Allarme DCA. La sigla, per i non addetti ai lavori, sta per Disturbi del Comportamento Alimentare. Secondo la fonte ufficiale del Ministero della Salute, i DCA risultano essere, nel nostro Paese, la seconda causa di morte tra i giovani (dopo gli incidenti stradali), con oltre tremila decessi registrati ogni anno. Se si aggiunge che il dato – su un totale di oltre tre milioni di persone, sempre per lo più giovani, che soffrono di anoressia e bulimia in Italia – si mantiene stabile da anni, la situazione appare davvero grave. Va, inoltre, calando l’età in cui insorgono i disturbi, dai quindici-diciannove anni addirittura agli undici-dodici, mentre ne soffrono in misura sempre crescente anche i maschi.
Il peggioramento con la pandemia

Secondo un recente studio, pubblicato dall’International Journal of Eating Disorders, un ulteriore peggioramento si è registrato durante la pandemia da Covid-19: le richieste d’aiuto sono aumentate del trenta per cento nell’ultimo anno. A fronte di cifre tanto preoccupanti, si vanno intensificando le campagne di sensibilizzazione, al di là della fatidica data del 15 marzo, da una decina d’anni intitolata Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla: promossa dall’associazione “Mi nutro di vita”, è nata per volontà di un padre, Stefano Tavilla, in ricordo della figlia Giulia, affetta da bulimia nervosa e morta appunto il 15 marzo.
Le iniziative
Con il patrocinio di #coloriamocidililla, proseguono, ad esempio, gli eventi proposti dal progetto La voce. Esprimi un desiderio, a cura di FZU35 Flowing Streams: un articolato programma di sensibilizzazione e prevenzione, indirizzato soprattutto a ragazzi e ragazze in età evolutiva. L’angolo di osservazione è particolarmente interessante: FZU35 è una compagnia di giovani attori e attrici tra i venti e i trent’anni, nata dal vivaio di Farmacia Zooè, gruppo teatrale sorto a Mestre nel 2006 dall’incontro tra Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi, entrambi autori, attori e registi ben radicati nel territorio metropolitano di Venezia, ma con un respiro che ricorda le migliori esperienze europee della scena contemporanea.
La voce

Il fatto che il progetto La voce. Esprimi un desiderio nasca in una dimensione di ascolto e di percezione attenta del mondo giovanile, e preveda una stretta collaborazione con medici, istituzioni sanitarie, associative e scolastiche, dona all’idea tutta la forza di una dedica consapevole. Chiari gli obiettivi: fornire ai più giovani degli strumenti per avviare una riflessione sui temi dell’identità e dell’omologazione forzata; creare una vera e propria mappa emozionale di sogni, bisogni e desideri taciuti dei ragazzi italiani e proporre contenuti che possano affiancare le strategie degli esperti e dei volontari in materia di DCA.
Gli appuntamenti collaterali

In quest’ottica, sono state previste sollecitazioni diversificate: la presentazione del libro-testimonianza Oltre. Scoprirsi fragili. Confessioni sul (mio) disturbo alimentare, edito da Libero di scrivere, di Sandra Zodiaco, che è divenuta ambasciatrice internazionale del Fiocchetto Lilla; il laboratorio esperienziale di allenamento delle abilità sociali Esprimi un desiderio; l’integrazione con lo Sportello Lilla, dedicato all’ascolto nelle scuole e sul territorio.
Il teatro
Tuttavia, la tappa più significativa è rappresentata dallo spettacolo teatrale La voce, già finalista al Premio Tuttoteatro Dante Cappelletti alle arti sceniche 2020, per la regia di Carola Minincleri Colussi, liberamente ispirato all’opera di Sandra Zodiaco. Destinato a toccare molte città italiane, La voce è andato in scena il 18 luglio al C32 Art Work Space di Forte Marghera, Mestre (Venezia): un’opera capace di colpire e di far riflettere, più di mille simposi.
La voce del corpo

Nelle sue due versioni, maschile (con Pietro Zotti e Anatolji Tegon) e femminile (con Alice Marchiori e Veronica Di Bussolo), si tratta di uno spettacolo muto di parole, dove a parlare (come nei DCA) è esclusivamente il corpo: un dentro e fuori di noi, in lotta con quell’unica voce – crudele, dispotica, aliena – che comanda ogni reazione. Con una purezza minimale nell’allestimento, che non rende misero lo svolgimento del copione ma, anzi, ne evidenzia la forza dirompente, il dolore che dilaga, la fatica delle scelte, i protagonisti fanno i conti con se stessi: emergono ricerca identitaria, il disagio ineludibile nei confronti del proprio corpo, lo scambio intimo, continuo, tra vittima e carnefice e, infine, l’accettazione della fragilità dell’essere.
La voce: l’unione di tante “specialità”
La voce è assieme teatro, danza e training psichico; ricorda il Tanztheater di Pina Bausch e la tragedia greca: un’esperienza basilare per il pubblico, da compiere con umiltà, fino a chiedersi: «Ma com’era quella voce, prima di distorcersi in comando d’odio verso sé e verso la vita? Quali bisogni trascuriamo, quali sogni non leggiamo?». Al di là della prova scenica, di alto livello, che i giovani di FZU35 e Carola hanno realizzato e condotto con passione, resta la responsabilità importante che esperienze di questo tipo possono rappresentare per il tessuto sociale in cui vengono poste in essere. Più che mai, in questo caso, il teatro è vita.