Di professione dirigente d’azienda, da qualche anno in pensione. Maurizio Piccin era un dirigente di grande esperienza con una grande passione: il rugby, o, meglio il Mogliano Rugby. È stato tra i fondatori della Società di Rugby Mogliano nel 1969, quando ancora si chiamava Associazione Sportiva Rugby Mogliano. Ne ha seguito tutti i passaggi societari e di nome, dal grande risultato del massimo campionato negli anni Ottanta allo straordinario e storico scudetto conquistato nel campionato di Eccellenza 2012-2013. Maurizio era stato anche buon giocatore di quella squadra negli anni 70/80.
Il Maurizio presidente e uomo

L’aver giocato gli è servito per capire meglio, da dirigente, i problemi della società e del rugby nazionale. Fino al grande passaggio: la presidenza subentrando ad Armando Corò nel 2018. Piccin rifonda la Società col nome storico di Mogliano Rugby 1969 come del resto era nata e si impegna “a farla crescere non solo sul piano sportivo ed agonistico, ma anche su quello sociale, inculcando nei giovani atleti i principi fondamentali sui quali si basa il gioco del Rugby che sono il sostegno reciproco fra persone”. Piccin mette sulla carta la sua fede e le sue idee: “la lealtà fra giocatori anche avversari ed il rispetto del territorio inteso soprattutto come ambiente”.

La sfida
La sua è stata una sfida nel tentativo, dopo gli ultimi anni nei quali la società ha attraversato alterne vicende, di riportare il Mogliano ai risultati il più possibili vicini alla stagione del miracolo, quella dello scudetto. Un traguardo che sembrava impossibile, una piccola città capace di infrangere il monopolio delle capitali del rugby: Padova, Treviso, Rovigo… Una piccola città capace di sovvertire valori e peso economico, forza degli sponsor.
L’eredità di Maurizio

In tutti questi anni Piccin ha lavorato perché il Mogliano tornasse ai livelli dei fasti del 2012: c’è riuscito, impegnandosi fino alla fine e concludendo con un ultimo regalo ai tifosi, il rinnovo di Brian Ormson. Lascia un grande vuoto. In uno degli ultimi incontri ci aveva detto che sognava un ritorno (ma con regole precise e indicazioni precise da parte della Fir) in grande stile del Top 12 dopo l’abbandono dei Medicei e del San Donà. Un sogno che forse si avvererà con il prossimo campionato. Ha alimentato a Mogliano la passione per il rugby e ha lasciato un’eredità pesante: continuare sulla strada dei valori e la conservazione di tutte le società legate al gruppo, dagli amatori, al rugby femminile, alla Tribù.
Ph Alfio Guarise
Che dispiacere. Ci eravamo sentiti nel novembre scorso. Mi aveva inviato notizie sulla squadra e i suoi progetti e invitata allo stadio appena finita la pandemia. Una persona squisita. Una grave perdita. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia e a tutto il rugby Mogliano.
Grazie Ettore Vianello per il prezioso ricordo