È fresca la notizia che vede la zona gialla forse anticipata al 26 di questo mese rispetto alle previsioni. Lo ha fatto sapere direttamente il Presidente del Consiglio Mario Draghi che parla di “rischio calcolato” e ha concluso che si darà precedenza a scuole e attività all’aperto. È fondamentale sottolineare fin da subito però che proprio per permettere questo allentamento, il distanziamento sociale, l’utilizzo dei dispositivi di protezione e le regole per il contenimento dovranno essere rispettate in maniera ancor più ferrea. Ma per garantire la riapertura in sicurezza, un ruolo fondamentale lo gioca un altro fattore. Il piano vaccinazione. A livello nazionale al 16 di aprile, il totale di somministrazioni ammonta a 14.259.835 per un totale di 4.234.230 vaccinati. Per quanto riguarda il Veneto, le somministrazioni ammontano 1.243.826 (89,3% rispetto alle dosi consegnate).

La tabella dei vaccinati
- Somministrazioni: 1.243.826
- Dosi consegnate: 1.392.230
- Percentuale di vaccinati rispetto alle dosi consegnate: 89,3%
La situazione vaccinati in provincia di Vicenza
Continua la gara di generosità del territorio bassanese per sostenere la campagna di vaccinazione: OTB Foundation rinnova la collaborazione con la Direzione dell’ULSS 7 Pedemontana rendendosi disponibile a condividere il progetto di sistemazione dei locali della nuova sede di vaccinazione a Bassano del Grappa.

«Ringrazio OTB Foundation, Renzo Rosso e Arianna Alessi, Presidente e vicepresidente – sottolinea il Direttore Generale Carlo Bramezza – per la disponibilità e concretezza dimostrate sin dall’inizio dell’emergenza Covid 19. Questo ci consentirà di accelerare al massimo i tempi di avvio dei lavori di allestimento e quindi l’attivazione della nuova sede di vaccinazione. Si tratta dell’ennesima dimostrazione del grande spessore umano e sensibilità sociale che caratterizza l’imprenditoria del territorio».
Nei prossimi 3-4 giorni ci concentreremo su seconde dosi e ultraottantenni che ancora mancano. Sono 18.000 persone, delle quali circa 5.000 potrebbero avere problemi a raggiungere i centri vaccinali anche sabato e domenica, quando non serve prenotazione. Se non riusciranno, li raggiungeremo a casa e se vorranno li vaccineremo»
I vaccinati a Verona

«Bussolengo, San Bonifacio, Legnago e la Fiera saranno aperti sabato e domenica con accesso libero, per gli ultraottantenni. Invitiamo a venire sabato i nati nel primo semestre e domenica quelli del secondo semestre. Durante la settimana ci sono anche Villa Garda e Caserma Duca. Dalla settimana prossima (venerdì) si aggiungerà ai centri vaccinali anche la caserma del terzo stormo di Villafranca. Stiamo ipotizzando anche Malcesine, con numeri limitati. Le prenotazioni si possono fare anche dalla farmacia».
«E’ stata mandata la lettera a tutti quelli che mancano, anche a chi ha già passato il covid per risparmiare tempo. La dose comunque può essere fatta dopo tre mesi dalla manifestazione del virus. Chi ha ricevuto la lettera e l’ha passato da meno tempo può non considerare l’invito che è stato fatto. Se avanza qualche vaccino chiederemo ai medici di medicina generale di andare a domicilio. Per la settimana prossima potrebbe arrivare qualche dose di Moderna in più, ma cambia poco sul programma vaccinale di questo mese».
La speranza per i nuovi vaccini

Appuntamento al 4 ottobre. Quando sarà finalmente pronto il vaccino italiano sviluppato anche a Verona, il siero anti Covid prodotto dall’azienda di Roma ReiThera, che al momento è in fase avanzata di test al Centro ricerche cliniche dell’università di Verona.
All’ottavo piano del policlinico Borgo Roma sono entrati da poco nel cuore della Fase 2 della sperimentazione del Grad-Cov2, il nome dato al vaccino tricolore, come aveva spiegato nei giorni scorsi il direttore del centro Stefano Milleri, mentre la Fase 3, l’ultima, partirà in estate su un campione molto ampio, circa diecimila persone sparse in tutto il mondo.

Nell’agosto scorso era iniziata la prima parte della ricerca affidata al centro veronese e all’istituto Spallanzani di Roma con il reclutamento di 90 volontari, di cui 70 veneti, con risultati preliminari presentati a gennaio a Roma al ministro della Salute che li aveva definiti «incoraggianti». Nella Fase 2 sono al lavoro 25 centri in Italia (in Veneto c’è sempre Verona) per la fase successiva della sperimentazione che conta 900 volontari: i soggetti hanno ricevuto una singola dose, o due dosi a distanza di tre settimane oppure il placebo, ma solo al termine di questo lavoro si potrà stabilire con certezza se serve una sola dose o anche il richiamo.