In 30 anni di sacerdozio ho incontrato le persone più diverse e ciascuno, per sua parte, mi ha aiutato ad allargare lo sguardo. Ho visto famiglie e coppie di sposi ma anche single e amici di vari orientamenti sessuali. È stato un piacere collaborare con ciascuno. Solo con gli stupidi ho faticato. Circa i temi del DdL Zan diciamo subito il punto capitale: il Signore Gesù accoglie e benedice di ogni forma di amore autentico e sincero. Da sempre esistono innumerevoli sfumature: c’è l’amore sponsale e quello fraterno, c’è l’amore del figlio o del genitore. C’è l’amicizia, la conoscenza, lo spirito di gruppo o la solidarietà fra colleghi. C’è l’amore di un prete per la sua comunità e quello di uno sportivo per la squadra. La lista sarebbe lunga e da sempre comprende affetti anche fra lo stesso sesso. Dio, che non è solitudine perfetta ma comunione di Amore fra tre Persone, ha cura di ogni affetto sincero e moltiplica tutto ciò che è buono.
Dio non accetta intolleranze

Certo: in alcuni casi l’amore maschera interessi, cerca il proprio piacere o la semplice protezione. Non sempre l’affetto umano si muove sul binario del dono, per il bene della persona amata. Capita anche fra coniugi. Figuriamoci se non accade anche in altri casi: talora i legami possono trasformarsi in prevaricazione sull’altro.
Davanti a Dio non c’è spazio per intolleranze, violenze, divisioni o precomprensioni ideologiche. Chi legge con serena disponibilità il Nuovo Testamento capisce che il “sacramento” del Matrimonio è riservato al legame stabile fra un uomo e una donna, disposti entrambi alla fedeltà e aperti alla vita. Il resto non porta il nome di famiglia. Questa opinione, che per qualcuno resta solo una “pretesa”, non esclude però la bellezza di molte altre forme di affetto sincero. Grazie a Dio, non siamo in un paese totalitario. Abbiamo il dono di uno Stato laico, nel senso che qui dovrebbe esserci rispetto ed equità per ogni opinione.
La legge Zan

La legge Zan tenta di ordinare il complesso dedalo delle relazioni possibili. Al momento il testo è un po’ generico e rischia di evolvere verso derive eccessivamente rigide. Può svilupparsi: questo lavoro non va bloccato ma solo perfezionato, quanto basta perché, anche in futuro, ciascuno possa continuare ad esprimere con intelligenza la propria opinione, senza mancare di rispetto ma anche senza il timore di incappare in reati di opinione.
Di certo la comunità cristiana non attende la legge Zan per accogliere la volontà di Gesù. Ai centri don Vecchi di Mestre, per esempio, non si fanno discriminazioni di orientamento sessuale. Neanche nel nuovo Centro di Solidarietà cristiana ci sono distinzioni di tipo. Nel patronato di Carpenedo, come in tutti gli altri del resto, si presta attenzione perché ciascuno si senta ugualmente accolto, sempre e allo steso modo. Ai campi estivi i ragazzi imparano il rispetto e l’attenzione per tutti gli amici, e capiscono che ciascuno vuol bene a seconda delle proprie sensibilità.
Dio è volersi bene senza distinzioni

La comunità cristiana desidera dunque restare Madre che vuol bene ai figli senza distinzioni. Un punto bisogna ricordare. Il Signore esorta ad entrare per la “porta stretta” (Lc 13,22-30). Al tempo, infatti, ogni città aveva una porta grande e spaziosa, dalla quale passava solo chi era accreditato e in regola. Era il varco per i “giusti”. Accanto, quasi nascosta, c’era poi una porta più piccola, facile da aprire in ogni ora, anche nella notte. Era la porta della “misericordia”, dove si poteva accedere e trovare rifugio dai pericoli anche se si giungeva in ritardo.
Gesù insiste perché nessuno abbia la presunzione di passare dal varco ufficiale. Tutti viviamo di misericordia. Non esistono persone “in regola”, accreditate per la porta grande. Smettiamola dunque di considerare cristiani di serie A o B a seconda degli orientamenti sessuali. Se uno abita al 6° piano del grattacielo non per questo può dire di stare più vicino al sole rispetto a chi abita al piano terra. La Chiesa, dunque non condanna, perché in egual misura abbiamo tutti bisognoso della comprensione del Padre.
