C’è una stagione da salvare. O quantomeno, vaccini permettendo, da permettere ai turisti di trascorrere una vacanza in sicurezza sanitaria. Il turismo per il nostro Paese è una risorsa che anche nei peggiori momenti di crisi ha permesso di salvaguardare l’occupazione oltre che favorire l’economia. Lo sanno i sindaci del G20 Spiagge che rappresentano il fulcro della “Città balneare” da Nord, passando per il Centro fino al Sud del Paese ospitando ogni anno 60 milioni di turisti. E hanno fretta di “cancellare” un 2020 che per le attività economiche e l’occupazione, forse potrà sembrare ripetitivo, è stato un anno da dimenticare. Giusto per dare un esempio sulla forza dell’industria turistica, solo nella costa veneta d’estate a pieno regime sono operativi oltre 50mila lavoratori.
Dal Ministro con proposte per la città balneare
Nei giorni scorsi i primi cittadini delle spiagge hanno incontrato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia per affrontare i problemi relativi all’inizio della stagione estiva, le regole da adottare, il rilancio delle attività, la tutela dell’occupazione e l’annoso problema delle concessioni demaniali. Il “mondo” del mare ha voglia di ricominciare. L’anno scorso il mondo dell’enogastronomia solo sulla costa veneziana ha perso decine di milioni di euro e con esso tutto l’indotto legato all’agricoltura.
Quello “status” di città balneare tanto atteso
Il ministro Garavaglia attende una bozza-proposta da tempo portata avanti dai sindaci sulla richiesta dello Status di Città balneare. Un passo in avanti importante visto che questo da tempo è uno dei punti fermi per realtà che d’estate hanno numeri da grandi città, ma necessitano di ulteriori servizi. Sulla bozza ha espresso soddisfazione il coordinatore nazionale del G20 S Pasqualino Codognotto: “Il ministro attende la nostra proposta, saremo incalzanti e gliela manderemo quanto prima chiedendo un incontro. Ci muoveremo già la settimana prossima”.
Ma perché questo “status”?
Codognotto ha ribadito: “Si tratta di una sfida complessa ma indispensabile per presentare al Governo la progettualità di un settore fondamentale per la nostra economia, capace di attrarre più di 70 milioni di turisti all’anno. E su questo aspetto da tempo ci stiamo battendo con tutti i colleghi sindaci da Nord, passando per il Centro fino a Sud del Paese”.
Cosa è la città balneare
“Una “città balneare” è una città che ha un numero ridotto di residenti (mediamente meno di 15.000) ma che è caratterizzata da una elevata presenza turistica, (più di 1 milione di presenze annue secondo i parametri del G20s). Faccio un esempio: alcune spiagge del nostro litorale nei mesi “caldi” arrivano a centinaia di migliaia di persone al giorno che necessitano di servizi al pari di alcune città capoluogo (utenze varie, sicurezza, sanità). Il punto centrale di questo inedito status giuridico è la sperequazione tra residenti stabili e presenze turistiche”.
Città balneare e status giuridico
“Lo status giuridico di “Città balneare” ci permetterebbe di investire più risorse in relazione all’effettiva presenza sul territorio, che non può essere limitata ai residenti. Comuni come San Michele al Tagliamento – Bibione o Cavallino Treporti, che non superano i 15mila abitanti, d’estate arrivano rispettivamente a 5.5 milioni e 6.2 milioni di presenze. Per questo è indispensabile rivedere la fiscalità, per usufruire di un maggior residuo fiscale e di maggiori trasferimenti.
Due tra le proposte emerse ai tavoli del G20s sono quelle di intervenire sul Fondo Perequativo IMU e sulla possibilità di trattenere in tutto o in parte i canoni demaniali. Queste maggiori risorse aprirebbero scenari inediti e permetterebbero una gestione migliore di tutto il comparto, con ricadute positive per l’intero territorio”.
Da nord a sud un coro unanime…
“Siamo città …particolari – spiega il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti –. D’inverno qualche migliaio di anime, d’estate pienoni da grandi centri. Servono agevolazioni, norme più flessibili e contributi da parte dello Stato, solo a Vieste in estate arriviamo a 100mila persone al giorno. Ci sono ancora vincoli sulle assunzioni di agenti della polizia locale dal 2013. Necessitiamo di una maggiore presenza di forze dell’ordine specie quando registriamo il pienone di turisti”.
Riccione e la voglia di città balneare
Sulla questione interviene anche il sindaco di Riccione Renata Tosi. “E’ importante che si proceda alla definizione di status di città balneare, per Riccione per tutti quei Comuni che per vocazione, per la prevalenza di attività economiche a carattere turistico, per la particolarità dunque del gettito tributario interno, e ovviamente per posizione geografica, hanno caratteristiche proprie differenti dagli altri Comuni italiani”.
“Le città balneari, hanno caratteristiche particolari che vanno riconosciute e valorizzate, sono località dove in pochi mesi si concentra una grande presenza umana, in tutti i sensi. Numerose presenze turistiche, grandi aspettative, molti lavoratori stagionali. Sono questi i nostri flussi che poi hanno riflessi sulle casse dell’Ente pubblico. Ma anche in fatto di sicurezza e ordine pubblico, di servizi al cittadino e di infrastrutture. Insomma ignorare che vi siano città con particolari caratteristiche e che quindi devono essere amministrate e considerate nella loro peculiarità, per me è un vantaggio che si trasforma in breve tempo in un avanzamento per tutto il Paese Italia”.