Il Nuovo Museo di Jesolo, costruito ex novo nell’area del parco commerciale Laguna Shopping, dietro piazza Brescia, è diventato ufficialmente proprietà del comune di Jesolo. Un’ architettura imponente, progettata e diretta dallo Studio Architetti Mar di Venezia Zelarino. Di particolare rilievo il rivestimento esterno realizzato da Atena S.p.A. . Pannellature di alluminio con speciale foratura “Triangoli Optical” ideata dallo Studio Architetti Mar e realizzata da Atena, punta di diamante di Confapi. Tecnica Dot-Art che consente di riprodurre qualsiasi immagine attraverso la sua scomposizione in fori di diverso diametro e passo. Abbiamo chiesto a Confapi e ad Atena, punta di diamante nelle partnership di Confapi, come è nata questa idea.
Il museo
La struttura si sviluppa su una superficie di 4.200 metri quadri e si articola in cinque piani, per un’ altezza totale di ventisette metri. Realizzata da Urban Costruzioni srl per il main contractor Numeria S.G.R. S.p.A, la costruzione domina l’impianto urbano su cui sorge ed è visibile dalle principali direttrici di arrivo a Jesolo. Per la realizzazione di questo decoro, sono stati utilizzati tre diametri di foratura. La calibrazione dell’immagine ha richiesto un lungo lavoro di elaborazione e controllo. Il rivestimento, dotato di retro-coibentazione in pannelli di Stiferite, copre nella sua globalità una superficie di circa 4.000 mq. Suddivisa in tre prospetti di facciata, conferendo all’immobile un aspetto dinamico e multi sfaccettato.
Dott. Barbuio, come è nata questa sfida?
“L’esecuzione di questa commessa” – dichiara Mauro Barbuio Presidente e CEO di Atena S.p.A. – “si inserisce nell’ambito dei programmi di sviluppo del segmento dedicato alle facciate architettoniche. Che oggi rappresenta un mercato in espansione. Al quale vogliamo offrire qualità tecnica e soluzioni su misura.Che ci permettano di partecipare alla realizzazione di opere senza tempo”.
Il museo è concepito come uno spazio diverso. Come mai?
“Concepita organicamente come un percorso scenico, l’articolazione dello spazio si struttura sui contrasti dimensionali. E sulle alternanze cromatiche che determinato l’esperienza di visione e fruizione degli ambienti. Seguendo i canoni dell’architettura organica, nell’edificio le parti e il tutto sono strettamente correlate, in termini di forma e funzione”.
Che risultati ha portato la realizzazione del nuovo museo?
“Da questa concezione è nata un’opera aperta, in un dialogo armonico tra esterni ed interni. Qui la grande scala centrale, per l’accesso ai piani, è illuminata dalla luce naturale mediante un vasto lucernaio posto all’apice dell’edificio. Sulla cui sommità sorge la terrazza panoramica che consente l’affaccio sul mare e sulla laguna di Venezia. All’esterno una pelle metallica completamente forata filtra la luce solare senza impedirne il naturale passaggio.
Atena e Confapi hanno guardato al mondo green
“Interamente realizzato in alluminio riciclabile e riciclato, integrato a pannelli coibenti, l’involucro rende manifesta una visione estetica di sofisticata leggerezza, contribuendo alla sostenibilità ambientale dell’opera”.
Il segreto di Atena nel museo?
“Il sistema di rivestimento. È stato realizzato con pannellature di alluminio 20/10 preverniciato silver metallizzato con speciale schema di foratura “Triangoli Optical” ideata dallo studio Architetti Mar e realizzata da Atena con tecnica Dot-Art. Consente di riprodurre qualsiasi immagine attraverso la sua scomposizione in fori di diverso diametro e passo. La calibrazione dell’immagine ha poi richiesto un lungo lavoro di elaborazione e controllo delle forature su tutta la superficie.
Il sistema completo di ogni elemento di finitura come rientri ed angolari si compone di oltre 1088 pannelli di diverse misure, con piega scaricata per consentirne il fissaggio all’orditura, mediante viti a vista in inox di Hilti, testate per le resistenza al vento. Il rivestimento nella sua globalità copre una superficie di circa 4000 mq suddivisa in tre prospetti, composti da tre suddivisioni ciascuno, che creano lunghi cavedi tra le facciate, conferendo al rivestimento un particolare effetto tridimensionale. Una fuga di c.a. due mm è stata mantenuta tra i pannelli per consentirne le necessarie dilazioni termiche”.