Quando desidero provare un sentimento d’infinito ascolto The Planets di Gustav Holst, una suite in sette movimenti che il compositore cominciò a realizzare nel 1914. “Studio solamente cose che mi suggeriscono musica, per questo mi preoccupavo del sanscrito. Infine di recente la personalità di ciascun pianeta mi ha molto ispirato, e ho studiato abbastanza da vicino l’astrologia”, scrive Holst ad un amico. Sette movimenti per sette pianeti, tra mitologia e configurazioni astrali: Marte (il portatore di guerra), Venere (la portatrice di pace), Mercurio (il messaggero alato), Giove (il portatore della gioia), Saturno (il portatore della vecchiaia), Urano (il mago), Nettuno (il mistico). La grande passione del compositore inglese per le stelle diventerà nel tempo quel capolavoro che tutti dovremmo ascoltare almeno una volta. The Planets è stato fonte di ispirazione per varie colonne sonore, citazioni e somiglianze che troviamo ad esempio in John Williams indubbiamente un “holstiano”, autore delle musiche di Guerre Stellari, Indiana Jones, Jurassic Park. Nel cielo stellato di agosto che si preannuncia brillante e carico di aspettative visionarie, la nostra colonna sonora è senz’altro questa. In particolare, Giove. A mio parere Il più bello in assoluto tra i sette movimenti.
Il cielo e Jupiter
Jupiter è molto popolare, l’inciso centrale fu elaborato da Holst per il celebre “I Vow to Thee, My Country” inno patriottico britannico usato spesso in occasioni solenni.
Splendido anche l’arrangiamento realizzato in occasione dei mondiali di Rugby del 1995. Il grande Mirko Petternella, insuperabile telecronista di rugby, mi portò un mitico CD contenente il brano di Holst in una nuova suggestiva versione. Straordinario maestro di giornalismo, Mirko era in Sudafrica in quell’anno memorabile con Nelson Mandela che tifava Springboks.
Il cielo d’agosto
Il cielo di agosto quest’anno è sbalorditivo, perché oltre alla classica pioggia di meteore, avremo la possibilità di ammirare le “notti dei giganti” così l’’Unione Astrofili Italiani ha denominato le meravigliose osservazioni celesti dedicate a Giove e Saturno i due giganti gassosi del sistema solare. Devo ringraziare gli amici dell’Unione Astrofili di Padova e in particolare Alessandro Bisello per le interessanti immagini di Giove, Saturno e Luna. Con il gruppo ho realizzato negli anni tante belle trasmissioni sui fenomeni celesti assieme all’indimenticabile Professor Giuliano Romano astronomo di grande fama.
Giove e il Sole
Nella notte tra il 19 e il 20 agosto Giove sarà in opposizione al Sole e rimarrà bene in vista. In questo periodo il pianeta ha la minima distanza dalla terra e la massima luminosità. L’osservazione migliore sarà proprio la sera del 19.
Saturno
Anche Saturno ha dato spettacolo all’inizio di agosto, grazie all’opposizione al sole. Sorge a est dopo il tramonto. Per tutto il mese i due giganti gassosi saranno i protagonisti di queste sere d’estate.
Saturno è sicuramente il più misterioso tra i pianeti, con i suoi anelli ghiacciati, circondato da più di ottanta lune, una massa enorme composta da idrogeno ed elio. Il primo astronomo a osservarne la forma peculiare fu Galileo nel 1610, ma non riuscì a risolvere completamente la sua struttura così complessa.
Il cielo e la “prima stella del mattino”
Venere continuerà a brillare, tramonta un’ora e mezza dopo il sole. Insomma, tempo permettendo, uno spettacolo in mondovisione straordinario. Anche la luna sarà discreta, non disturberà con la sua luce gli avvistamenti essendo nuova l’8 agosto, garantendo così una perfetta oscurità. Evento cosmico con picco previsto nella notte tra il 12 e il 13.
Le scie lasciate in cielo
Stelle cadenti o meglio sciame delle Perseidi. Il nome deriva dal fatto che il radiante, il punto dal quale provengono le scie è collocato all’interno della costellazione di Perseo. Questa pioggia di meteore che interessa ogni anno la terra tra la fine di luglio e metà agosto ha una media di circa cento scie luminose all’ora. La cometa cha ha dato origine allo sciame così vistoso è la Swift-Tuttle. Scoperta nel 1862, ha un diametro grande più del doppio dell’asteroide che distrusse i dinosauri e soprattutto è molto più veloce.
Indubbiamente, se ci fosse una collisione per la terra sarebbe una catastrofe. La sua orbita ha buone probabilità di entrare in contatto con la terra o la luna, ma possiamo stare tranquilli, almeno per i prossimi 2000 anni. Il primo incontro ravvicinato avverrà nel 4479 il 15 settembre (e magari pioverà direbbe Woody Allen).
Si tratta pur sempre del più grande oggetto del Sistema solare a passare periodicamente vicino al nostro pianeta e sotto osservazione costante da parte degli scienziati.
Quella notte del 1992
Molti ricorderanno che nel 1992 si cominciò a parlare di una notte di San Lorenzo straordinaria, grazie all’orbita della cometa in quel momento più vicina al sole: “perielio”. Per la verità fu memorabile quella del 1993, io ne sono testimone dato che trascorsi l’intera notte a osservare il cielo, sembrava la notte delle stelle filanti, cadevano a grappoli una sull’altra, nemmeno il tempo di stupirsi o esprimere un desiderio. Tuttavia, quando vedi uno spettacolo così bello non hai niente da desiderare di più.
Il mio ricordo di quel cielo
Verso le 4 del mattino la mia terrazza silenziosa e perfettamente al buio come una sala cinematografica, si mise a tremare: un bolide giallo oro stava squarciando il cielo con un rumore fragoroso, la sua luce sconvolgente illuminò a giorno per pochi istanti tutta la zona. È stato l’incontro più entusiasmante con le stelle cadenti.
La storia
Fu un italiano a scoprire il legame tra la cometa e lo sciame meteorico delle Perseidi, il celebre astronomo Giovanni Schiaparelli nel 1866. Ma l’osservazione è antica quanto la notte dei tempi. Un fenomeno osservato nel lontano 36 d.C. nella data di San Lorenzo, martire cristiano morto sulla graticola. Le scie luminose sulla volta celeste rappresentano le lacrime del Santo durante il supplizio tra i carboni ardenti. Queste lacrime vagano eterne nel cielo, ma ogni 10 agosto scendono sulla terra.
La monumentale chiesa settecentesca dei Gesuiti a Venezia custodisce la tela di Tiziano che raffigura il Martirio di San Lorenzo. Uno dei primi straordinari esempi di notturno dell’arte veneta, estremamente intenso e drammatico. Il santo viene bruciato sulla graticola mentre il boia lo trafigge, c’è chi porta la legna per il fuoco, mentre nel cielo si apre uno squarcio di luce che rischiara le tenebre. Lorenzo è patrono di diaconi, cuochi e pompieri.
Perché quella data
Anche se sappiamo ormai che i migliori avvistamenti stellari avvengono tra il 12 e il 13 agosto, la data rappresentativa delle stelle cadenti è sempre quella del 10 agosto. Per ragioni poetico emotive che tutti sin da bambini abbiamo imparato a conoscere leggendo la poesia di Giovanni Pascoli. Il poeta ha contribuito alla fama delle Perseidi, a lui bambino sembrarono un pianto di stelle. Nella notte del 10 agosto 1867, il padre Ruggero venne ucciso in circostanze misteriose, probabilmente un atto di brigantaggio. Una morte che segnerà profondamente la vita del poeta e della sua famiglia.
Il cielo pericoloso?
Il pianto di stelle non è solo una suggestione poetica dovuta all’emotività, è molto probabile che quella notte ci sia stato un corposo sciame meteorico e che il poeta dodicenne lo abbia osservato con intensità e dolore. Da pochi anni infatti c’era stato il passaggio ravvicinato della cometa Swift-Tuttle e solo l’anno prima del drammatico episodio, Schiaparelli aveva messo in relazione gli sciami con le comete.
Dove guardare le lacrime di stelle in cielo
Dalla poesia, ai dettagli tecnici: oltre a cercare un luogo buio per un buon avvistamento, in che direzione guardare? A nord-est verso la costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea facilmente individuabile grazie alla classica forma a W rovesciata.
Poeticamente lacrime di San Lorenzo, scientificamente particelle espulse da una cometa. Quando entrano nell’atmosfera terrestre a gran velocità, bruciano incendiando il cielo. Indubbiamente nello spazio sono magnifici anche i detriti.
Dott.ssa Elisabetta questo articolo, nel Suo stile arguto, colto e brillante è una tesi di laurea, perché tocca l’argomento in tutti i suoi aspetti. Questo denota una cultura profonda capace di collegamenti anche in “sfere” diverse. L’incipit musicale con collegamenti tra pianeti e il patriottismo inglese mi è piaciuto moltissimo. Poi l’omaggio, proprio in tempo di olimpiadi, al bravissimo cronista Rai: Mirko Petternella. Poi la spiegazione scientifica e storica dello sciame delle Perseidi, non immaginavo che si potesse toccare questo fenomeno con così raffinata competenza. Infine la solita battutina che mi fa sorridere ogni domenica seguendo i Suoi articoli: “Indubbiamente, se ci fosse una collisione per la terra sarebbe una catastrofe. La sua orbita ha buone probabilità di entrare in contatto con la terra o la luna, ma possiamo stare tranquilli, almeno per i prossimi 2000 anni”. Brava! Il Suo giornale è fortuna ad avere una firma così brillante e capace. Mi unisco alla stima di tutti i lettori.
Elisabetta carissima, sono qui per un’ennesima volta ad aver assorbito con molta partecipazione l’interessante contenuto del tuo articolo sui pianeti.Quante scoperte di vario genere nei tuoi vari argomenti sempre pieni di argomenti che catturano i miei molteplici interessi. È un continuo godimento per notizie a me ancora sconosciute. Il tutto si completa con il caro ricordo di Mirko Petternella, che io non ho avuto il piacere di conoscere, ma del quale io con Franco Batacchi presentammo anni fa un testo di liriche con opere dello stesso Franco. Bei ricordi di cari amici che tu mi hai fatto riportare alla mente. Ti lascio con un caro abbraccio e un grande grazie. A presto
complimenti Elisabetta , semplice , chiara e un’ottima preparazione. farò presente per promuoverti socia onoraria del Gruppo Astrofili !!!! buona continuazione
Schiapparelli, oltre agli studi approfonditi del pianeta Marte fece importanti ricerche sulle meteore dimostrando come gli sciami di questi corpi seguano orbite coincidenti con quelle di comete note….
Io sono affascinata dal significato che, da sempre, hanno le stelle cadenti sulla mente e sulle sensazioni umane: qualcosa di assolutamente affascinante, che ora riusciamo a spiegare, ma nel mondo antico disorientava, stupiva, impauriva. Interessante l’approfondimento astronomico unito al ricordo letterario musicale ed umano.