Arturo Zanarotti è diventato quasi una istituzione per Montagnana. Lui, assieme al fratello Andrea, è il giusto riferimento di una famiglia di panificatori e ristoratori montagnanesi giunta ormai alla quinta generazione.
Arturo e una storia che inizia oltre cento anni fa
Già. Perché tutto inizia oltre cento anni fa, nel 1920, quando il nonno Arturo (la tradizione vuole che il nipote prenda il nome del nonno) aprì il panificio nel centro storico della città murata. Lo spettro della grande guerra era alle spalle, la gente voleva ricostruirsi una vita più serena. Così Arturo, benvoluto dai suoi compaesani, fece crescere l’attività del suo panificio.
Il passaggio ad Antonio
Dopo la sua scomparsa le redini dell’attività vennero prese dal figlio Antonio, il papà dell’attuale Arturo. Così, con la passione ereditata, anche Antonio assieme alla moglie Elsa (ancora in vita) continuò l’attività, espandendola, sempre nel cuore di Montagnana. Sembra che gli abitanti che risiedono all’interno di questo bel borgo si sentano “protetti” dalle mura possenti che danno a loro energia facendoli crescere nell’attività, sia essa materiale che intellettuale. Energia da vendere anche da parte di Arturo che non lesina iniziative ed eventi per valorizzare i prodotti e le bontà gastronomiche di questo territorio.
Arturo continua la tradizione
Alla morte di papà Antonio avvenuta nel 1980, Arturo e Andrea continuarono l’attività della panificazione specializzandosi nel fare il pane studiando il prodotto e recuperando le vecchie ricette.
Così hanno recuperato e valorizzato la “fugassa”, quella fatta con polenta, mela e uvetta.
Era il cibo povero di una volta, e questo dolce chiamato anche “putana” veniva preparato con quello che c’era in casa, il nome attribuito era giustificato dalla versatilità dei suoi ingredienti che possono essere modificati in ragione di quello che la cucina avanza e offre al momento. Da cibo povero ora la putana è diventato un dolce gourmet.
Gli obiettivi di Arturo
Arturo vuole portare avanti la produzione dello “schissoto”, quel pane tipico del territorio che si può inserire nei prodotti a denominazione comunale. Dal 2000 Arturo si è approcciato alla ristorazione aprendo l’Hostaria, riprendendo quello che era usanza: un posto dove si poteva accomodare e mangiare prosciutto, salame e schissoto e bere l’ “ombra de vin bianco o nero”.
Come entrare a casa
“Nel 2010 abbiamo aperto il ristorantino al primo piano, sempre come fosse una vecchia osteria – sottolinea Zanarotti – qui la chiamavamo “frasca”, l’ultima la gestiva una certa signora Pantano, scomparsa nel 1980”. La brigata di cucina è composta da Arturo e dai bravi giovani cuochi Ilenia e Luca. Effettivamente sembra entrare in casa quando si sale nel ristorante, una trentina di posti a sedere.
Ma il poliedrico Arturo Zanarotti si spinge oltre
Da anni ha acquisito la passione dei vini e della ricerca per la migliore vinificazione dell’uva. Dopo avere studiato le tecniche enologiche, fatto esperienze in Italia e all’estero, soprattutto in Francia patria dei cru, ha pensato bene di concretizzare i suoi progetti enologici avvalendosi della collaborazione di alcuni suoi amici vignaioli, primo fra tutti Gianni Tessari nel veronese.
Da poco ha aperto la “Caneva” , era la cantina dell’osteria
Qui si possono degustare una grande quantità di vini. Assicuriamo che il “maestro” Arturo è ben felice di guidare i suoi clienti alla scelta del vino, spiegando anche tecnicamente quello che si trova nel bicchiere.
Anche i figli hanno continuato le orme del padre e del nonno
Il figlio di Arturo ha fatto il cuoco presso chef stellati come Alajmo e altre strutture. “Ora lavora da Lob’s a Monselice, vuole farsi l’esperienza”. E dopo i figli ci sono i nipoti, quinta generazione, che si approcciano a questo fantastico mondo della ristorazione, tradizione e rispetto di una cultura del territorio che va rispettata e seguita con passione.
Arturo segue, da protagonista, gli eventi che ogni anno aumentano il successo per Montagnana
Nella prima domenica di maggio organizza da 15 anni la gara per il migliore salame, nel 2022 ci sarà la terza edizione (4 e 5 giugno) del Wine Festival di Montagnana (organizzato dal suo amico Alberto Bernardi). Durante l’estate organizza la famosa cena in Villa (al San Nazario) con il cuoco stellato Simone Camellini. Da non dimenticare la “baccalata” a dicembre che si effettua in cantina.
Per i lettori di https://www.enordest.it Cinzia Arturo Zanarotti propone un ottimo primo piatto: gli gnocchi alla montagnanese. Nulla hanno a che fare con le patate, si tratta di un piatto gustoso dove non può mancare l’ingrediente più qualificato per questo territorio: il prosciutto di Montagnana.
Gli gnocchi alla montagnanese
Ingredienti (per 4 persone)
250 gr latte fresco, 200 gr semola rimacinata, 110 gr farina di mais, 40 gr burro, 53 gr tuorlo, 0.5 gr noce moscata, 10 gr sale
Preparazione
Bolliamo il latte con burro sale e noce moscata, aggiungiamo la semola e la farina di mais a pioggia a fuoco spento e subito il tuorlo. mescoliamo energicamente e stendiamo su placca . Facciamo poi raffreddare.
Formiamo poi dei rotoli unti con olio evo e coppiamo piccoli gnocchi con diametro 4 cm circa. Sistemiamo su placche e passiamo in forno a 180 gradi x 4 minuti.
Quindi, ancora caldi, saltiamo in padella con burro e formaggio grana padano grattugiato fino a formare una crema.
Impiattiamo 10 pezzi con una base di crema al burro-grana quindi spolveriamo con grana grattugiato a scaglie e formiamo una rosa di prosciutto crudo dolce sopra gli gnocchi.
Il vino in abbinamento
Arturo consiglia un vino da lui firmato: Mc sur Lie Metodo Classico, un Durella della zona veronese di Roncà, vinificazione legno e acciaio. Un vino fresco, gradevole e minerale con spiccata bevibilità, adatto a questo piatto.