere l’invisibile. Venezia, ha una cultura forte, millenaria e nello stesso tempo una grande semplicità, la stessa riscontrata in Grecia. Lui nasce a Parigi nel 1969 da genitori greci. Poliglotta, laureato alla Sorbona, giornalista, diventa conduttore di telegiornali e programmi di punta televisivi e radiofonici in Francia e in Grecia.
Lavora da oltre 20 anni per TF1, conducendo Star Academy e The Voice, come pure numerosi altri programmi di intrattenimento che hanno fatto scoprire al pubblico alcuni dei cantanti più importanti della scena artistica francese.
I segreti svelati


Osservando la mostra, da veneziana, ho scoperto anche volti che conosco o vedo quotidianamente, tutti avvolti dall’incanto senza tempo del bianco e nero. Ho individuato anche uno strepitoso bassorilievo con una Madonna, nascosto in un piccolo angolo veneziano. Quando lo trovi sembra che appaia solo per te.
La Fondazione dell’Albero d’Oro




Con la mostra “Nikos Aliagas. Regards Vénitiens”, la Fondazione dell’Albero d’Oro, ha inaugurato il 2023 portando avanti l’ambizioso progetto della residenza d’artista a Palazzo Vendramin Grimani. Le sue fotografie costituiscono un corpus di opere nate durante la permanenza in questo luogo e appositamente realizzate per il progetto espositivo.
La Fondazione dell’Albero d’Oro nasce nel 2019 con lo scopo di restituire vita e anima a palazzo Vendramin Grimani, già noto come palazzo Grimani Marcello, uno dei più affascinanti edifici affacciati sul Canal Grande. Dopo lo straordinario restauro, l’edificio è stato aperto al pubblico onorando lo spirito collezionistico delle grandi famiglie che nei secoli lo hanno abitato.
Il progetto


















Favorire l’arte e la cultura in collaborazione con prestigiose istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali. Un sistema di governance composto da professionisti francesi e italiani amanti di Venezia con una profonda conoscenza nel mondo dell’arte. Progetto che intende coinvolgere visitatori internazionali e naturalmente, tutti i veneziani.
Sull’onda del successo dell’anno appena trascorso con le opere del grande artista messicano Bosco Sodi, ecco qualche anticipazione per il 2023




Oltre alla mostra di Aliagas, in aprile si inaugura: “Nicolò Manucci, il Marco Polo dell’India. Un veneziano alla corte Moghul del XVII secolo”. La storia di un veneziano di umili origini, Nicolò Manucci che spinto dal desiderio di esplorare il mondo parte alla volta dell’Oriente. Si imbarca di nascosto nella stiva di una tartana senza fare più ritorno.
In programma anche un ciclo di conferenze dedicato al Vetro e l’apertura al pubblico del terzo piano del palazzo con ulteriori avvenimenti che seguiremo costantemente per tenervi informati, soprattutto perché entrare a Palazzo Vendramin Grimani è bellissimo, un magico viaggio nel tempo.


Appare all’improvviso in una calle stretta e nascosta che si imbocca all’altezza del luogo più maestoso della città, campo San Polo. Qualche metro che sembra avvolto da passaggi segreti e poi eccolo in tutto il suo splendore affacciato sul Canal Grande. Non è solo una dimora storica, è una finestra sul mondo.
La “casa” del giornalista
Nikos Aliagas. Regards Vénitiens
4 febbraio – 2 aprile 2023
Fondazione dell’Albero d’Oro
Palazzo Vendramin Grimani
San Polo 2033 Venezia
Ph: Per gentile concessione della Fondazione dell’Albero d’Oro, Nikos Aliagas e Ugo Carmeni
Dott.ssa Elisabetta, ogni settimana ci presenta un artista, di varie epoche, innamorato di Venezia. Questa bella mostra del giornalista Nikos Aliagas a Venezia sarà maggiormente apprezzata da chi conosce i luoghi sacri e ufficiali, però non ha avuto tempo o la voglia di immergersi nelle piccole viuzze dove c’è la vita quotidiana, dove ci sono piccoli segni d’arte votiva popolare, come la Madonna raffigurata mentre una signora con un grande cappello l’osserva. Anzi questo cappello così in primo piano, moderno, forse di una turista americana, segna il trascorrere dei decenni, quando lo sguardo arriva a quel tempietto posto sulla facciata con l’immagine della Madonna. Sembra quasi una casa romana con i loro Mani, Lari e Penati. Le foto in bianco e nero hanno un fascino particolare, l’ombra e la luce sembrano maggiormente appartenere all’umanità che si vuole illustrare. Insomma Venezia può permettersi letture ad ogni livello, questo perchè è una città unica nella sua bellezza. Nell’articolo però mi ha incuriosito molto la vicenda di Nicolò Manucci, il Marco Polo dell’India. Il coraggio di imbarcarsi all’insaputa di tutti, questa è vera avventura, però mi ha rattristato il fatto che non abbia più fatto ritorno. Ma sicuramente ne parleremo anch’ora nella prossima mostra.
Brava Elisabetta! Grazie! Andrò a visitare la mostra!!!
Bravissima Elisabetta..
Fotografare Venezia, mi verrebbe da dire “ti piace vincere facile”! Eppure questa nostra gemma nazionale, che ho scoperto grazie alla preziosa guida di amiche veneziane, riesce ancora a stupire.
I suoi angoli inaspettati, il verde nascosto, le mete inesplorate, la mia dichiarazione d’amore a Venezia è vibrante e perpetua.
Per un occhio allenato questa città offre infiniti spunti per ritratti d’autore.
Ho amato percorrerla, nei suoi anfratti fascinosi, che stregano l’anima e la vista.
La fotografia rimane una delle arti nobili, che permettono a chi non sa dipingere (come me) di ritrarre il mondo.
Grazie ancora, Elisabetta, per la tua sconfinata opera divulgativa.
Marinella Simioli