In una recente intervista il regista statunitense Woody Allen ha dichiarato che nel corso della sua carriera non ha mai firmato un capolavoro come Bergman, Kurosawa, Fellini, Godard, Welles eccetera, ma ha “fatto solo dei buoni film”. Su questo non siamo d’accordo in quanto basta solo pensare a “Io e Annie” e “Manhattan” per capire che non è così, ma siamo in linea con Allen e capiamo a 360° la sua sottile ironia.
L’ultimo lavoro

Il suo ultimo “lavoro” intitolato “Rifkin’s Festival” e finalmente uscito nelle sale cinematografiche conferma questa sua personale analisi. Non è un capolavoro ma si tratta di un film che ti fa trascorrere novanta minuti piacevoli e alla fine, quando scorrono i titoli di coda, ti alzi compiaciuto. La storia parla di Mort Rifkin (interpretato dallo straordinario Wallace Shawn già con Allen in Manhattan, Radio Days, Ombre e Nebbia, perfetto alter ego di Allen), un professore universitario docente di cinematografia che si trova di fronte alla stesura del suo primo romanzo. Un romanzo del quale dice non dovrà essere un banale romanzo come ne escono perfino troppi, ma un testo all’altezza di Dostoevskji, Joyce e tutti quelli che hanno fatto veramente la storia della letteratura.
La trama
Quasi per distrarsi decide di andare al festival del cinema di San Sebastian assieme all’affascinante moglie Sue(Gina Gershon), molto più giovane di lui. La moglie per l’occasione sarà anche impegnata come responsabile dell’ufficio stampa del giovane regista francese Philippe (Luis Garrel) del quale s’innamorerà e col quale avrà una relazione piuttosto focosa durante la settimana del festival. Ovviamente Rifkin troverà sovente il modo per denigrare l’operato del regista francese.
Un film per “alleniani”
In questo contesto abbastanza tipico e ricorrente nei film “alleniani”, emerge tutta la sua verve fatta di battute sottili e pungenti che passano dal sesso alla religione, dallo stato di salute allo stato sociale. “Solo un ebreo avrebbe potuto avere il coraggio di fare causa a Dio!”: questa è solo una chicca per dirla in breve. Il protagonista Mort Rifkin per ovviare alla “presunta” infedeltà della moglie incontra a San Sebastian una dottoressa alla quale si rivolgerà per un suo improvviso malessere cardiaco e rimarrà letteralmente “folgorato” al punto che cercherà d’incontrarla inventandosi le più disparate patologie.
Un omaggio ai più grandi

Nello scorrere della vicenda la grandezza di Allen omaggia tutti i più grandi cineasti europei con dei meravigliosi “cammei” in bianco e nero dove vedono lo stesso Rifkin indossare via via i panni dei protagonisti di film come “Otto e mezzo”, “Quarto potere”, “Jules and Jim”, “Fino all’ultimo respiro”, fino ad arrivare alla scena finale che lo ritrae in una sorta di partita a scacchi finale tratta dal “Settimo sigillo” di Ingmar Bergman. Nei panni della morte ci sarà l’attore Christhof Waltz che saluterà Rifkin dicendogli: Fai sport, non fumare e mangia tante verdure!” All’uscita dal cinema lo spettatore esce sicuramente soddisfatto e consapevole che Allen nonostante le sue 85 primavere è ancora saldamente sul podio dei registi più grandi.
Regia: Woody Allen. Cast: Elena Anaya, Louis Garrel, Gina Gershon, Sergi Lopez, Wallace Shawn, Christoph Waltz. Genere: commedia Durata: 95 minuti. Musiche: Stephane Wrembel
In programmazione all’IMG Candiani

IL CONCORSO La storia vera della rivolta delle donne alla ventesima edizione del concorso di Miss Mondo nel 1970. Con Keira Knightley.
(https://bit.ly/IMG_IlConcorso)
WONDER WOMAN 1984 Gal Gadot indossa nuovamente i panni di Wonder Woman e ci porta negli anni 80. Quando un antico cristallo entra in contatto con lei, cominciano ad accadere eventi inspiegabili.
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TOM & JERRY Una delle rivalità più amate della storia si riaccende quando Jerry si trasferisce nel miglior hotel di New York alla vigilia del “matrimonio del secolo”, costringendo il disperato organizzatore dell’evento ad assumere Tom per sbarazzarsi di lui.
THE HUMAN VOICE Il mediometraggio di Pedro Almodóvar, con Tilda Swinton, nelle sale di IMG Cinemas in versione originale sottotitolata. Il mediometraggio, in proiezione prima del film In the mood for love, racconta l’attesa di una donna che passa il tempo accanto alle valigie del suo ex amante e a un cane irrequieto che non capisce di essere stato abbandonato dal padrone. Biglietto unico (The human voice + In the mood for love) acquistabile solo al box office.
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NOMADLAND
di Chloe Zhao con Frances Mac Dormand, il film trionfatore ai premi Oscar 2021.
Dopo aver perso ogni cosa una donna decide di vivere da nomade girando negli States.
Torna la rassegna dei film il lingua originale!
Questa settimana non perdere:
- Rifkin’s Festival VO (http://bit.ly/IMG_RifkinsFestivalVO)
- Nomadland VO (http://bit.ly/IMG_NomadlandVO)
- The human voice VO (http://bit.ly/IMG_TheHumanVoiceVO)
In programmazione al Palazzo

MATERNAL La storia di tre donne a confronto con maternità e religione. Le differenti prospettive dell’essere donna messe in campo in un film di rara astrazione e sobrietà.
CORPUS CHRISTI diretto da Jan Komasa e candidato all’Oscar come migliore film straniero. La vita di un ragazzo cambia a causa di un equivoco che lo fa diventare prete.
(http://bit.ly/IMG_CorpusChristi)
MINARI di Lee Isaac Chung, con Steven Yeun, vincitore di un Premio Oscar 2021.
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