Rilasciata dall’Istat la stima dell’indice del clima di fiducia del mese di giugno. Cala la fiducia dei consumatori, mentre è confermato il trend di crescita da parte delle imprese in tutti i comparti rilevati. Soprattutto nel settore dei servizi (da 103,8 a 109,1). Più contenuto l’ambito manifatturiero (109,4 a 110,0), dove troviamo migliorato il giudizio sugli ordini e sulla produzione. Per le costruzioni, a un giudizio migliore sugli ordini si accompagna il deterioramento delle attese sull’occupazione (da 158,7 a 159,7). Anche nel commercio al dettaglio la dinamica positiva dei giudizi sulle vendite è in parte compromessa da una flessione delle scorte di magazzino e da un peggioramento delle aspettative sul volume delle vendite future (da 105,8 a 107,2).
La fiducia dei consumatori cala

Nei consumatori a flettere, in particolare, il clima economico e quello corrente scendendo, rispettivamente, da 103,6 a 93,9 e da 104,6 a 97,9. Riscontro lo possiamo trovare anche nell’ultimo studio dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate relativo al settore residenziale, cartina tornasole di queste dinamiche.
Partendo da una visione più ampia
L’inizio del 2022 ha visto un rallentamento dell’economia globale. Causa l’impatto pandemico della variante Omicron prima e la guerra in Ucraina successivamente, che hanno portato ad un acuirsi dei costi energetici e la più alta inflazione negli ultimi vent’anni. A confermarlo i dati rilevati da Eurostat per la zona euro, ma anche dalla Banca d’Italia per il nostro Paese.
Fiducia dei consumatori tra casa e turismo

Da un lato quindi si evidenzia un aumento generale dei prezzi nominali delle abitazioni con un +9,4% nell’area euro per Eurostat, nuovo record dal 2010 ad oggi. E un +4,0% in Italia per Istat (riferimento IV trimestre 2021 rispetto al IV trimestre 2020). Mentre risulta stagnante il prezzo nell’ultimo periodo. Ulteriori informazioni sulle tendenze del momento del mercato residenziale si possono ottenere da una sintesi delle informazioni raccolte con il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia. Dati raccolti quindi direttamente presso gli agenti immobiliari nel primo trimestre di quest’anno.
Anche qui si possono evidenziare dei record positivi per il settore
Emerge, per esempio, che le agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione rappresentano l’87,6%. Il valore più alto dal 2009, anno di inizio del rilevamento. Mentre lo sconto medio sui prezzi e i tempi di vendita sono scesi al minimo storico. Rispettivamente all’8,5% e al di sotto dei sei mesi.
Diminuite anche le rinunce per difficoltà di reperimento del mutuo da parte degli acquirenti di tre punti percentuali.
Un dato particolarmente interessante: l’80% degli operatori ha venduto solo abitazioni preesistenti, mentre solo il 2% ha venduto esclusivamente immobili nuovi. Una politica quindi di risparmio nell’uso del suolo e di riqualificazione urbana che sta funzionando.
La fiducia dei consumatori che cala preoccupa
Non mancano, però le preoccupazioni per il futuro. Le aspettative nel breve periodo sono peggiorate di dieci punti percentuali. E arriviamo a 25 punti in una proiezione a due anni.
La maggior parte degli agenti sono concordi nel ritenere i rincari dei beni energetici e la guerra in Ucraina cause primarie nella limitazione delle intenzioni di acquisto delle famiglie. Inoltre influenzano fortemente le caratteristiche degli alloggi richiesti. Acquirenti sempre più attenti al prezzo, allo stato di conservazione e manutenzione degli stabili e allo loro efficienza energetica.
Fiducia dei consumatori? Si, ma nel mattone

Il mercato, comunque, c’è ed è molto dinamico. Lo dimostra il fiorire di startup, non solo in Italia. Il mattone sembra rappresentare nei momenti di incertezza ancora un rifugio sicuro, sia per i propri capitali, sia per i pericoli di contagio a cui ci hanno reso particolarmente sensibili gli ultimi due anni di pandemia. E andando a vedere sul portale di media londinese “Estate Innovation”, che si occupa proprio di realizzare continue ricerche nel mondo immobiliare, troviamo numerose aziende nuove, che stanno portando grande innovazione nel settore.
L’esempio Arsenale

Tra queste anche la padovana Arsenale 1104 che si occupa prevalentemente di gestione conto terzi di appartamenti, palazzine residenziali, case vacanza in Veneto. Così l’Amministratore unico Andrea Guarise testimonia un incremento di richieste di affitto temporaneo grazie all’incoming generato dalle fiere con gli operatori o dai turisti del weekend di Pasqua a Venezia.
Le parole di Guarise

“Un segnale inequivocabile: la gente non ha perso la voglia – dice Guarise – di uscire e viaggiare. Il turismo rimane tra i principali settori per il PIL regionale. Ma abbiamo notato un’evoluzione dei comportamenti, frutto del lungo periodo di pandemia: la casa o l’appartamento che prima veniva utilizzato solo per brevi vacanze, diventa per molti professionisti il luogo in cui trascorrere anche lunghi periodi nel corso dell’anno, grazie alle possibilità offerte dallo smart working. In questa maniera i vacanzieri, in genere estranei al contesto cittadino in cui risiedono, possono trasformarsi in remote worker, ovvero in lavoratori e abitanti temporanei di una comunità”. Quindi il consiglio ai proprietari di case di considerare le opportunità attuali di questa tendenza, soprattutto in Veneto dove non manca di certo l’attrattiva, sia turistica che lavorativa.