Federico Miotti ha realizzato il suo sogno: un angolo culinario di Spagna nel Veneto, a Noventa Padovana. Quello che lui ha chiamato “Plaza de Toros”. Era il suo sogno di portare le tapas nel Veneto, terra di cicchetti: una bella “contaminazione”, la cucina – sappiamo – unisce i popoli.
Federico e l’amore per la Spagna
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Lui veneto doc, 44 anni, nato a Marostica e residente a Tezze sul Brenta, dopo qualche anno di Spagna (“lavorando divertendosi” dice Federico) è ritornato nella sua terra di origine con il pallino di far nascere un ristorante con le specialità spagnole. Così, grazie anche ai consigli del suo ex maitre Giuseppe Berti, l’inventore del take-away “Bigoi Venezia”, si è messo a cercare, fra Verona e Padova, un posto adatto per le tapas che aveva in mente. Lo ha trovato prima a Ponte di Brenta, infine a Noventa Padovana.
La Plaza de Toros in Veneto
Qui troviamo una grande insegna con la scritta “Plaza de Toros, La Tagliateria” con sopra il toro stilizzato e un bel locale. Ora questo locale è pieno di gente che apprezza l’ambiente e la qualità dei piatti, con la piacevolezza di mangiare divertendosi. In ogni tavolo è posto un cestino di pomodorini rossi, olive, spicchi di aglio, olio extra vergine di oliva del Garda.
La cucina di Federico
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Federico ti porta delle fette di pane abbrustolito caldo e hai da lavorare nello strofinarlo con l’aglio aggiungendo l’olio e i pomodorini che tagliamo a fettine: una bruschetta “tosco-spagnoleggiante”! E poi da’ il “via” al “mixto” con assaggi tra carne e pesce, cotti in umido e carne: serviti al centro tavola, ognuno prende quello che vuole. Per poi passare al richiestissimo “pulpo al carbon” (polpo al carbone), carpaccio e carne di prima qualità che varia sempre, e i tipi di patanegra che vanno dal paleta de cebo, al prosciutto iberico a quello bellota..
Federico Miotti e la sua storia
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A Federico non piaceva la monotonia e la ripetitività. Fatte le scuole professionali (senza tanti profitti), iniziò a fare il cameriere al castello di Marostica. A lui piace il contatto con la gente, confrontarsi continuamente. Al punto tale che lasciò la città degli scacchi viventi girovagando per l’Europa iniziando dalla Gran Bretagna. La sua passione era il mondo del vino al punto che frequentò il corso di sommelier AIS, passò i primi due ma si arrabbiò quando non gli diedero la risposta di cosa aveva sbagliato al terzo corso.
Tutto al diavolo! La scelta giusta
Mandò in malora i giudici AIS e a Londra, da autodidatta, si fece largo frequentando i maestri dell’enologia, consigliando i vini, lavorando come chef de rang presso ristoranti stellati, dal Ritz al Capitol. In Svizzera lavorò a Saint Moritz al “Palace” e in Italia quando lo chef Bruno Barbieri era a Villa del Quar a Verona. Lo entusiasmò poi la Spagna. “Tanto calore, sole e belle ragazze” sorride.
Ha sposato una spagnola?
“No! Ho sposato una italianissima, Elena, che mi è stata vicina nel difficile periodo del lockdown aiutandomi molto. Ho due figli meravigliosi: Cristian di 10 anni e Zoe di 8”. Ritornato in Italia ha aperto a settembre 2019. Il lockdown ha cambiato il suo programma. Poco dopo ha dovuto chiudere a Ponte di Brenta a causa del covid. Ma, aiutato da due soci (Mauro Ulgelmo e Carlo Chinellato) ha aperto il grande locale di Plaza de Toros a Noventa Padovana, il 21 maggio di quest’anno. Con uno strabiliante successo.
Larry, il cuoco veneto delle tapas
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E’ stato un incontro causale, avuto recentemente, quello fra Federico e il suo responsabile di cucina. Larry Chinello è il suo cuoco “ideale”, anche lui veneto doc, nato a Dolo il primo gennaio 1981: anno nuovo vita nuova, ci viene da sorridere.
Larry e Federico, due spiriti liberi
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Larry con lo stesso spirito libero di Federico, ha frequentato la scuola alberghiera a Roma e, appena ha potuto, se ne è andato in giro per il mondo a fare la sua attività di cuoco. Nessun problema nel trovare un posto di lavoro. I cuochi italiani sono i migliori del mondo perché sono i più fantasiosi, in una nazione che ha la più grande varietà di piatti del pianeta. Così Larry è stato nelle cucine in Australia per 7 anni, poi in Nuova Zelanda, nel Nepal in Asia, ovviamente in Spagna a fianco di grandi chef, mentre in Italia ha lavorato con Igles Corelli, uno dei primi italiani a sperimentare la cucina molecolare.
Larry sorride: “il mio mondo è la cucina: è un mondo particolare, dove ci deve essere solo passione. Ma qui puoi lavorare divertendoti, ma devi fare lavoro di squadra. Ho lavorato con delle brigate fantastiche” . Il mondo del cuoco è quello che trasmette le sue sensazioni nei piatti dei clienti. Così Larry è rimasto nel suo “grande mondo della cucina dove ha trovato anche la sua compagna di vita, Livia, che è la seconda di brigata. Larry si diverte a comporre i suoi piatti spagnoli “contaminandoli” con piatti e prodotti veneti, inserendo il radicchio di Treviso o i formaggi, gli olii, e altro che necessariamente bisogna provare nel locale di Federico.
Per i lettori di https://www.enordest.it Federico Miotti e Larry propongono il polpo con zucca e patate, una più semplice rielaborazione del loro “pulpo al carbon” che, ovviamente, dovremo mangiare nella Plaza de Toros… e che ne vale la pena!
La ricetta: polpo con zucca e patate
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Ingredienti (per 4 persone)
Un polpo da circa 1kg, 3 patate, 3hg di zucca, 1 cipolla, rosmarino, aceto, olio, 2 spicchi di aglio, sale e pepe qb
Preparazione
La preparazione richiede quelle piccole attenzioni che rendono il risultato ottimale. Il segreto per ottenere un polpo morbidissimo sta nella cottura lenta e dolce: noi consigliamo una doppia cottura e il raffreddamento in acqua. Puliamo il polpo rivoltando e svuotando la testa, togliamo il dente, eliminiamo gli occhi e mettiamo poi a cuocere. Nel frattempo mettiamo al forno le patate ben lavate con la buccia e il pezzo di zucca, lasciamo cuocere. In una padella lasciamo soffriggere la cipolla, inseriamo l’aglio nell’olio e aggiungiamo l’aceto, aggiungendovi alla fine il polpo che assorbirà il preparato.
Serviamo in un piatto aggiungendo la zucca e le patate.
Il vino in abbinamento
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Un buon vino in abbinamento al polpo è un bianco morbido, un Chardonnay . Può andare ottimamente anche un bollicine, che dà un tocco al palato interessante….
Complimenti a bravi