Voglia di vacanza ancora più forte della pandemia e delle restrizioni. Sono segnali confortanti quelli che stanno giungendo al ricettivo alberghiero di Jesolo, dove operano 372 hotel. Le strutture stanno ricevendo molte prenotazioni, o comunque richieste di preventivi e di informazioni per la prossima stagione balneare.
Ne parliamo con il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori e coordinatore di Federalberghi Spiagge Venete, Alberto Maschio.
Presidente, quali sono le premesse per l’imminente stagione balneare di Jesolo?
“Rispetto ai due anni della pandemia si nota più fiducia, anche dal mercato estero. In merito alla richiesta di informazioni, meno domande su restrizioni o regole da seguire: dopo quanto abbiamo dimostrato nelle precedenti due estati, i nostri ospiti probabilmente sono consapevoli di quanto la loro sia una vacanza in sicurezza e in completa tranquillità e si affidano serenamente ai nostri servizi”.
Ci può fornire qualche dato?
“La premessa d’obbligo è che i dati, come di consueto, sono in continua evoluzione. Posso dire che quanto emerge in questi giorni attraverso il sistema H-Benchmark, cui ci affidiamo da anni e che ci permette di avere una proiezione corretta dell’occupazione alberghiera, ad oggi nel periodo 15 aprile (quindi settimana di Pasqua) – 25 settembre, abbiamo una previsione dell’11,4% complessiva. Per dare una dimensione del numero e la sua importanza, lo scorso anno, nella rilevazione fatta negli stessi giorni, registravamo una occupazione del 7%. Tutte le mensilità, fino a settembre, fanno emergere dati nettamente superiori rispetto al 2021, stagione che, come si ricorderà, andò molto meglio delle aspettative”.
Si respira, dunque, aria di ottimismo a Jesolo: è motivato?
“Da buoni imprenditori è giusto essere ottimisti, ma anche essere bravi a valutare con prudenza e razionalità gli scenari che si possono prospettare. Non ci possiamo permettere di dormire sugli allori, rispetto ai risultati del 2021: con la probabile riapertura di altre mete turistiche internazionali, alcuni flussi di cui abbiamo beneficiato per vicinanza, potrebbero optare per scelte diverse rispetto alla nostra proposta di vacanza. Da parte nostra, come imprenditori, dobbiamo essere bravi a utilizzare questo periodo per investire in servizi e qualità della vacanza, per continuare a risultare molto attrattivi, così come abbiamo fatto lo scorso anno, quando abbiamo dimostrato tutte le nostre potenzialità ed eccellenze anche ad una clientela nuova che ha avuto modo di conoscerci e apprezzarci”.
Sull’andamento della stagione potrebbero pesare gli aumenti, non solo di luce e gas?
“Quello degli aumenti è “il” problema dei problemi. Stiamo ricevendo quasi quotidianamente la testimonianza di pesanti aumenti da parte delle forniture, a cominciare da quelle più note di energia e gas. Tutti i nostri costi vivi, dalle materie prime alla forniture, stanno subendo aumenti del 20/30%, che rischiano di incidere pesantemente sull’andamento della stagione. Facciamo un esempio delle lavanderie, ovvero una delle voci più importanti del bilancio.
A tutti i colleghi stanno arrivando delle lettere in cui si comunica che, per la stagione 2022, verrà applicato un aumento pari al 22%. E quelli che si stanno registrando sono aumenti, dalle bollette alla frutta e verdura, che andranno ad incidere anche sui bilanci delle famiglie, diminuendo il loro potere d’acquisto e, di conseguenza, anche la possibilità di fare vacanza, oltre a creare inevitabili problemi sociali, che non andranno trascurati. Come Federalberghi ci stiamo muovendo nelle sedi preposte perché è evidente che la soluzione non può essere solo il contenimento degli oneri di sistema su cui il Governo sta lavorando”.
Quali le conseguenze nell’immediato per Jesolo?
“Siamo molto preoccupati perché questi rincari possono seriamente mettere a rischio l’avvio e la chiusura della stagione estiva, annullando, di fatto la cosiddetta destagionalizzazione: molti colleghi, infatti, potrebbero vedersi costretti a non aprire nei periodi canonici di bassa stagione, a causa degli alti costi. Insomma, la nostra destagionalizzazione costruita con fatica e lavoro, rischia di fallire a causa di questi aumenti a dir poco pazzeschi. Senza contare che, con questo salasso, si rischia di andare fuori mercato con i prezzi”.