Quando intervisti Lorenzo Marini la stanza si illumina, le stelle scintillano, la luna piena è al perigeo. La sua è una narrazione futurista a tempo di jazz. Artista originalissimo, celebre in tutto il mondo come fondatore della corrente artistica Type Art, ha liberato le lettere che grazie a lui viaggiano nello spazio e nel tempo in tutta la loro armonica bellezza. Tra i protagonisti in questi giorni di fermento al Salone del Mobile e del Design di Milano ci svela i segreti del suo operare con un aforisma del filosofo cinese Lao Tzu (una vita leggendaria, come il suo nome che non si conosce con certezza): “Governa il tuo grande regno come friggeresti un pesciolino, con leggerezza. L’ho imparato a Pechino quando lavoravo con un maestro calligrafo”.
Marini e il suo inno
La nuova opera di Lorenzo Marini è l’inno alla leggerezza e alla magia. Si intitola “Seat or Read?”, una poltrona di cristallo realizzata per Santambrogio Milano, in occasione della Milano Design Week 2022. Opera d’arte che disintegra le distanze convenzionali diventando parte essenziale di un arredo design. Le famose lettere dell’artista si posano sulla poltrona di cristallo dalla pura forma geometrica quadrata. Levità e trasparenza che trasmettono all’osservatore l’esatto invito contenuto nel titolo: “o la leggi, o ti siedi”.
Marini e lo spazio-seduta
“Siamo abituati a vedere l’arte come qualcosa di intoccabile. Qualcosa da appendere alla parete e guardare con rispetto. Ho voluto capovolgere questo paradigma trasformando la mia opera ‘Snowtype’ (una nevicata di lettere liberate), in uno spazio-seduta e l’ho fatto con il materiale che più di ogni altro ha in sé tutta la luce del mondo: il cristallo.”
La purezza del cristallo
La trasparenza del cristallo amplifica gli spazi, annulla i confini e consente di ammirare totalmente il design lineare della poltrona, in pieno stile Bauhaus, fedele ai principi di funzionalismo e purismo formale che caratterizzano tutta la produzione del marchio Santambrogio Milano, specializzato nel design e nell’architettura in cristallo.
Non capita tutti i giorni di poter leggere una poltrona
Le celebri lettere di Marini si posano su un quadro di cristallo, lo schienale. Cambiano le percezioni per l’osservatore: l’opera d’arte non è solo un oggetto collocato all’interno di uno spazio, diventa lo spazio stesso.
A Milano, la più importante Fiera del Design al mondo ha compiuto sessant’anni, l’ultima edizione prima del Covid è dell’aprile 2019. Quest’anno segna il ritorno alla normalità, anche se sono mancati i cinesi che non possono ancora viaggiare per le restrizioni sanitarie. Il dramma della guerra ha tenuto lontano i tradizionali visitatori dalla Russia, ma nonostante le problematiche internazionali arriva un segnale di ripresa importante, il 27% degli espositori viene dall’estero, molti acquirenti giunti da Stati Uniti, Canada, Sud America, Medio Oriente, India, Corea.
Chiediamo a Marini di raccontarci le sensazioni che ha vissuto in questi giorni pieni di aspettative internazionali
“Un salone ricco di fermento, mondanità, un sogno, Disneyland, la casa che vorrei…Il settore del mobile è quello che ha sofferto meno per la crisi pandemica, nonostante il momento difficile, registra incremento e grande impulso. L’importante è tornare alla normalità, non solo economica ma anche sociale”.
Marini e le lettere
Il significato delle lettere che si trasformano in opera d’arte è l’essenza del suo messaggio: “Per me le lettere sono nate libere e come gli uomini sono creature sociali ma anche individuali. Non sono necessarie solo per leggere o per scrivere, ma anche per alimentare la fantasia”.
Con questo intento nasce il suo celebre Manifesto per la liberazione delle lettere che dà vita aopere straordinarie come: ALPHATYPE, ARTABETH, FUTURTYPE, VENICETYPE.
Ogni sua performance è un trionfo di fantasia, come la grande antologica del 2020 a Venezia, alla Bevilacqua La Masa. Omaggio alla città attraverso l’alfabeto: A come Accademia, S come la forma del Canal Grande, V come il vetro di Murano.
In questo strepitoso alfabeto il colpo di scena è tutto per la lettera B
“dedicare un’opera a Venezia è un atto dovuto. È molto più che un gesto d’amore. È un tributo alla storia stessa… Vuol dire prendere la Basilica di San Marco, capovolgerla da orizzontale a verticale, per vedere magicamente apparire davanti ai nostri occhi la lettera B”.
Lo abbiamo incontrato anche a settembre del 2020 alla presentazione dell’opera BiennalType che è diventata simbolo e manifesto per tutta la comunicazione importante della Biennale di Venezia.
Una lastra in acciaio specchiato con 25 type. La scelta dell’acciaio specchiato è un doveroso omaggio a Venezia, città doppia.
La scelta dei materiali
La scelta dei materiali per l’artista non ha solo un valore estetico, se il cristallo possiede tutta la luce del mondo, il suo riflesso è in sintonia con l’ambiente. Materiale ecosostenibile, riciclabile al 100%. Lorenzo Marini è molto sensibile a questo tema e il suo approccio consapevole si estende anche alla stampa dell’opera realizzata esclusivamente con vernici ecologiche. Il taglio del vetro a getto d’acqua è il procedimento a freddo impiegato per la produzione della seduta che consente di non alterare le caratteristiche chimico – fisiche del cristallo. Messaggio fondamentale in un mese che ha celebrato molti temi dedicati alla salvaguardia del pianeta, come il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente proclamata dall’ONU nel 1972.
Chi è Lorenzo Marini
Originario di Monselice, Lorenzo Marini vive e lavora tra Milano, Los Angeles e New York. Dopo gli studi artistici e la laurea in architettura a Venezia, fonda la Lorenzo Marini & Associati, agenzia con sedi a Milano e Torino e dal 2010 anche a New York. Nella sua carriera da art director viene insignito di oltre 300 premi nazionali ed internazionali.
Artista multidisciplinare, si dedica negli anni a numerose attività: cartooning, regia, pittura, scrittura. Nel 2016 ha un’intuizione artistica che lo porta a celebrare la bellezza delle lettere. Le prime mostre si tengono a New York e Miami. Tiene a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola e che lo porta a esporre alla 57ª Biennale d’arte di Venezia. Nel 2017 gli viene assegnato il premio Pubblicità nell’Arte.
Ha ideato slogan che sono entrati nel linguaggio e nella mente di tutti: “Non so voi, ma io bevo Aperol… Silenzio parla Agnesi…”.
Nel 2020 vince il Mobius Awards di Los Angeles, premio di competizione internazionale per la creatività del nuovo alfabeto da lui creato, il Futurtype. Nel 2021 a Siena, incanta il pubblico grazie all’antologica “Di Segni e Di Sogni” premiata come la mostra di Contemporary art più visitata dell’anno, raggiungendo 50.000 visitatori. È di quest’anno la mostra personale “Olivettype” presso l’ex sede della Olivetti, oggi patrimonio Unesco a Ivrea.
Marini ha sempre avuto le idee chiare sin da bambino
In un tema fatto alle elementari alla domanda cosa vuoi fare da grande rispondeva: il creativo della pubblicità. Innamorato dei fumetti e di grandi disegnatori come Crepax, Manara, Pratt. Alla maniera dei futuristi crea il suo celebre Manifesto per la liberazione delle lettere, affermando l’individualità della bellezza e della poesia. Con gli anni diventerà un cittadino del mondo, ma il suo amore per Venezia è sempre luminoso come il cristallo che utilizza.
L’amore per Venezia
“Venezia è l’unica città in cui posso parlare del mio percorso artistico: nel 1980 lasciai l’Accademia di Belle Arti e il mio amato Maestro Emilio Vedova per conseguire la laurea in architettura e intraprendere l’avventura professionale nel mondo della pubblicità. Negli anni sono riuscito a ricomporre questa dicotomia tra forma e contenuto affrontando il fumetto, gli slogan e il silenzio del bianco. Il punto di arrivo l’ho ritrovato unendo l’amore per il futurismo, allo studio della calligrafia orientale”.
Progetti futuri o futuristi? Molti e pieni di sorprese
“Una mostra a Parigi in settembre, poi una a Firenze in ottobre e un progetto bellissimo per Venezia, aspetto l’approvazione del sindaco”.
Dopo l’avventura alla Milano Design Week, “Seat or Read?” sarà presentata a New York e Miami.
Cosa aggiungere di più di quello che è stato detto su Lorenzo Marini Artista ?
L’allegria che immette nelle Sue opere e’ coinvolgente ma mai banale !
Degno di pubblicare sul blog di : Arte Allegra!
Complimenti !
Sempre incisiva e spaziale!
Dott.ssa Elisabetta grazie per averci fatto conoscere questo Architetto creativo che spazia dalla parola, anzi dalla lettera, ai materiali, dandogli forma e significato alto e superiore. Con piacevole sorpresa ho scoperto che Lorenzo Marini è l’autore di alcuni spot che ancora oggi molti di noi usano, anche i ragazzi delle scuole che ripetono queste battute perchè ascoltate in casa, come: “Silenzio parla Agnesi”. Vedo che l’arte non sta solo nell’utilizzare il vetro e il cristallo in forma originale, ma anche stamparlo. Dalle foto che vedo mi sembra di ritornare effettivamente ad un secolo fa, all’arte Futurista, mi è venuto subito in mente Severini, ma parlare del Manifesto per la liberazione delle lettere mi porta a pensare anche a Marinetti e al suo manifesto. Anche nelle mie Marche abbiamo un personaggio di pari valore che si occupa del vetro. Il 22 Maggio sono state aperte al pubblico nelle Marche quattro dimore storiche, una di queste era la casa di Gaspare Spontini e un’altra è stata Villa Miralfiore, edificio storico di Pesaro del 1260. Una parte della villa è stato dedicato a un museo di opere in vetro prodotte da Vittorio Livi e da numerosi artisti nazionali ed internazionali. Per questo motivo mi sento di fare un parallelismo tra i due personaggi. Vittorio Livi nel 1973 ha istituito una ditta dal nome FIAM, la prima azienda che ha realizzato elementi d’arredo in vetro curvato e le sue opere sono esposte in moltissimi musei internazionali.
Dottoressa, Lei adopera le parole come fossero pennellate di colore intenso. Grazie per le sensazioni che trasmette.