Il colpo di genio e l’attitudine al lavoro dell’icona azzurra Antonio Rossi sono sempre preziosi nel lavoro di un team, come quello che compone in Regione Lombardia, da sottosegretario con delega allo Sport. Il lecchese è tra i più grandi canoisti italiani di sempre, capace di mettersi al collo ben cinque medaglie olimpiche, tre d’oro, e di essere scelto come portabandiera a Pechino 2008, nella sua ultima e quinta edizione a Cinque Cerchi. Oggi il presente di Antonio Rossi è concentrato su un obiettivo importante, diventato realtà due estati fa a Losanna, come Milano-Cortina 2026, i XXV Giochi olimpici invernali che daranno visibilità internazionale al capoluogo lombardo e alla Valtellina.
Rossi, giovedì avete accolto a Palazzo Lombardia i campioni olimpici e paralimpici…
“Mi ha fatto molto piacere riceverli, il presidente Fontana ha seguito con passione i loro successi e ha deciso di organizzare una premiazione per dire grazie a questi ragazzi e congratularsi con loro per i risultati ottenuti e i tanti sacrifici fatti. Sono un esempio da seguire, testimoniano che gli sforzi premiano e ti regalano dei sogni. Dopo il mio ricovero, ho passato la convalescenza a casa e ne ho approfittato per vedermi tutti i Giochi, dalle batterie alle finali e alzandomi spesso durante la notte. Non mi sono mai goduto così tanto le gare e, ovviamente, non mi sono perso Manfredi, che ha sempre fatto delle ottime prestazioni, facendomi sperare che quell’argento potesse essere in realtà un oro. La sua medaglia rimane un ottimo risultato e va ringraziato perché ha dato un’importante carica all’ambiente, così come i successi nel Mondiale di settembre di Copenaghen. Mi sono piaciute anche le gare di Francesca Genzo e di Samuele Burgo, vincitore della Finale B del K1 1000 metri”.
Dalle sue Olimpiadi fino a quelle di Tokyo come è cambiata la canoa?
“Penso che sia cambiata soprattutto nell’allenamento, oggi il metodo è differente ed è possibile mettersi in contatto con altre nazionali, facendo quindi incontrare gli atleti. I Giochi di Tokyo rimangono diversi da quelli che ho potuto fare io, l’assenza del pubblico ovviamente ha inciso molto e, parlando con cestisti e nuotatori, mi è stato detto che questo condizionava inevitabilmente le prestazioni. Nella canoa, soprattutto su un percorso di 1000 metri, le tribune vuote non hanno influito come quelle di un palazzetto”.
Rossi, i successi di questa estate hanno rilanciato lo sport in Italia?
“Sì, l’esempio più lampante lo offre l’atletica, disciplina che grazie al doppio oro nei 100 metri e nella staffetta ha avuto un aumento netto di tesserati FIDAL. Il compito delle istituzioni locali e nazionali è aiutare le associazioni sportive dopo due anni di difficoltà, mettendo risorse che possano garantire la sicurezza nel fare sport. Pensiamo al ciclismo su pista, capace di regalarci enormi gioie nell’inseguimento e nell’omnium, ricordandoci che il velodromo di Montichiari, l’unico che abbiamo in Italia, è ancora sotto sequestro. Le stesse piscine e palestre negli ultimi due anni sono state chiuse a lungo e potendosi allenare solamente i tesserati si è venuta a creare una situazione che ha messo in difficoltà chi non aveva contratti di gestione a lungo termine”.
Quali sono stati i momenti più importanti della sua carriera?
“Mi piace ricordare un successo che può passare inosservato, la vittoria del campionato italiano quando ero juniores e facevo parte della Canottieri Lecco. Da lì ho cominciato a pormi obiettivi ambiziosi e a sognare la maglia azzurra, entrando nella Guardia di Finanza e allenandomi con ragazzi più esperti di me. Partecipare a cinque edizioni delle Olimpiadi è stato un sogno e le ricordo tutte positivamente, anche quella di Pechino che mi ha dato la soddisfazione di portare il K4 in finale al quarto posto e l’onore di fare il portabandiera. Senza dimenticare gli istanti in cui ho letto a Papa Wojtyla un messaggio a nome degli sportivi durante il Giubileo degli Atleti”.
Rossi, in queste settimane è molto impegnato per Milano-Cortina 2026, qual è il significato?
“Si tratta di una bella sfida, abbiamo l’opportunità di far crescere i valori dell’olimpismo e far capire perché è necessario fare sport. Le Olimpiadi offrono questa possibilità e Milano-Cortina 2026 ha aiutato il sottosegretario Vezzali a portare la figura del professore di educazione fisica all’interno delle scuole primarie. Per la regione e per l’asse Milano-Valtellina è una grande opportunità per promuovere a livello internazionale i nostri territori, come abbiamo visto con l’Expo del 2015. Queste occasioni sono un acceleratore, portano turismo e risorse, che consentono di investire su infrastrutture che rimarranno in eredità dopo i Giochi”.