Attraverso la fotografia è possibile raccontare un momento che potrebbe tramandarsi in eterno. Da quando è stata inventata, la macchina fotografica è infatti capace di narrare la storia di un popolo, le abitudini di una cultura, l’eroicità di un atto o la crudeltà di un personaggio. Lo sport stesso è un mondo che accoglie il mito, come crede Marco De Toni, fotografo ufficiale del Mestre e del Città di Mestre Calcio a 5. Marco, da ormai diversi anni, ci racconta le imprese degli arancioneri, spesso anche in situazioni metereologiche avverse. E basta uno scatto per raccontare un rigore.
Come nasce questa passione?
“Io nasco tifoso, diventando solo successivamente fotografo. Cinque anni fa un mio caro amico, oggi anche collega, mi ha dato una sua macchina fotografica e mi ha lanciato la sfida. Grazie a lui e alle sue preziose indicazioni, senza dimenticare l’ottimo materiale che mi ha messo a disposizione, ho così imparato presto. Ho iniziato per caso, dal calcio al futsal, passando per il basket”.
Un lavoro che le ha fatto girare numerosi stadi e palazzetti anche solo per uno scatto
“Soprattutto al seguito del Mestre Calcio, sono stato a Reggio Emilia, Padova, Vicenza, Trieste, San Benedetto. La Serie C mi ha portato dentro stadi importanti e storici, inoltre, da tifoso degli arancioneri quale sono, quella stagione la ricordo con piacere perché la squadra fu protagonista di un’annata straordinaria, culminata con i playoff per la serie cadetta. Gli scatti della vittoria al Menti di Vicenza o lo 0-4 sulla Reggiana racchiudono gli istanti di imprese storiche”.
Pur di raccontare una partita con la sua macchina fotografica, si trova spesso sotto la pioggia. Cosa le piace di ciò?
“Non mi tiro mai indietro. Anche di recente, in trasferta a Montebelluna, mi sono ritrovato sotto una grandine piuttosto violenta, mentre qualche collega si era riparato in tribuna. La pioggia, però, rende le foto più belle. L’effetto delle gocce sul viso di un giocatore è molto fotografico, trasmette un senso di eroismo. Devo certamente stare attento alla macchina fotografica, ma si tratta di un sacrificio per avere risultati migliori”.
Che significato ha fotografare un preciso istante con un solo scatto?
“Il mio obiettivo è cogliere l’emozione che il giocatore trasmette, sia nel momento del gol sia in altri, quando va a contrasto o è impegnato ad impattare il pallone. Io voglio cogliere un attimo, un’espressione. Mi piace tantissimo fare anche le foto al pubblico e agli avversari del Mestre, spesso mi vengono chieste proprio dai tifosi e da giocatori che, anche se non vestono la maglia arancionera, ormai mi conoscono bene”.
Quale evento le piacerebbe immortalare? Con un solo scatto
“Le foto che amo maggiormente sono quelle sportive, quindi sogno di poter fare degli scatti durante una partita di Serie A. E dato che sono juventino, perché non fantasticare in un match tra i bianconeri contro il Mestre? Sarebbero le mie foto più belle”.