Ero lì, accanto a Federica Pellegrini. Lontano, per la verità, il più lontano dei giornalisti ma il più agguerrito. Per assaporare nuoto, a Riccione, per due giorni. In Romagna ero l’unico giornalista di nordest, uno dei pochi rimasti in tempo di Covid per la due giorni, non solo per Federica. L’ho vista, interrogata, torturata come faccio io, lo sapete, talvolta evitato perché faccio gli audio e pesino i video anche di nascosto.
L’intervista
La mia quinta e ultima domanda è andata su molti giornali: “Come si immagina a 70 anni?”. “Non so neanche come vivrò senza nuoto, adesso, aspetta un attimo. Di certo vorrei essere come Mara Maionchi”.
I miei ricordi
Ricordavo una Federica più in carne, a Reggio Emilia, una decina di anni fa. Ora sta benissimo, più magra, e ha un viso grazioso. L’ho rivista tre anni fa a Trento, al festival della Gazzetta. Una sera andai a Spinea, al caffè del padre, che peraltro mi chiese di non fare riprese e gli diedi retta.
A Riccione ho visto la zia di Federica, naturalmente i genitori, avrei voluto salutare il fratello, Alessandro, che avevo intervistato nel 2008 dopo l’oro olimpico di Pechino.
L’ansia
A Fede ho chiesto dell’ansia, che a me divora, se la controlla. “Meglio, certo – spiega -. Non ho più avuto crisi come quella volta a bordo vasca”.
Poi le ho domandato
Cosa avrebbe fatto, se non fosse emersa nel nuoto?
“L’archeologa, mi piaceva molto”. Bella, Federica, direbbero a Roma, complimenti, per la fantasia, per l’intuizione, per la lontananza del tuo sport. Quella risposta mi ha davvero appagato. Come il pomeriggio, il racconto della Fenke, olandese, della slovena, della madre: “Per me Federica è come una seconda figlia”.
Il futuro
Il resto lo racconterò su un settimanale popolare, a partire dai suoceri, futuri, incontrati sempre nella piscina riminese. E poi Matteo Giunta, che ho intervistato molte volte.
Nemiche ma solo in vasca
Domande anche a Sarah Sjostroem, la svedese, la più popolare in vasca, assieme all’americana Katie Ledecki. “Fede è l’italiana più popolare al mondo, in questo millennio”, concorda con me il presidente del Coni Malagò. Fede, semplicemente. Finchè c’è Fede…